Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
La nascita di Israele al cinema: arriva il film di Natalie Portman tratto dal capolavoro di Amos Oz Recensione di Pierluigi Battista
Testata: Corriere della Sera Data: 22 maggio 2017 Pagina: 29 Autore: Pierluigi Battista Titolo: «Israele raccontato da Portman regista»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/05/2017, a pag. 29, con il titolo "Israele raccontato da Portman regista", la recensione di Pierluigi Battista.
Pierluigi Battista
La locandina
Si celebra in questi giorni il sessantanovesimo anniversario della nascita dello Stato di Israele, 14 maggio 1948. Una data lontana, oramai. Ma tutto ciò che riguarda Israele calamita ancora, senza tregua, passioni, ostilità irriducibili, amori, furori, emozioni fortissime. Emozioni fortissime come quelle che esplodono in una scena cruciale del meraviglioso romanzo di Amos Oz, tradotto e pubblicato in Italia da Feltrinelli: quella in cui si vedono gli ebrei già in fuga dai pogrom e dalle discriminazioni dell’Est europeo, dalla Shoah, alla ricerca spasmodica di un focolare che sia finalmente la realizzazione di una Patria ebraica sicura e giusta, la scena di questi ebrei riuniti a Gerusalemme che ascoltano alla radio, nel 1947, la votazione della risoluzione dell’Onu che autorizza la nascita dei due Stati, quello israeliano e quello palestinese.
La copertina del libro (Feltrinelli ed.)
Ecco, quella stessa scena tra pochi giorni gli spettatori italiani potranno riviverla attraverso il film ispirato al capolavoro di Oz, che si intitola Sognare è vivere ed è diretto da Natalie Portman, che ne è anche l’attrice protagonista. Una scena commovente, intensa, che restituisce il sentimento dei sopravvissuti alla campagna di annientamento e che vogliono costruire una nuova casa prospera, in pace con i vicini arabi, separata statualmente dalla presenza palestinese, libera ed eguale con i suoi kibbutz, i suoi ideali, la sua industria, la sua straordinaria cultura. Una speranza destinata a svanire quando gli eserciti arabi scateneranno la guerra contro il neonato Stato ebraico e che ancora oggi sembra seppellita da un conflitto destinato a non finire mai.
Sognare è vivere è ben più di una rievocazione storica della nascita dello Stato ebraico, come del resto il romanzo di Oz da cui è tratto e che è davvero uno dei vertici indiscussi della letteratura mondiale contemporanea. In questo film molto bello ci sono le tragedie personali, le tempeste della psiche, il dolore del mondo che non si può risolvere con nessuna ricetta della politica, foss’anche la migliore. E di questo groviglio di dolore e di ardire il film della Portman è una fedele registrazione. Ma bisogna ricordare quella scena degli ebrei che piangono e si commuovono per il loro nuovo Stato per comprendere una vicenda storica sepolta da manipolazioni e menzogne propagandistiche. Ora sono sessantanove anni: mille di questi giorni.
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