Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 18/05/2017, a pag. 3, la breve "Rivoluzione nei media dello stato ebraico".
La breve di OR riporta la notizia, si limita però a rendere conto delle critiche al rinnovamento nel sistema pubblico radio-televisivo israeliano, omettendo gli argomenti a favore della riforma. La conseguenza è un articolo sbilanciato.
Ecco la breve:
Lo studio di Kan
Cambio nel sistema pubblico radio-televisivo israeliano. Da pochi giorni è entrato in funzione Kan, il nuovo ente che rimpiazzerà la storica Iba (Israel Broadcasting Authority). Così, dopo 49 anni di trasmissione, Mabat, lo storico telegiornale del canale di stato israeliano, è stato cancellato. Anche i programmi di radio Gerusalemme sono stati sospesi in attesa che il nuovo ente pubblico diventi operativo. La decisione di chiudere l'Iba è avvenuta una settimana fa con un voto del parlamento, la Knesset, anche se il progetto risale a circa tre anni fa. Il nuovo servizio, guidato dal giornalista Geoula Even, sarà composto da almeno 240 repoter, tecnici e funzionari amministrativi. Un taglio netto rispetto ai 1200 impiegati dell'Iba. Il voto è arrivato al termine di una lunga battaglia politica. La creazione della Kan è stata promossa soprattutto dal primo ministro, Benjamin Netanyahu, che dal 2015 detiene anche la delega per le telecomunicazioni. Molte le critiche sul piano politico: gli avversari di Netanyahu affermano che il premier sta cercando di influenzare i media a suo vantaggio mettendo la parola fine a un ente che ha fatto la storia del paese e che rappresenta un patrimonio culturale e civile.
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