Ciò che ci insegnano le elezioni francesi: Lettera Aperta a Matteo Renzi
di Angelo Pezzana
Matteo Renzi con Benjamin Netanyahu
Al primo posto è arrivato Emmanuel Macron, non direi ancora ‘ha vinto’, anche perché la n° 2 Marine Le Pen è a un punto soltanto di distanza. Quel è certo è la sconfitta dei partiti tradizionali, di destra e di sinistra, esclusi per la prima volta dal ballottaggio, per lasciare il posto a un outsider come Macron. François Fillon, rappresentante di un centro destra che più catto-clericale non si può, amico dell’Iran oltre tutto, è un segnale a tutto il centro destra italiano, da Berlusconi a Salvini/Meloni, una vecchia destra che fa il paio con la vecchia sinistra, nemmeno quella estrema, che ricorda molto il semi defunto partito comunista francese, ma proprio quella parte del PD schierata contro Matteo Renzi, l’unico che nello schieramento politico italiano può essere paragonabile a Macron, a patto che… A patto che mantenga quanto afferma nei suoi interventi, fin troppo carichi di inviti a restare, tanto poi andremo d’accordo… così Renzi rischia di andare incontro a una sconfitta, il partito nuovo che finora a cercato di fondare andrà ad aggiungersi a quelli che nelle prossime elezioni non conteranno più nulla, come avvenuto in Francia o avranno il modesto ruolo di comprimari.
La parte interpretata da Macron avrà in Italia il nome di Grillo e dei 5 stelle, avendo saputo avvolgere in una nube velenosa di menzogne la mancanza di intelligenza,cultura,programmi,professionalità – e persino avendo abolito il nome ‘partito’ – come Macron ha chiamato il suo ‘En Marche!’. Ecco come Ugo Volli giudica il partito di Grillo: “Il problema non è tanto di contrapporre i vecchi partiti che abbiamo già visto essersi in gran parte squagliati, il problema è tenere fermi i principi di una società aperta e democratica. La distinzione è tra chi vuole una società liberale, in senso politico, e chi autoritaria. Abbiamo un partito politico che rischia di essere il primo alle prossime elezioni che non ha mai avuto un congresso in vita sua, il cui leader è sancito quasi per diritto divino, il vice leader è l’erede in quanto figlio del fondatore e il cui controllo sulla vita politica interna è data a una piattaforma che è di una società privata a scopo di lucro”.
È questo che vuole Matteo Renzi? Non credo. Allora faccia tesoro degli insegnamenti che ci giungono dalle presidenziali francesi e si metta... in marcia! I vecchi partiti hanno fatto il loro tempo anche da noi, abbia il coraggio di mettersi, da vero leader politico quale ha dimostrato di essere, alla testa di una forza politica nuova nei contenuti, non imiti più il Papa, a ognuno il proprio ruolo, guardi in faccia la minaccia del terrorismo e -finalmente- si renda conto dell’invasione silenziosa dell’islam – sì, dell’islam- che se non fermata cancellerà la nostra identità, è in arrivo una società le cui regole distruggeranno ogni forma di democrazia. Smascheri Grillo e la sua troupe di pericolosi politicanti, a costo cambiare anche il PD. La fortuna aiuta gli audaci, lo sia come Macron, difenda i valori dell’Occidente, critichi la politica dell’Unione Europea non solo per questioni legate all’economia, ma soprattutto per la cecità dimostrata finora da una politica buona solo a produrre chiacchiere. Aiuti l’Europa a cambiare, non sarà facile né in tempi brevi, ma un cambiamento forte ci vuole. Queste sono le qualità che gli elettori cercano in un vero leader. Per poi premiarlo con il voto.
Angelo Pezzana