Abbiamo ricevuto in redazione alcune lettere nelle quali ci viene chiesto come mai non abbiamo pubblicato un commento all'articolo di Domenico Quirico uscito sulla STAMPA ieri (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=6&sez=120&id=66468).
Il quesito presente in tutte lo riassumiamo brevemente così:
"Perché non avete commentato il pezzo di Domenico Quirico su Israele e la Guerra dei sei giorni?"

Questa domanda attiene alla redazione e non alla rubrica di Deborah Fait. Ecco la nostra valutazione:

Domenico Quirico

Gerusalemme unificata

Domenico Quirico è uno dei massimi esperti di terrorismo islamico, i suoi articoli e i suoi libri sono fondamentali per capire il pericolo che minaccia i Paesi democratici. Inviarlo in Israele da parte della Stampa è stata un'ottima scelta, anche se leggendo il suo pezzo appare evidente il fatto che Quirico non conosce in tutte le sue sfaccettature le vicende storiche israeliane.

Soprattutto questa frase ci ha colpito: "Una guerra breve, un lampo, eppure in un tempo così breve molte cose che sembravano eterne morirono: il nazionalismo arabo, innanzitutto, sconfitto e archiviato. Su quelle rovine l’Islam politico iniziò a costruire i suoi disegni. E anche Israele cominciò a morire: sì, il trionfatore. Quello eroico dei pionieri, degli irriducibili sopravvissuti fondatori di uno Stato, nel momento della vittoria, come spesso il ghigno della Storia decide, raggiunsero l’apogeo e iniziarono il declino. Israele invincibile peccò della greca hybris, l’arroganza".
Forse bisognava ricordare che quella guerra come tutte le altre contro Israele, era difensiva, non di attacco. In tutte le guerre che Israele ha dovuto affrontare sono morti più di 22.000 giovani soldati. E' questo il lutto che Israele ricorda e piange. Per fortuna la Guerra dei sei giorni fu vinta, come tutte le altre, con una gioia che non includeva alcuna arroganza, ma molta felicità per avere ancora una volta sconfitto chi ti voleva distruggere.

Questo, secondo noi, avrebbe dovuto ricordare Quirico, anche se poi, quale effetto della vittoria, Israele si è trovata in possesso, come succede a tutti i Paesi che vincono una guerra, di alcuni territori. Anche quelli che non avrebbe voluto, come Gaza e il Sinai, che infatti restituì all'Egitto quando quel Paese, non più nemico, accettò di fare la pace. Se con Golan, Giudea e Samaria le cose sono andate diversamente, la responsabilità è ancora una volta non di Israele, ma dei Paesi arabi, che hanno rifiutato tutte le offerte di pace provenienti dai vari governi israeliani.

Ci sarebbero molte altre considerazioni, tra cui la prospettiva di un Golan nelle mani siriane avrebbe moltiplicato i numeri del massacro causato dall'attuale guerra civile che ha già causato centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi.

Domenico Quirico, oltre ad essere un grande giornalista, possiede un linguaggio poetico avvincente, anche quando esprime opinioni, come quelle che abbiamo citato, che non ci trovano d'accordo. Ma è un cronista onesto al quale auguriamo una prossima visita di Israele, ricca di una più profonda conoscenza del Paese e della sua storia.

IC redazione