Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 24/03/2017, a pag. 1-7, con il titolo "Ora anche il Parlamento indaga sulle navi delle Ong, mistero sui finanziamenti", l'analisi di Francesco Grignetti.
Molto corretto il pezzo di Grignetti, il ruolo delle Ong, non soltanto in questo caso, supera il livello di ambiguità verso il terrorismo, avvicinandosi sempre più a quello della complicità.
Francesco Grignetti
Una imbarcazione di profughi nel Mediterraneo
La denuncia del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che ha raccontato in Parlamento tutti i suoi dubbi e le perplessità quanto al lavoro delle navi umanitarie che stazionano di fronte alla Libia e caricano a bordo migliaia di migranti, ha convinto la Commissione Difesa del Senato che era necessario avviare immediatamente un’indagine conoscitiva.
«Ci sono - spiega il presidente della commissione, il senatore Nicola Latorre, Pd - troppi punti interrogativi. Vogliamo chiarirci, rispondere a qualche curiosità... E chissà se non aiuteremo a svelare qualche magagna». Va da sè che il governo non è contrario all’iniziativa, anzi.
L’inchiesta dei senatori partirà con la convocazione dell’ammiraglio Enrico Credendino, responsabile della missione Eunavformed, di Vincenzo Melone, comandante generale della Capitaneria di porto, del responsabile di Frontex. Saranno invitate poi tutte le Ong impegnate con imbarcazioni nell’area del Mediterraneo. «L’indagine - conclude Latorre - sarà uno strumento importante per mettere a disposizione del Parlamento e del governo tutto il materiale utile per eventuali iniziative che si renderanno necessarie». Il sospetto, che dopo le parole di Zuccaro è anche più di un sospetto, ma una pista investigativa, è che qualcuna tra le Ong sia finanziata da chi ha interesse ad alimentare il flusso dei migranti. Il metodo è sempre lo stesso: seguire i soldi. E non si esclude che, seguendo i soldi, potrebbero venire sorprese sconcertanti sia su chi fa da sponda in Italia, sia all’estero.
La spesa per le navi umanitarie in effetti è imponente. Le Ong sono associazioni di volontariato che noleggiano navi per l’occasione a prezzi da capogiro. Una di loro, la «Moas», con sede a Malta, spende 400 mila euro al mese per affittare due droni con cui pattugliano le acque libiche; hanno poi due navi in mare e l’affitto di una nave costa circa 300 mila euro al mese. Si consideri che nell’autunno scorso ce ne erano ben 13 davanti alla Libia. Anche in questo inizio di 2017, nonostante alcune Ong ancora non siano pronte, il 50% dei salvataggi in mare lo stanno facendo loro. E questi sono i numeri: 20.674 persone raccolte in mare dall’1 gennaio al 22 marzo, 42,66% in più rispetto agli stessi giorni del 2016.
Per ora, però, sono supposizioni. Ma se si ascoltano i senatori di destra, l’indagine dovrà essere propedeutica a contrastare in tutti i modi queste Ong. «Lungi dal limitarsi alla loro funzione umanitaria, di fatto stanno contribuendo al trasporto di clandestini in Italia, alimentando le attività di trafficanti di persone e degli scafisti», accusano Paolo Romani, Maurizio Gasparri e Bruno Alicata, Forza Italia.
E la questione dei migranti diventa, una volta di più, motivo per avanzare sospetti su manine straniere. Agli occhi dei leghisti, infatti, non sfugge la gran presenza di Ong tedesche tra quelle che soccorrono i migranti davanti alle coste libiche per scaricarli in Italia. Ed è nuova benzina sul fuoco delle polemiche con Berlino: «C’è un problema politico di fondo - dice Alessandro Pagano, Lega - cui qualcuno deve rispondere. La Cancelliera è stata interrogata da qualcuno in merito o ci troviamo per l’ennesima volta succubi e sotto scacco dei tedeschi?». Gli fa eco Paolo Grimoldi: «Il governo italiano impedisca l’ingresso in acque territoriali italiane, utilizzando le navi della nostra Marina militare, a queste navi straniere che violano le convenzioni internazionali. Se non verrà impedito lo sbarco di queste navi, si renderanno complici dei nuovi trafficanti».
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