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Il Foglio Rassegna Stampa
03.04.2017 Il cristianesimo in Iraq è finito. Ma il Vaticano continua a ritenere l'islam una religione di pace
Cristiani da 1,5 milioni a 250mila in 14 anni

Testata: Il Foglio
Data: 03 aprile 2017
Pagina: 1
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «'Il cristianesimo in Iraq è finito'»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 03/04/2017, a pag. I, con il titolo "Il cristianesimo in Iraq è finito", la breve tratta dall' Independent.

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Cristiani iracheni in preghiera

Il cristianesimo è morto in Iraq”, ha detto il vicario di Baghdad Canon Andrew White, a capo dell’unica chiesa anglicana in Iraq prima di uscire dal paese nel 2014. “I cristiani provenienti dall’Iraq e dalle aree dell’Isis dicono tutti la stessa cosa, non c’è modo di tornare indietro. Essi ne hanno abbastanza. C’erano circa 1,5 milioni di cristiani (il sei per cento della popolazione) in Iraq nel 2003, ma oggi ne restano 250 mila”. Anche padre Emanuel Youkhana, capo della chiesa siro orientale, ha detto che non vede un futuro per i cristiani a Mosul. C’erano circa 35 mila cristiani a Mosul una decina di anni fa, oggi ne restano venti. White ha anche difeso le misure di Trump per limitare il viaggio dal medio oriente verso gli Stati Uniti, lodando il nuovo presidente per voler aiutare “i cristiani perseguitati” nella regione. “Ho cercato di invitare alcuni jihadisti a cena una volta. Mi hanno detto che sarebbero venuti, ma anche che avrebbero dovuto tagliarmi la testa. Non pensavo che sarebbe stato un bel modo di finire una cena”. C’era poca scelta per i cristiani davanti all’Isis. “Convertirsi, scappare, o morire”. I cristiani iracheni erano una delle ultime comunità al mondo a parlare l’aramaico, la lingua di Gesù.

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