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I musulmani di Francia & il ballottaggio Analisi di Mordechai Kedar (Traduzione dall’ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz) http://www.israelnationalnews.com/Articles/Article.aspx/20449
Perché Marine Le Pen ha buone possibilità di diventare il prossimo Presidente francese? I risultati del primo turno delle elezioni in Francia, tenutosi domenica 23 aprile, hanno portato al traguardo due candidati, Emanuel Macron e Marine Le Pen, che non rappresentano la politica di routine. Marine Le Pen è riuscita ad andare al ballottaggio principalmente grazie alla sua agenda anti immigranti musulmani. La maggior parte arriva in Francia dal Nord Africa: Algeria, Tunisia e Marocco, e molti francesi temono che il loro Paese venga occupato da un’altra cultura. Credono che soltanto la Le Pen potrebbe essere in grado di salvare la Francia dall’ondata migratoria e, forse, dall’alto tasso di crescita dei musulmani che già vivono in Francia. La corsa della Le Pen al secondo turno delle elezioni che si terrà domenica 7 maggio, pone immediatamente la domanda: “Quali sono le probabilità che lei venga scelta per guidare la Francia?”. La risposta di molti è che le sue probabilità sono tenui, perché tutte le forze politiche, a destra come a sinistra, si coalizzeranno contro di lei, al fianco di tutti i musulmani che hanno diritto di voto e che costituiscono circa il 10% degli elettori, a causa dell’odio palese che lei e i suoi sostenitori manifestano per i musulmani e per l'Islam. Questo articolo tenterà di delineare le tendenze emergenti tra i musulmani di Francia, dal momento che il quadro è molto più complesso di quanto appaia a prima vista. Gli immigrati provenienti da Paesi islamici non formano un gruppo monolitico, ma sono suddivisi in vari sottogruppi i cui interessi non sono identici, per cui l’atteggiamento nei confronti di Marine Le Pen è in funzione di questi interessi. In primo luogo, tra gli immigrati provenienti da Paesi arabi, ci sono molti cristiani libanesi. Di solito prendono posizione contro l'immigrazione musulmana perché, o i loro antenati o essi stessi, hanno dovuto abbandonare la loro patria araba per sfuggire alle persecuzioni inflitte dai musulmani ai cristiani. Gli esempi che vengono in mente sono i copti in Egitto e gli Assiri in Iraq e Siria. Nel partito “Front National” Jean-François Jalkh, il vice di Marine Le Pen, proviene da una famiglia di immigrati libanesi e parla apertamente contro l’immigrazione musulmana. La Le Pen si è dimessa dalla sua carica di capo del partito in modo da dedicare tutto il tempo alla campagna presidenziale, tesa a diventare la “Presidente di tutti”, mentre Jalkh è il nuovo capo del partito fino alla conclusione della campagna presidenziale: è probabile che molti immigrati cristiani voteranno per Marine Le Pen. In secondo luogo, in termini di anzianità, gli immigrati musulmani in Francia si suddividono in “veterani” e “nuovi arrivati”. I veterani, molti dei quali ormai sono cittadini francesi, erano arrivati negli anni '70 e '80 del secolo scorso, mentre i “nuovi” sono quelli giunti dopo l’anno 2000. Se vincesse la Le Pen, per legge non potrebbe espellere i veterani. Al contrario, dato che il numero di nuovi immigrati senza cittadinanza francese è molto più alto, si potrebbe “convincerli” a lasciare la Francia, come Le Pen vorrebbe fare se diventasse Presidente. Le tensioni tra i "veterani" e i "nuovi arrivati" sono forti per diversi motivi: gli immigrati di lunga data sono finanziariamente solidi, alcuni sono nel mondo degli affari e tra loro ci sono anche alcuni che approfittano dei “nuovi arrivati”, pagando loro salari bassi, in contanti (lavoro nero), facendoli lavorare lunghe ore in condizioni precarie. Molti degli immigrati veterani hanno adottato la cultura francese, mangiano tutto ciò che viene messo nel loro piatto e bevono tutto ciò viene versato nei loro bicchieri. I nuovi arrivati sono più vicini alla tradizione islamica, sono meno inclini a inserirsi nella cultura e nella società circostante e sono visti come una minaccia culturale dai veterani. È per questo che un non piccolo numero di immigrati veterani vota per Marine Le