Le elezioni in Francia: l’assenza della guerra al terrorismo islamico
Analisi di Angelo Pezzana
Emmanuel Macron, Marine Le Pen
Emmanuel Macron e Marine Le Pen, un punto di percentuale di differenza, sono i due vincitori che si disputeranno le chiavi dell’Eliseo il prossimo 7 maggio. Una vittoria che tutti i media danno per scontata, quella di Macron, dato che sul suo nome convergeranno i voti di quanti –per certo- escluderanno per principio la leader del Fronte Nazionale. A meno di un miracolo/incubo, naturalmente.
La prima riflessione sul voto dell’altro giorno è alquanto banale: a parte quel resta dei partiti ideologici, presenti soprattutto nella sinistra, gli elettori hanno scelto il meno peggio. L’uscita di scena di Hollande ha pesato sulla disfatta dei socialisti, così come l’estremismo e la connivenza con i comunisti non ha giovato alla sinistra che ormai non ha più una identità precisa. Giustamente gli elettori di sinistra l’hanno capito. Non è andato meglio quello che potremmo classificare come centro-destra,il partito di François Fillon, più che gli scandali familisti è stato travolto da un programma confuso, che mischiava promesse per rivolgersi a una parte dell’elettorato della Le Pen, ma non diceva come combattere sul serio il terrorismo islamico. Ne ha tratto vantaggio Macron, che ha avuto l’intelligenza spregiudicata di rivolgersi a destra e a sinistra, per descrivere come la Francia può “cambiare in meglio”, senza indicare attraverso quali riforme precise, ma godendo del sostegno dei media, più di ogni altro candidato. L’argomento comune a tutti avrebbe dovuto essere il terrorismo, anche perchè La Francia è il paese europeo che finora ha subito il maggior numero di attacchi, dimostrandosi però incapace di affrontarlo seriamente, con l’eccezione delle manifestazioni in ricordo delle vittime, occasioni nelle quali le parole volavano alto, ma a cerimonie finite tutto tornava come prima.
Il successo di Marine Le Pen, al di là del consenso elettorale di provenienza neofascista, è dovuto alle sue determinate posizioni anti terrorismo islamico, che hanno fatto confluire sul FN consensi trasversali. Non avendo mai avuto responsabilità governative, non doveva giustificare alcun insucesso. Di fronte al terrorismo il caso della Francia non è isolato. Tutti i paesi membri dell’Unione Europea, chi più chi meno, non solo non hanno ancora definito una politica comune per stroncarlo, anzi, non si sono ancora nemmeno resi conto del pericolo rappresentato dalla invasione silenziosa dell’islam nel nostro continente, nel termine non immediato, ancora più letale. Questo atteggiamento, cieco e incosciente, include le scelte dei vari governi, nessuno escluso, e le analisi di gran parte dei cosiddetti ‘esperti’. Italia compresa.
Ieri IC ha pubblicato l’analisi di Ugo Volli che documenta con numeri e statistiche precise quello che si sta verificando nel nostro paese (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=66107). È mai possibile che nessuna forza politica responsabile, al governo o all’opposizione, non si senta responsabile di questo silenzio ? L’Italia, insieme all’Europa, fra pochi anni dovrà prendere atto, senza più potere porvi rimedio, della fine della nostra identità nazionale, ma anche civile, culturale, sociale. Ci stiamo arrivando.
Angelo Pezzana