sabato 23 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Ugo Volli
Cartoline
<< torna all'indice della rubrica
Compatite i poveri Cananei 03/04/2017
Compatite i poveri Cananei
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

A destra: il dittatore "moderato" Abu Mazen

Cari amici,

per fortuna nella vita, al di là di tristezza e tragedie, ci sono anche un sacco di cose buffe e allegre di cui ridere. E lo stesso accade in quello strano frullato della vita che è Internet. Una delle fonti più generose di divertimento, se solo si è capaci di superare la rabbia, sono le dichiarazioni dei palestinisti. I quali certamente incitano i loro ragazzi al terrorismo, spiegano ai bambini che gli ebrei non sono davvero umani, onorano gli assassini dedicando loro piazze, strade e scuole come mai la Germania nazista ha fatto con Himmler, Heydrich o Eichmann. Ma si inventano anche un sacco di teorie buffe, dai cinghiali sionisti che devasterebbero i loro campi al Tempio di Gesuralemme che era una moschea mille anni prima che Maometto fosse concepito alla Mecca.

Ma la cosa più divertente sono le teorie che fanno a proposito delle proprie origini. Per via del nome “palestinesi” che si sono attribuiti a partire da cinquant’anni fa, spesso si dicono discendenti dei Filistei, senza badare troppo al fatto che i Filistei erano parte dei “popoli del mare” che imperversarono nel Medio Oriente un po’ più di tremila anni fa, provenendo da Creta e prima del continente, di lingua indeouropea (dunque senza nessun rapporto con gli arabi). La parola viene da una radice semitica che significa invasori. Altre volte si dicono “Natufiani”, “Kenuniti” (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=52493), parole che indicano popoli di cui sappiamo poco, se non che erano presenti in Medio Oriente quattro o cinquemila anni fa e che sono spariti nei vortici della storia, come del resto i filistei, di cui nessuno ha più sentito parlare da tremila anni.

Quel che gli piace di più nell’ultimo periodo è definirsi “Cananei” (http://elderofziyon.blogspot.com/2017/03/alternative-facts-abbas-tells-german.html), che è una denominazione abbastanza nota per via della Bibbia. Canaan era il nome delle popolazioni locali contro cui gli ebrei dovettero combattere venendo dall’Egitto. Erano semiti, ma politeisti, vivevano soprattutto nella piana costiera, fra l’altro erano in guerra coi Filistei che li avevano invasi. Furono eliminati anche loro intorno ai tempi del regno di Salomone. Oggi è addirittura il dittatore dell’Autorità Palestinese Muhammed Abbas a sostenere la teoria che i “palestinesi” attuali sarebbero i vecchi cananiti (https://unitedwithisrael.org/another-abbas-lie-palestinians-are-the-real-canaanites/). Perché dire una sciocchezza del genere?

La ragione è semplice. Il popolo “palestinese” è un’invenzione recente, non se ne parlava prima degli anni Sessanta. C’erano gli arabi, naturalmente, ma la denominazione “palestinese” si riferiva a ciò che stava in quella regione geografica, secondo un nome imposto dai Romani al tempo di Adriano, quando cercarono di spiantare la presenza ebraica, e poi ripreso da geografi e storici europei che non volevano parlare di Terra di Israele o di Giudea, per ragioni religiose. Durante il mandato britannico, che si chiamò “di Palestina” c’erano palestinesi ebrei e arabi, l’orchestra sinfonica palestinese, che poi era quella degli ebrei, il “Palestine Post” che fu poi ribattezzato Jerusalem Post e ancora si pubblica e perfino la “sezione palestinese” del Congresso Sionistico.

A parte la denominazione collettiva, la maggior parte della popolazione araba della zona è fatta di immigrati, arrivati dopo la metà dell’Ottocento e fino a tutto il mandato britannico in seguito al progresso economico provocato dalla crescita delle popolazione ebraica di provenienza europea: ci sono numerosi documenti che lo dimostrano, dai dati dei censimenti, ai numerosi cognomi con riferimenti geografici, alle ammissioni stesse che hanno fatto talvolta i loro capi (se non ci credete guardate solo questo video in cui il “ministro degli interni” di Hamas usa questo argomento per ottenere aiuti economici: https://www.youtube.com/watch?v=Bd3tA_dAl-A.

