Riprendiamo dal GIORNO di oggi, 07/05/2017, a pag.18, con il titolo "Nuovo cinema israeliano: perle da esportazione" la cornaca di Silvio Danese sul Festival del cinema israeliano in corso a Milano.
dal film GAGA
"Twilight of a Life" di Sylvain Iegeleisen, in rigido bianco e nero e vecchie canzoni di Brel, ci porta in atmosfera funeraria, ma senza sentimentalismi e con un tocco umoristico che non guasta con un "addio" alla madre 95enne. "Hummus! The Movie" di Oren Rosenfeld viene invece dall'ultima edizione del Religion Today Film Festival di Trento, e ruttavia parla di cucina, ricette, spiritualità, tolleranza delle religioni. Diciamo in "seconda visione" ritroviamo "II labirinto del silenzio" dell'taliano adottato in Germania Giulio Ricciarelli, il titolo scelto dalla Germania due anni fa per concorrere al Premio Oscar come Miglior Film Straniero, cronaca di un'inchiesta che scopre a fine anni 50, nell'omertà generale, la "macchina della morte" dei crimini nazisti. "The little dictator" di Nurith Cohn ha vinto il Gran Premio "Nello Spirito della Fede" all'ultima edizione del Religion Today di Trento. Torniamo invece a un inedito, in Italia, con "To take a wife", prima parte della "trilogia di Viviane" firmata Ronit Elkabetz, attrice e regista prematuramente scomparsa un anno fa, mentre chi non ha ancora incontrato le ragazze ribelli di "Libere, disobbedienti, innamorate", ancora in sala, può aggiornarsi. Tutti i film sono in lingua originale sottotitolati. Anche quest'anno, e certo non è un caso, la rassegna "Nuovo cinema israeliano" (alla decima edizione, da oggi all'11 all'Oberdan) cade mentre nel giro di qualche settimana escono in sala due titoli tra i migliori della stagione: "Una settimana e un giorno" dell'esordiente Asap Polonsky (in anteprima al cinema Palestrina il IO maggio, alle 21), sull'insolita, apparentemente bizzarra shiva (il lutto ebraico) di due genitori, e "Un appuntamento per la sposa" della Rama Burshtein premiata a Venezia con "La sposa promessa", argomento che deve esserle assai congeniale. In rassegna un'altra decina di titoli non distribuiti in Italia di un'annata assai felice per il cinema israeliano. Per l'apertura ufficiale (questa sera, ma le proiezioni iniziano dal mattino) è stato scelto un ottimo documentario, il più visto, tra l'altro, nella storia del cinema israeliano: "Mr. Gaga" di Tomer Heymann, dedicato a Ohad Naharin, il grande coreografo nato e cresciuto in un kibbutz, tra i più importanti e innovativi al mondo. A scanso di equivoci, Gaga è il nome del linguaggio di movimento corporeo inventato da Naharin. Spigolando nel cartellone, troviamo musica, riti e un paio di film dedicati alla Shoah. "PRESENTING Princess Shaw" di Ido Haar è la storia di Samantha Montgomery, cantautrice americana dal passato difficile con un futuro su canale YouTube, dove posta confessioni personali e performance musicali. "Cupcakes" di Eytan Fox, definito non a sproposito l'Almodovar israeliano, racconta l'omosessualità in Israele con i toni di una commedia piena di colori e musica.
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