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Shalom Rassegna Stampa
01.04.2017 Non possono esistere ‘zone franche’ per l’antisemitismo
Ruth Dureghello scrive al Ministro Orlando e al vice presidente del CSM

Testata: Shalom
Data: 01 aprile 2017
Pagina: 19
Autore: Ruth Dureghello
Titolo: «Non possono esistere ‘zone franche’ per l’antisemitismo»

Riprendiamo da SHALOM, marzo 2017, a pag.19, con il titolo "Non possono esistere ‘zone franche’ per l’antisemitismo" la lettera aperta della presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello al  Ministro Orlando e al vice presidente del CSM.

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Ruth Dureghello

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Il Ministro Orlando

Con grande inquietudine e preoccupazione vi scrivo in merito alla recente sentenza emessa dal GUP del Tribunale di Roma, riportata tra l’altro da alcuni organi di stampa, sulla base della quale due tifosi denunciati per diffusione di odio razziale dopo aver intonato il triste e ricorrente coro “giallorosso ebreo”, sono stati prosciolti perché il fatto non sussiste. Secondo le motivazioni della sentenza, per quanto è dato leggere nei citati articoli di stampa, le espressioni incriminate sono state ritenute confinabili all’ambito di una rivalità di tipo sportivo il cui intento era la mera derisione sportiva e non discriminatoria tale per cui “le modalità di accostamento della parola ebreo a giallorosso non costituiscono”, citando la sentenza, “alcun concreto pericolo di diffusione di un’idea di odio razziale e di superiorità etnica”. Si tratta indubbiamente di un precedente allarmante per la giustizia di questo paese che, in sostanza, legittima l’utilizzo dell’aggettivo ebreo in forma dispregiativa e razzista e comunque come strumento di derisione durante gli eventi sportivi. È ineluttabile il rischio che deriverà da una acritica e passiva accettazione di questa linea di pensiero che verrà inevitabilmente assunta come scriminante rispetto a condotte che obiettivamente non meritano di trovare alcun ingresso in qualunque contesto e ancor meno legittimazione. Le manifestazioni sportive diverrebbero altrimenti “zone franche” dove esprimere in libertà commenti razzisti e antisemiti. Mi rivolgo quindi a voi con lo scopo di ribadire che in questo paese gli antisemiti, unico aggettivo in grado di qualificare chi deride un tifoso avversario appellandolo “ebreo”, siano perseguiti e condannati e non ci sia spazio per alcuna ambiguità, soprattutto nelle aule dei nostri Tribunali. La nostra Costituzione e la Legge Mancino rappresentano due pilastri fondamentali del nostro sistema normativo dei quali, come cittadini italiani, primi tra tutti ad essere orgogliosi dei valori liberali e democratici della nostra Nazione, sentiamo il bisogno di una corretta applicazione. Solo pochi giorni fa, durante il Giorno della Memoria, abbiamo ricordato come un crescente clima di antisemitismo nella società italiana, maturato anche nelle aule di giustizia, fu il preludio al dramma della Shoah. Per questa ragione è ancor più necessario intervenire per far sì che questa sentenza, che stentiamo a comprendere per la sua astratta devastante portata e le cui motivazioni attendiamo di leggere con interesse e allarme, non produca risultati nefasti soprattutto in prossimità di eventi sportivi carichi di rischi, tensioni e conflittualità.

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