Incidente diplomatico e 'fake news'
Commento di Michelle Mazel
(traduzione di Giorgio Berruto)
http://www.jpost.com/Edition-Francaise/Moyen-Orient/Incident-diplomatique-sur-fond-de-fake-news-492416
Il ponte di Allenby, al confine tra Giordania e Israele
Wikipedia, sito ormai popolare, ha una voce per l’espressione « fake news », specificando che non bisogna confonderle con « notizie false ». La differenza è dovuta, secondo il sito, al carattere deliberato delle « fake news ».
Prendiamo ad esempio quello che è accaduto il 13 maggio scorso nella città vecchia di Gerusalemme. Un individuo armato di coltello piomba su un poliziotto e lo colpisce. Nonostante sia ferito, il poliziotto riesce a impugnare l’arma, a sparare e ferire mortalmente l’assalitore. Viene poi trasportato in ospedale. L’accaduto è ripreso dall’inizio alla fine da numerose telecamere di sorveglianza presenti in una zona dove già si erano verificati numerosi attacchi simili, e dunque a rischio. Una differenza sola: questa volta il terrorista è un cittadino giordano entrato legalmente in Israele, dopo aver ottenuto un visto all’ambasciata israeliana ad Amman. Giunto con un convoglio turistico, non è ripartito insieme al gruppo di cui faceva parte. Secondo la sua famiglia, questo pensionato di 57 anni padre di quattro figli « era caloroso e da tutti amato ».
In Israele non è chiaro perché Mohammad Abdullah Salim Al Kassaji – questo il suo nome – abbia agito. In Giordania, invece, non hanno dubbi: turista innocente, è stato selvaggiamente assassinato da « un ufficiale delle forze di occupazione ». Un membro del Parlamento ha chiesto alle autorità del proprio Paese di agire subito, ma non ha specificato come. Il governo giordano, per ora, ha soltanto pubblicato un comunicato che riporta che « il governo israeliano è responsabile della morte di un cittadino giordano », e aggiunto « condanniamo fermamente questo ignobile crimine ». L’ambasciata giordana a Tel Aviv è stata incaricata di fare luce sulle circostanze di questo crimine.
A questo punto è stato il governo israeliano a protestare per la « reazione scandalosa » della Giordania, accusata di sostenere il terrorismo. I giordani hanno ovviamente rigettato con indignazione l’accusa. Capitolo chiuso?
Quello che è incredibile è che il video dell’attentato, ancora disponibile online, ha avuto larga diffusione, e che dunque la dinamica dei fatti non può prestarsi a confusione, tanto che i media di tutto il mondo l’hanno riportata fedelmente. Così Le Point il 13 maggio: « Giordano pugnala poliziotto israeliano prima di essere abbattuto », informazione ripresa dalla tv internazionale France 24. Le autorità giordane, dunque, non potevano non sapere quello che davvero era successo. Sono loro ad aver creato e diffuso deliberatamente queste « fake news », provocando un autentico incidente diplomatico, una pessima idea in un periodo in cui assistiamo a nuovi sforzi per risolvere il conflitto israelo-arabo. Difficile comprendere come mai il governo giordano getti benzina sul fuoco proprio mentre il Paese vive il cinquantesimo anniversario della perdita di Gerusalemme e della Cisgiordania, conseguenza della Guerra dei sei giorni.
Michelle Mazel è una scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron”. Le sue recensioni sono pubblicate sull’edizione settimanale in lingua francese del Jerusalem Post