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Avvenire Rassegna Stampa
07.05.2017 Pizzaballa campione di doppio pesismo
Cronaca di Filippo Passantino

Testata: Avvenire
Data: 07 maggio 2017
Pagina: 3
Autore: Filippo Passantino
Titolo: «Pizzaballa: Gerusalemme, ascoltare la voce dei cristiani»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 07/05/2017, a pag.3, con il titolo "Pizzaballa: Gerusalemme, ascoltare la voce dei cristiani", il pezzo di Filippo Passantino con le dichiarazioni dell'arcivescovo Pierbattista Pizzaballa.

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Pierbattista Pizzaballa (a sin.)

La richiesta di Pizzabala di 'ascoltare la voce dei cristiani' sarebbe più che legittima se l'illustre arcivescovo dichiarasse qualcosa sui cristiani nelle società musulmane, almeno quelle in Medio Oriente, ovvere in Terra Santa, per farci capire. E invece no. I cristiani stanno fuggendo - attraverso mille difficoltà e pericoli- da tutti i paesi arabi  islamici e Pizzaballa si guarda bene dall'intervenire. Certo, è occupato a proferire reprimende su Israele e il tempo, si sa, è poco. E poi segue le direttive del Vaticano, l'islam non è una religione di pace? Che poi sia Israele l'unico paese della regione in cui i cristiani aumentano di numero, al Nostro questo non dice nulla. Complimenti, arcivescovo!

Si discute tanto di confini e di assetti futuri a Gerusalemme. Noi non entriamo in questo dibattito politico ma come cristiani siamo parte di quella terra. Quindi, quando se ne dovrà discutere, bisognerà considerare la nostra presenza e le nostre attese». L'arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, da Roma chiede alla comunità internazionale che la voce dei cristiani in Terra Santa venga ascoltata, in occasione della ridefinizione dei confini della città. Un tema di attualità, dopo che gli israeliani hanno pianificato un'ulteriore espansione dei propri insediamenti nella zona che dovrebbe fare parte del futuro Stato palestinese. L'occasione per lanciare l'appello è stata la presentazione, giovedì, della "Guida francescana per pellegrini e viaggiatori" (Edizioni Terra Santa), curata da fra Heinrich Fürst e fra Gregor Geiger, nella sede romana della delegazione della Custodia di Terra Santa. Proprio una guida, secondo monsignor Pizzaballa, può essere «uno strumento per esprimere la nostra presenza, per manifestare che in quei luoghi c'è anche la nostra identità. La Terra Santa è anche nostra non in senso politico, ma in senso storico, spirituale, teologico. È molto importante come noi oggi la leggiamo, vediamo e consideriamo, perché vi apparteniamo non meno di tanti altri». Il progetto originario della guida, riconosciuta dalla Custodia, risale agli anni '60, quando si cominciò a delineare la possibilità di realizzare uno strumento di supporto per viaggiatori e pellegrini. Un progetto che, però, non aveva mai visto la luce. L'amministratore apostolico del Patriarcato ne svela i retroscena. «Quando divenni custode uno dei tanti progetti che presentai fu quello di elaborare una guida in lingua italiana - racconta monsignor Pizzaballa -. All'inizio si pensava a una revisione di un testo già scritto, poi si reputò opportuno prepararne uno ex novo, perché la situazione nel frattempo era totalmente cambiata. Si affidò 1 incarico a diverse persone, soprattutto a uno studio biblico, ma nessun progetto andò a buon fine o perché il responsabile andò via o perché mori. Quando uscì questa guida in lingua tedesca si pensò di prenderla come riferimento. E così cominciò il lavoro», oggi racchiuso in 800 pagine. Sono 32 le pagine a colori con le mappe delle principali città e dei siti archeologici; più di 200 i luoghi descritti. Per ogni località sono ricordati i riferimenti biblici, con oltre 180 brani riportati integralmente. Un lavoro che fra Gregor Geiger, docente allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, ha ripreso e aggiornato dai testi che fra Heinrich Fürst, morto nel 2014,gli aveva affidato. «Mi consegnò il file del testo in un vecchio flopp disk - racconta Geiger -. Visitando i luoghi ho notato che qualcosa nel tempo era cambiata. Così ho aggiornato i testi e ho aggiunto al titolo della guida la parola "francescana", perché ho ricordato la visita di Francesco in Terra Santa e ne ho dato una lettura francescana anche grazie ai vari contributi di studiosi della Custodia».

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