Risultati immagini per ancient palestinians
Gerusalemme prima della fondazione dello Stato di Israele

Insomma fanno molta fatica a interpretare la parte degli “indigeni” che si sono assegnati, non hanno storia (qualcuno sa indicare il nome di un politico, di un artista, di un capo religioso, di uno scrittore “palestinese” che sia vissuto prima del 1900? Uno solo?) e allora copiano in maniera grottesca la storia ebraica e notate spesso lo fanno a partire dalla Bibbia, perché nel Corano né la Palestina, né i Cananei né i Palestinesi, né Gerusalemme sono mai citati. Se non ci credete, provate a leggere o a esplorare con gli strumenti di ricerca una qualunque edizione del Corano, per esempio questa: http://www.corano.it/corano.html. Quindi, proprio perché non erano lì – come poolo – prima di Arafat, devono dire, in maniera goffa e piuttosto ridicola, che erano lì prima di Abramo (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/213345).

Ma c’è di più. La maggioranza dei “palestinesi” l’abbiamo visto, vengono dall’Egitto, dalla Siria, dalla penisola arabica. Qualcuno sarà discendente degli invasori che la conquistarono nel VII secolo: ma pochi, perché nel mondo musulmano Gerusalemme non è mai stata importante, non è mai servita da capitale di un regno e neppure di una provincia, e la “Palestina” è stata a lungo sostanzialemnte disabitata dagli arabi, abbandonata ai beduini nomadi, e agli ebrei e ai cristiani che invece se ne interessavano. Ancora nel 1860, il censimento turco mostra che Gerusalemme aveva solo 20 mila abitanti circa, di cui la metà ebrei, un quarto cristiani e solo poco meno di un quarto musulmani. Altri saranno i resti di varie altre invasioni (curdi, mongoli, turchi) che hanno preso possesso della città.

Ma vi è anche probabilmente una parte di origine ebraica, i sopravvissuti della popolazione antica che non emigrarono e riuscirono a sopravvivere nei secoli alle invasioni, ma per farlo cedettero alle pressioni economiche e alla violenza, convertendosi all’Islam. Sono testimoniati comuni costumi, elementi architettonici (https://shavei.org/palestinians-jewish-roots/), nomi (http://www.jpost.com/Magazine/Features/The-lost-Palestinian-Jews), radici biologiche. C’è chi sostiene che la maggior parte dei “palestinesi” abbia queste origini (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/132800, http://blogs.timesofisrael.com/most-palestinians-are-descendants-of-jews/). E’ interessante che queste argomentazioni vengano prese in considerazione anche dall’organizzazione religiosa che si occupa in generale del recupero degli ebrei “sommersi”, Shevevi Israel (http://mondoweiss.net/2008/09/israeli-historian-palestinians-are-biological-descendants-of-bibles-jews/). Non intendo entrare nel merito di questa discussione, che certamente è molto delicata. Vorrei solo far notare che questi ebrei assimilati dall’Islam, in quanto abitatori antichi della terra, avrebbero certamente titolo più degli invasori antichi e degli immigrati economici recenti, a rivendicarne parte del possesso. Ma i palestinisti si guardano bene dal parlarne. Perché se dovessero basare le loro pretese sulla presenza di ex ebrei, dovrebbero accettare automaticamente anche il diritto degli ebrei che si sono mantenuti tali. E invece, per puro odio verso gli “esseri inferiori”, “discendenti dai maiali e dalle scimmie” che appartengono al popolo di Israele, preferiscono dirsi “Natufiani”, “Kenuniti”, Filistei, Cananiti, tutti popoli usciti dalla storia tremila anni fa almeno, che ebrei convertiti. Guardate la potenza dei simboli: i perdenti, che non mancano mai l’occasione di perdere un’occasione, che eleggono come proprio antenato antiche tribù senza eredità. Quando si dice la vocazione alla sconfitta...

Immagine correlata
Ugo Volli - clicca sulla copertina del libro per tutte le informazioni e procedere all'acquisto


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT