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Informazione Corretta Rassegna Stampa
24.03.2017 L’Olanda del dopo-elezioni: cosa cambia per Israele e ebrei
Commento di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 24 marzo 2017
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «L’Olanda del dopo-elezioni: cosa cambia per Israele e ebrei»

L’Olanda del dopo-elezioni: cosa cambia per Israele e ebrei
Commento di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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"Sharia per l'Olanda"

Sono stati pochi i commenti sulle possibile conseguenze per Israele e per gli ebrei olandesi dopo le elezioni politiche dello scorso 15 marzo, anche se l’attenzione sul risultato è stata alta a livello internazionale, anche a causa della tensione creatasi fra Olanda e Turchia, quando il Primo Ministro Mark Rutte, leader del Partito liberale, aveva proibito l’arrivo del Ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusogluto all’aeroporto di Amsterdam. In risposta, il Presidente Erdogan aveva dato del nazi-fascista al suo alleato Nato.Anche alla ministra turca della famiglia, Fatma Sayan Kaya, era stato impedito di raggiungere il consolato turco a Rotterdam prima di essere espulsa dal paese. Compito di entrambi i ministri era convincere i cittadini turco-olandesi di votare al referendum turco del prossimo 16 aprile che permetterà a Erdogan di gestire in maniera pressoché totale il potere. Ci si chiede se Rutte avrebbe preso una decisione simile se non ci fossero state di mezzo le elezioni parlamentari.

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Mark Rutte

Infatti ha ottenuto il consenso di tutti i partiti più importanti, con l’unica eccezione di DENK, un piccolo partito turco-marocchino, schierato pro-Erdogan. La forte decisione di Rutte verso i ministri turchi ha dato i suoi frutti. Anche se ha perduto otto seggi, il suo partito è rimasto il più votato, ottenedendo 33 seggi su 150. Uno dei leader del Partito liberale, Hans Wiegel, ha sottolineato come le dichiarazioni di Erdogan siano state di aiuto per il suo partito. Il Partito della Libertà di Geert Wilders è arrivato secondo, con 5 seggi in più. Fra gli eletti, Gidi Markuszower, un membro attivo della comunità askenazita. L’alleato laburista di Rutte è stato invece decimato, perdendo 29 seggi sui 38 che aveva. È stato il crollo più grande in assoluto dalla 2a seconda guerra mondiale. Da una prospettiva israeliana, è questo il risultato elettorale più positivo.

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Geert Wilders

Il Partito laburista era il più ostile a Israele. Il suo leader Michel Servaes, fanatico odiatore anche se affermava sempre di avere una madre ebrea, non rientrerà in parlamento. Come è successo anche all’ex Ministro degli Esteri Bert Koenders, anche lui anti-Israele, che non è stato rieletto. Nel nuovo parlamento è entrato anche il Partito liberale di sinistra D66, con soli 19 deputati, durante la campagna elettorale il leader era l’ ex diplomatico olandese Sjoerd Sjoerdsma, acceso anti-israeliano. Ma se nel governo di coalizione entrerà anche il partito dei verdi (Groen Links, Sinistra Verde), anch’esso fortemente anti-israeliano, la compagine governativa sarà peggiore di quella precedente. I verdi sono stati i veri vincitori delle elezioni, passando da 4 seggi a 14. Negli anni passati, i Cristiani Democratici (CDA), passati oggi da 13 a 19 deputati, hanno sempre svolto un ruolo chiave in parlamento, esprimendo sempre posizioni favorevoli a Israele. Tranne una eccezione, non hanno mai sostenuto le proposte dai partiti dell’estrema sinistra.

La vittoria di Donald Trump alla presidenza Usa potrebbe rafforzare questa posizione, ma se non avverrà, il parlamento potrebbe sbilanciarsi contro Israele. Israele ha perduto uno dei suoi grandi sostenitori, il piccolo Partito VNL, formatosi da una scissione del Partito della Libertà nella precedente legislatura, ma che non ce l’ha fatta a rientrare. I suoi due parlamentari, Joram van Klaveren e Louis Bontes, erano noti per intervenire con interrogazioni ai ministri su eventi contro ebrei o Israele. Un altro aspetto negativo è il partito DENK, rappresentato in parlamento da due deputati turco-olandesi e uno marocchino-olandese, che a Rotterdam ha ricevuto l’8% dei voti, da oggi sarà il partito più anti-Israele. Il suo leader, Tunahan Kuzu fu al centro della attenzione internazionale quando si rifiutò di stringere la mano a Benjamin Netanyahu quando nel 2016 venne in visita in Olanda. L’azione contro i ministri turchi ha provocato disordini a Rotterdam. Olandesi di origine turca hanno sfidato le forze speciali della polizia con lanci di ogni tipo, urlando “ ebrei” e “ebrei cancro”, dimostrando così ancora una volta come al centro dell’identità di molti musulmani olandesi l’elemento più vistoso è l’antisemitismo.

Ci si chiede se questa violenza dei turchi olandesi contro ebrei e Israele possa ripetersi se dovesse verificarsi una nuova guerra con Gaza. Dopo la rivolta di Rotterdam al Rabbino Capo olandese Binyomin Jacobs fu chiesto che ne pensava, ricordando anche gli attacchi musulmani del 2014 alle sinagoghe in Francia: “ Spero di sbagliarmi” disse “ ma non sarei sorpreso se accadesse anche qui”. In diverse occasioni, da Israele, c’è chi dichiara che l’Olanda è in Europa uno dei paesi più amici di Israele. Meglio se stessero zitti. In una analisi sulla vera politica olandese, l’ex Ministro degli Esteri olandese Uri Rosenthal, aveva riassunto la situazione correttamente qualche anno fa: “In questi anni il sostegno politico olandese a Israele è fortemente diminuito”. A ridosso delle elezioni, il Partito Socialista di estrema sinistra ha presentato una mozione parlamentare affinchè l’Unione Europea annulli gli accordi con Israele. La mozione non è passata, ma è stata votata da Sinistra Verde, Laburisti e D66.

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Manfred Gerstenfeld è "Emeritus Chairman of the Jerusalem Center for Public Affairs"
Ha ricevuto il "Lifetime Achievement Award by the Journal for the Study of Antisemitism" e l' " International Leadership Award" dal Simon Wiesenthal Center.
Collabora regolarmente a Informazione Corretta.
.E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte, recensita alla pagina http://jcpa.org/book/the-war-of-a-million-cuts-the-struggle-against-the-delegitimization-of-israel-and-the-jews-and-the-growth-of-new-anti-semitism


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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