Manteniamoci razionali...
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione dal francese di Yehudit Weisz)
http://www.jpost.com/Edition-Francaise/Politique/Raison-garder-490683
Emmanuel Macron
La Francia ha un nuovo Presidente ma la febbre elettorale non tende a scendere perché si avvicinano le elezioni legislative. Un po’ ovunque nel mondo si continua a seguire con passione quel che succede in un Paese che non lascia mai indifferenti. Giusto: non si dice forse “Ogni uomo ha due Paesi, il suo e poi la Francia?” frase erroneamente attribuita a Thomas Jefferson, ma è stato l’imperatore Carlo Magno a pronunciarla in una commedia di successo di fine ‘800. Ma per i circa due milioni di francesi che risiedono all’estero, che sono registrati nei consolati e nelle ambasciate di Francia, e che godono del diritto di voto, quella frase ha una valenza speciale. Infatti fin dall’inizio della campagna elettorale, i candidati di qualsiasi partito, si son rivolti con estrema premura ai francesi residenti all’estero, inviando loro e-mail personali, accurati video -messaggi e trattandoli affettuosamente con “cari compatrioti”.
S’impegnavano con apparente sincerità, una volta eletti, ad occuparsi in primo luogo dei problemi specifici di questi espatriati. In particolare una candidata ha dichiarato: “Considererò la difesa dei vostri diritti, in quanto francesi residenti all’estero, come una priorità assoluta: accesso alle prestazioni sociali, una fiscalità più equa, una scuola migliore per i vostri bambini, protezione consolare ai più alti livelli ”. Tra questi “cari compatrioti” interpellati, ce ne sono molti con la doppia cittadinanza che beneficiano dunque della cittadinanza del Paese in cui risiedono. In particolare questo è il caso dello Stato ebraico, dove vivono circa centomila cittadini francesi, molti di loro conservano legami affettivi e familiari con la Francia. Qui in Israele la campagna elettorale ha dunque avuto un’ampia eco mediatica: commentatori e inviati speciali hanno analizzato il programma degli uni e degli altri, le loro personalità. I rappresentanti della Comunità ebraica sono stati invitati a dare la loro opinione e hanno manifestato inquietudine per le dichiarazioni della candidata summenzionata che con veemenza si erigeva contro la doppia nazionalità. Secondo lei non si può essere francese e nel contempo avere un’altra cittadinanza, per esempio - o soprattutto? - israeliana. Perché questo messaggio era chiaramente rivolto agli ebrei. Se il suo partito fosse giunto al potere - diceva la signora - loro avrebbero dovuto fare una scelta: essere francesi o israeliani. Per loro non può esistere la doppia cittadinanza. Alcuni hanno creduto che questa misura restrittiva sarebbe stata applicata anche ai franco – magrebini anche se non era stato esplicitato.
La candidata è apparsa meno loquace sulla sorte dei franco-americani, canadesi e altri in possesso della doppia cittadinanza. Ma non bisogna cercare la logica in politica. Ad ogni modo, lei non è stata eletta, per questa volta, ma domani? I franco-israeliani continueranno a ricevere delle e-mail affettuose, le elezioni lo impongono. Ma non lasciamoci ingannare. I piaceri d’amore durano un attimo, dice una canzone francese nota in tutto il mondo. Si sa che le promesse fatte con tanta sincerità e ardore tendono a diventar caduche dopo il conteggio dei voti.
Michelle Mazel è una scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron”. Le sue recensioni sono pubblicate sull’edizione settimanale in lingua francese del Jerusalem Post