E’ primavera alle Nazioni Unite?
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
http://www.jpost.com/Edition-Francaise/International/Printemps-onusien-485229
Donld Trump Nikki Haley
Eravamo abituati alle dichiarazioni di condanna della Commissione dei Diritti Umani, che prendono seri provvedimenti quando si tratta di condannare Israele, poi, per un momento, abbiamo creduto che si sia fatto un passo in avanti nel contrastare l’offensiva lanciata contro Israele nei più alti organismi internazionali.
Ecco l’antefatto. Un rapporto commissionato dalla Commissione Economica e Sociale delle Nazioni Unite per l’Asia e pubblicato il 15 marzo 2017, afferma che Israele è uno Stato d’apartheid, rendendosi colpevole di crimini contro l’umanità; il rapporto, pretendendo di affidarsi “ad un’inchiesta rigorosa e a delle prove inconfutabili” (sic) sollecita tra l’altro un’azione concertata dei Paesi membri per sostenere e sviluppare le attività di boicottaggio, in attesa della convocazione di una conferenza globale per definire le misure da prendere da parte del Consiglio di Sicurezza e/o dell’Assemblea Generale.
Le conclusioni di questo rapporto sono state immediatamente adottate dalla Presidente della Commissione, la giordana Rima Khalaf, compiacendosi dnelvedere per la prima volta un organismo dell’ONU dire a voce alta e chiara che Israele è uno Stato razzista per aver istituito un regime d’apartheid.
L’Ambasciatore israeliano all’ONU ovviamente si è indignato, ma questa volta non era solo: Canada e Stati Uniti hanno chiesto la revoca del rapporto. A quel punto avviene un colpo di scena, quasi un miracolo, il nuovo Segretario Generale delle Nazioni Unite, l’ex Primo Ministro portoghese Antonio Guterres, comunica che questo rapporto non riflette la posizione dell’Organizzazione e lo fa cancellare dal sito internet della Commissione. Irritata, Rima Khalaf si dimette.
Rima Khalaf
Occorrerebbero dei versi poetici per raccontare quel che sta accadendo all’ONU, evocare una brezza primaverile che scioglie rapidamente la banchisa in cui era immobilizzata da decenni la più importante delle istituzioni internazionali.
Tutto ha avuto inizio con una serie di dichiarazioni fatte da Donald Trump, allora candidato alla Presidenza degli Stati Uniti, che assicurava che la sua America non avrebbe più abbandonato Israele indifesa di fronte agli attacchi dei suoi nemici sulla scena internazionale.
Nikki Haley, scelta dal Presidente per rappresentare gli USA all’ONU, si è indignata al momento della sua audizione di conferma davanti al Senato contro quello che lei ha definito "l’ossessione dell’organizzazione contro Israele"; un tema ripreso dopo la sua prima partecipazione ad una riunione del Consiglio di Sicurezza, mettendo in risalto che gli Stati Uniti erano determinati a intervenire contro i pregiudizi anti israeliani dell’ONU, ricordando incredibili casi di doppio standard, aggiunse: “Noi non permetteremo che delle risoluzioni inique condannino Israele”.
Possiamo allora parlare di una primavera dell’ONU? Chissà? La storia ci ricorda che una rondine non fa primavera. L’abbiamo già visto con la Primavera di Praga e la Primavera araba così presto trasformate in un inverno glaciale. Nell’attesa, perché rinunciare a questo piacere?
Quanto alla Signora Rima Khalaf, ha appena ricevuto dalle mani di Abu Mazen la più alta decorazione dell’Autorità Palestinese.
Michelle Mazel è una scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron”. Le sue recensioni sono pubblicate sull’edizione settimanale in lingua francese del Jerusalem Post