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Libero Rassegna Stampa
08.05.2017 Venezuela: i morti del regime non interessano a nessuno.. ma se fosse successo in Israele...
Analisi di Carlo Panella

Testata: Libero
Data: 08 maggio 2017
Pagina: 1
Autore: Carlo Panella
Titolo: «La strage in Venezuela che l’Onu non vede»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 08/05/2017, a pag. 1, con il titolo "La strage in Venezuela che l’Onu non vede", l'analisi di Carlo Panella.

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Carlo Panella

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Nicolas Maduro

Un blindato della Guardia Nacional si lancia sulla folla, colpisce frontalmente un manifestante col copricapo bianco, lo tritura, passa sopra sul suo corpo a terra con le enormi ruote, i suoi compagni che accorrono, vicino al corpo immobile, a terra. E la scena raccapricciante è avvolta nel silenzio del mondo, il silenzio di chi non si indigna per la strage di democrazia e la violenza del regime di Nicolas Maduro che ha fatto 36 morti negli ultimi giorni.

Un blindato della Guardia Nacional si lancia sulla folla, colpisce frontalmente un manifestante col copricapo bianco, lo tritura, passa sopra sul suo corpo a terra con le enormi ruote, i suoi compagni che accorrono, vicino al corpo immobile, a terra. E la scena raccapricciante è avvolta nel silenzio del mondo, il silenzio di chi non si indigna per la strage di democrazia e la violenza del regime di Nicolas Maduro che ha fatto 36 morti negli ultimi giorni.

Se questa fotografia fosse stata scattata in Israele, se il ragazzo dal copricapo bianco triturato dal blindato fosse stato un palestinese, questa immagine agghiacciante sarebbe immediatamente stata pubblicata con parole di sdegno sulle prime pagine di tutti i media del mondo. Ma il ragazzo ucciso dal blindato di Maduro non commuove. Per una ragione di cui la sinistra estrema, i terzomondisti -che tante simpatie riscuotono nelle redazioni giornalistiche- e i media che corteggiano i peggio prodotti dall’America Latina, dovrebbero vergognarsi: il suo regime è erede diretto di quello di Hugo Chávez, è amico e alleato della Cuba di Fidel e Raul Castro. È a pieno titolo iscritto in quella tradizione caudillista anti yankee che fa palpitare i cuori del mondo politically correct.

Chavez è stato corteggiato da Rifondazione e poi da SEL in Italia, a Chavez e a Maduro hanno guardato e guardano con simpatia tutti quegli intellettuali della gauche caviar (la sinistra al caviale) che fremono perché sono, come i fratelli Castro, i simboli della lotta contro gli yankee. Giorni fa Luigi di Maio ha addirittura proposto che a Maduro e a Castro venga assegnata la mediazione della crisi libica! Cattiva, pessima coscienza di un anti americanismo allo sbando che oggi si volta dall’altra parte di fronte all’agonia del Venezuela di Chavez e Maduro. E agonia è la parola giusta, perché i due caudillos sono riusciti nell’impresa titanica di trasformare un paese con una ricca produzione petrolifera letteralmente alla fame. In Venezuela negozi, i supermercati, hanno gli scaffali vuoti, deserti, anche dei generi di prima necessità, manca addirittura il pane, l’inflazione è a due zeri, il paese è allo stremo. Le manifestazioni di protesta vedono la partecipazione non solo degli studenti, ma soprattutto della povera gente, anche di quelli che per anni hanno creduto nel miracolo populista promesso da Chávez e Maduro, che magari li hanno votati e che ora vivono di fame e di stenti.

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Fidel Castro

Ma in Venezuela non si ribella solo la piazza, nelle ultime elezioni del 2015 il Partido Socialista Unido di Maduro è stato nettamente sconfitto e la maggioranza dei seggi della Asemblea Nacional, è ora dell’opposizione. Ma Maduro non se ne cura e mesi fa è arrivato al punto di far dichiarare «priva di poteri» la Asemblea Nacional dal Tribunal Nacional Supremo, che gli ha assegnato tutti i poteri. L’accusa che ha portato a questa sentenza è risibile: la Asemblea Nacional tutta sarebbe colpevole di «oltraggio»! Maduro è stato poi costretto a ritirare questo provvedimento, ma non si è dato per vinto e quattro giorni fa ha disposto che tutti i poteri della Asemblea Nacional passino a una Asemblea Costituente di 500 membri che non saranno però eletti dal popolo, ma nominati da lui direttamente! Un golpe, denunciato dall'opposizione che ieri ha organizzato una grande manifestazione -questa, finalmente, non attaccata dalla Guardia Nacional delle «donne in bianco», che ha visto migliaia di manifestanti sfilare, «solo donne, senza armi e senza uomini», alla testa Lilian Tintori, moglie del leader del partito centrista Voluntad Popular, Leopoldo Lopez, incarcerato da mesi da Maduro con false accuse. Il Venezuela insorge, ma è circondato dal disinteresse della cattiva coscienza di tanta sinistra del mondo.

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