Pen, sperando che lei sarà in grado di fermare l’immigrazione dei nuovi arrivati. In terzo luogo, dato che la maggior parte degli immigrati musulmani in Francia provengono dai Paesi nordafricani - Algeria, Tunisia e Marocco - molti di loro vedono la Francia come il “loro” Paese - e si oppongono all'immigrazione da altri paesi arabi come l’Iraq e la Siria, o da Paesi islamici non arabi come il Mali, il Ciad, l’Afghanistan e la Turchia. La tensione si nota ed è causa di attrito tra i diversi gruppi. Un esempio: nel 2015, quando la grande ondata di migranti è arrivata in Europa, la maggior parte è andata in Germania e in Svezia, solo una piccola minoranza di loro ha raggiunto la Francia. Gli Algerini che vivono in Francia avevano apertamente espresso la loro opposizione all’ingresso dei musulmani dalla Siria e da altri Paesi, dicendo che “la Francia appartiene agli algerini” e che si sarebbero “presi cura” di qualsiasi altro arabo o musulmano in arrivo in Francia. Le masse di immigrati “avevano ricevuto il messaggio" e così hanno proseguito verso Germania e Svezia. Oggi, gli immigrati dal Nord Africa che hanno il diritto di voto sono in grado di fermare l’immigrazione araba e musulmana da altre aree, ed è probabile che una buona parte di loro sosterrà la Le Pen in modo che lei possa tenere gli immigrati provenienti da altre zone, fuori dalla “loro” Francia. Anche il piano di Le Pen a lasciare l’Unione Europea raccoglie l’approvazione di molti immigrati, i quali temono che le frontiere aperte porteranno i migranti che sono andati in altri paesi dell'UE a trasferisi in Francia, ora che le condizioni in Germania e in Svezia sono peggiorate. Questo è visto come una possibile minaccia per la sopravvivenza degli immigrati veterani e per lo status da loro raggiunto, dopo aver vissuto in Francia per un così lungo periodo. Inoltre è molto probabile che i sentimenti antiebraici espressi da Marine Le Pen, l’abbiano resa più attraente agli elettori musulmani. Recentemente ha negato il ruolo svolto dai francesi durante la Shoah, quando tra il 16 e 17 luglio 1942 la polizia francese aveva rastrellato 13.000 ebrei nel Vel’ d’Hiver e in altri campi d’internamento, per poi caricarli sui treni-bestiame verso le camere a gas. Anche il Presidente israeliano Reuven Rivlin ha espresso una denuncia contro di lei. E se Israele si oppone ufficialmente a Marine Le Pen, il suo valore agli occhi di molti musulmani cresce automaticamente. I punti qui sollevati portano a due conclusioni: Il 'contributo' dei terroristi Se, Dio non voglia, ci fosse un attacco terroristico in Francia, perpetrato da qualche terrorista musulmano, poco prima del giorno del ballottaggio, molte delle persone che sarebbero normalmente rimaste a casa, saranno motivate ad andare alle urne per votare Marine Le Pen, dato che hanno la sensazione che solo lei può fare qualcosa per salvare la Francia dal terrorismo devastante che è immigrato con tale forza nella loro terra. Ci potrebbero anche essere alcuni terroristi che stanno pianificando un attacco - e, probabilmente, un mega attacco - per il periodo elettorale, al fine di aiutare la vittoria di Marine Le Pen. Loro vogliono la guerra ora, il conflitto ora, il Jihad oggi. Vogliono costringere le masse musulmane in Francia ad andare nelle piazze per manifestare contro Le Pen e le sue politiche anti-musulmane, per trasformare le città francesi in campi di battaglia contro la Repubblica. Sanno che non c’è modo di liberarsi dei milioni di immigrati che vivono oggi in Francia e sono convinti che un breve periodo di disordini e caos persuaderà i francesi che sarebbe meglio lasciare il proprio Paese lasciandolo “puro” e nelle mani dei musulmani. Non vedono l’ora che accada tutto questo e sono stufi di aspettare. Tutto questo fornisce a Marine Le Pen una buona possibilità di essere eletta come il prossimo Presidente della Francia. I sondaggi ancora non mostrano questa possibilità, ma d’altra parte non avevano nemmeno previsto che Trump sarebbe diventato Presidente degli Stati Uniti. Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi. http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90 |
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