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L'Osservatore Romano Rassegna Stampa
30.03.2017 Per L'Osservatore Romano Iran e Russia sono i fattori della stabilità mediorientale
Quindi baluardi contro il terrorismo

Testata: L'Osservatore Romano
Data: 30 marzo 2017
Pagina: 3
Autore: La redazione dell'Osservatore Romano
Titolo: «Mosca e Teheran per la stabilità del Medio Oriente»

Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 30/03/2017, a pag. 3, la breve "Mosca e Teheran per la stabilità del Medio Oriente".

A destra: l'Iran: "Terroristi? Quali terroristi?"

Secondo l'organo vaticano Iran e Russia sarebbero i baluardi contro il terrorismo islamico nel mondo. E' il frutto di un rovesciamento completo della realtà, poiché l'Iran è il più grande sponsor del terrorismo islamico a livello internazionale. Inoltre il regime fondamentalista degli ayatollah marcia verso il nucleare a ritmo spedito: una minaccia di fronte a cui OR rimane del tutto indifferente.

Ecco la breve:

L'obiettivo comune di Russia e Iran è «il rafforzamento della stabilità in tutto il Medio oriente». E' quanto si legge nella dichiarazione conclusiva del vertice tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il suo omologo iracheno, Hassan Rohani, tenutosi ieri a Mosca. Consapevoli degli avvertimenti di Israele e degli Stati Uniti, che considerano Teheran una minaccia per la sicurezza nella regione, Rohani e Putin hanno precisato che il loro dialogo «non è diretto contro paesi terzi». Putin e Rohani hanno sottolineato i pericoli dovuti all'aumento del terrorismo di matrice jihadista in diverse zone del mondo e hanno chiesto alla comunità internazionale di concentrare gli sforzi contro tale minaccia.

Per questo Rohani ha assicurato che Teheran «appoggerà fino alla fine le azioni militari russe in Siria» e insieme a Putin ha insistito nel ribadire che «non c'è alternativa alla soluzione pacifica del conflitto in quel paese». Mosca e Teheran sono impegnate nel dialogo tra le parti in Siria e nel rispetto della tregua in atto nelle regioni dove non sono presenti gruppi legati al cosiddetto stato islamico (Is). Di particolare rilievo — sottolineano gli analisti — il comune impegno dei due presidenti al fianco del leader siriano, Bashar Al Assad.

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L'Iran verso il nucleare

Alla partenza per Mosca, Rohani aveva detto che Iran e Russia «valutano allo stesso modo la minaccia del terrorismo ed entrambi si oppongono a modifiche delle frontiere» dei paesi dell'area mediorientale. Esperti russi e iraniani stanno collaborando anche nella redazione del testo della nuova costituzione, uno dei punti focali del processo di pace, come sancito anche dai risultati dei colloqui a Ginevra. Putin e Rohani hanno lanciato l'allarme sul peggioramento della situazione in Afghanistan proprio a causa della «crescente minaccia terroristica» e dell'inasprimento dei combattimenti tra il governo di Kabul e i talebani, che hanno guadagnato terreno negli ultimi mesi. A tal proposito Putin ha chiesto di coinvolgere Teheran negli sforzi per avviare negoziati tra le due parti, cosa a cui Washington si è sempre opposta. Quanto all'accordo sul nucleare iraniano, Putin si è congratulato con il suo interlocutore, riconoscendogli di rispettare in pieno gli obblighi nei confronti della comunità internazionale, e ha difeso il diritto di Teheran allo sviluppo pacifico del suo programma. «L'Iran è un nostro buon vicino e un partner stabile e fidato — ha detto Putin al termine del colloquio — quindi cooperiamo in modo efficace praticamente in tutti i settori».

Numerosi poi gli accordi economici siglati in occasione della visita. Rohani ha ricordato: «Siamo tutti e due paesi produttori di petrolio e di gas, ma possiamo avere relazioni molto costruttive e, proprio nel settore energetico, esistono molteplici e importanti occasioni per investimenti russi in Iran».

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ornet@ossrom.va

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