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Ugo Volli
Cartoline
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Lo snack e il senso dell’onore 10/05/2017
Lo snack e il senso dell’onore
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: Marwan Barghouti

Cari amici,

immagino che abbiate visto tutti il filmato del capo dello sciopero della fame Marwan Barghouti che mangia di nascosto in un angolo della sua cella (http://www.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/Palestinian-hunger-strikers-are-being-cynically-exploited-says-Israeli-minister-490096) e abbiate letto il giusto e bel commento di Deborah Fait (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=66273). Immaginatevi ora se fosse stato diffuso un filmato del genere riguardante Marco Pannella durante uno dei suoi scioperi della fame. (Badate, non mi sogno di paragonare Pannella, un sincero democratico, fra l’altro da sempre amico di Israele, e Barghouti, un capo terrorista condannato a cinque ergastoli per la responsabilità legale accertata in giudizio, di altrettanti vili omicidi terroristici). Be’, Pannella ne sarebbe uscito distrutto e con lui anche la sua protesta. Probabilmente i servizi penitenziari israeliani immaginavano che l’effetto sarebbe stato analogo e per questo hanno corso il rischio di svelare un dispositivo di sicurezza delle celle che certamente sarebbe stato preferibile lasciare segreto.

E invece no, sembrerebbe che il sostegno, non travolgente in verità, delle piazze arabe e di quella palestinista per lo sciopero della fame non sia stato travolto da questo scandalo. La moglie di Barghouti, che è un’infaticabile agit prop del candidato successore di Mohammed Abbas alla dittatura dell’Autorità Palestinese ha detto che era un trucco, un falso e insieme una violazione della sua privacy (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4958906,00.html), le autorità palestiniste che seguono tiepidamente l’autocandidatura agitatoria di Barghouti hanno assentito (tanto a parlar male di Israele non si sbaglia mai), gli ultrasinistri (anti)israeliani delle Ong e dintorni hanno incolpato, invece che Barghouti, il pubblico israeliano che badava a questo trucco invece che interrogarsi sui poveri terroristi infelici (https://972mag.com/israelis-simply-dont-want-to-know-about-palestinian-prisoners/127186/) e tutto si chiude qui.

Vale la pena di chiedersi il perché di questa reazione. Un fatto da considerare è che Barghouti non è affatto il solo a barare in questo sciopero (http://www.jerusalemonline.com/news/middle-east/israeli-palestinian-relations/more-palestinian-security-prisoners-recorded-eating-28344). Quindi è un atteggiamento condiviso: dichiarare una cosa e farne un’altra, ingannare i nemici. Si tratta di un modo di fare che ha radici profonde nella tradizione islamica: ci sono molti esempi di inganno e dissimulazione nella vita stessa di Maometto e c’è una teoria della menzogna per fede (“taqiyya” : http://islamicamentando.altervista.org/160/), che da sempre non solo è concessa come attenuante ai guerrieri islamici contro gli infedeli, ma è vivamente raccomandata e considerata meritoria: tutto il contrario dell’etica degli eroi greci o dei cavalieri europei. Beninteso sono cose che sono state fatte in tutte le culture, ma altra cosa è praticarla con un po’ di vergogna (come i Greci avevano di Ulisse) altra è teorizzarla come virtù.

Immagine correlata
Una immagine del video che mostra Marwan Barghouti mentre mangia una merendina

Ma c’è di più. Ho letto di recente la splendida ricostruzione della battaglia di Gerusalemme durante la guerra dei sei giorni contenuta nel libro di Abraham Rabinovich “The Battle for Jerusalem: An Unintended Conquest”. Fra i mille altre dettagli notevoli, vi si narra della stupefazione dei combattenti israeliani nel notare che i caduti dall’altra parte erano più o meno tutti soldati semplici, senza quasi ufficiali. La dottrina tattica israeliana ha sempre richiesto ai comandanti di plotone e di compagnia (insomma agli ufficiali inferiori, ma certe volte anche a quelli superiori) di condurre letteralmente i loro uomini in battaglia, di precederli nelle avanzate, di entrare fra i primi nei luoghi pericolosi, il che comporta che i caduti e i feriti siano proporzionalmente molto più numerosi fra gli ufficiali. Questa è una parte importante della fiducia e del coraggio dei reparti israeliani e dunque della loro efficienza in combattimento. Gli arabi almeno quelli che hanno incontrato gli eserciti israeliani, non fanno così: avanti vanno i soldati semplici, nel terrorismo le donne e i ragazzini. I più importanti stanno dietro, schermati dai più deboli. A loro sembra naturale: Barghouti, per esempio, è stato sì il responsabile di numerosi azioni terroriste, fra cui una mezza dozzina di omicidi dimostrati in tribunale, ma si è sempre ben guardato da andare lui sul campo, di indossare lui le orride armi dei terroristi suicidi: indottrinava gli altri, pianificava l’azione, spediva ragazzini donne “disonorate”, gente disperata: armiamoci e partire. E Mohammed Abbas, che fa tanto il guerrigliero da darsi addirittura un “nome da battaglia”, Abu Mazen. Si dice che abbia pertecipato all’orribile strage terrorista di Monaco, che certo non è un onore; ma l’ha fatto da organizzatore e finanziatore, stando ben sicuro in Medio Oriente. Lo stesso si può dire di Arafat, che ostentava la sua pistola, la portò anche all’Onu e nel Parlamento Italiano, a vergogna della presidentessa Nilde Iotti che glielo consentì (https://www.loccidentale.it/articoli/73048/arafat-si-gheddafi-no-al-senato-si-svelano-tutte-le-ipocrisie-della-sinistra); ma preferiva di gran lunga che a rischiare di farsi ammazzare in combattimento andassero i suoi sottoposti.

La stessa cosa succede ora con lo sciopero della fame: lui ha lanciato la “lotta”, non pretenderete mica che vi partecipi davvero... Del resto la stessa cosa l’aveva già fatta nel 2004, all’inizio della sua detenzione: aveva aderito a uno sciopero della fame ma era stato beccato anche quella volta a mangiare (trovate qui la menzione dell’episodio http://www.jns.org/news-briefs/2017/5/8/palestinian-terrorist-prisoner-barghouti-caught-secretly-eating-during-hunger-strike). Il capo dello sciopero della fame viene avanti per ultimo, mangia qualcosa perché i danni li subiscano i meno importanti di lui. Secondo tradizione.

Insomma chi ha pensato che i palestinisti si sarebbero scandalizzati a vedere il loro eroe a mangiare di nascosto uno snack nel cesso, ha fatto un errore etnografico, non ha capito quale sia il sentimento dell’onore in una società che non vede niente di male nello sgozzare le ragazzine, pugnalare gli anziani, ammazzare a sassate i neonati. Purché siano ebrei, naturalmente.

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http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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