Riprendiamo da PANORAMA di oggi, 23/03/2017, a pag. 34, la breve "Israele vieta l'accesso a chi lo boicotta".
Il titolo disinforma ed è il contraddizione con il testo dell'articolo, che invece riporta i fatti. Nessuno verrà bloccato all'aereoporto e rispedito a casa, nemmeno gli aderenti al movimento antisemita e razzista Bds. Non verrà concesso di entrare nuovamente in Israele soltanto nel caso in cui, durante la prima visita, adottino comportamenti di boicottaggio attivo di Israele, negando il diritto alla autodeterminazione del popolo ebraico e quello all'esistenza di Israele.
Ecco l'articolo:
Il movimento BDS, ieri e oggi: dal 2001 segue orgogliosamente le orme di Hitler
Israele dichiara guerra ai sostenitori del boicottaggio nei suoi confronti. Una nuova legge, approvata dalla Knesset il 6 marzo con 46 voti favorevoli e 28 contrari, punta a impedire agli stranieri che appoggiano queste misure di entrare nel suo territorio. Il presidente della Commissione interna della Knesset, David Amsalem del Likud, ha dichiarato che il provvedimento è rivolto a chi ha superato le linea rossa: «Questi non parlano solo di boicottare gli insediamenti, ma di boicottare lo Stato in quanto Stato senza alcuna distinzione. Parliamo di antisemiti».
Gli attivisti (fra cui anche tanti italiani) che appoggiano il boicottaggio, detto Bds, potranno entrare in Israele una prima volta. Se però andranno nei territori sarà difficile per loro ottenere un altro visto. I primi casi hanno coinvolto personaggi famosi: rifiutato l'ingresso all'attivista del movimento Bds, Isabel Piri, e al direttore di Human Rights Watch in Israele e nei Territori palestinesi, Omar Shakir.
Su The Times of Israel si è espresso Bezalel Smotrich, del partito ortodosso Jewish Home, che ha contribuito alla realizzazione del disegno di legge. Smotrich ha detto che il provvedimento dimostra che Israele «non porge l'altra guancia» e ha accostato la legge alla normativa che limita l'accesso ai musulmani negli Usa, aggiungendo che «ogni nazione sovrana deve impostare le proprie politiche in accordo con ciò che pensa sia meglio per sé». Sul Jerusalem Post, l'ex ministro della Giustizia, Tzipi Livni, è critica. Ritiene che la legge «danneggi Israele e rafforzi i boicottatori», anche perché «a chiunque sia ritenuto pericoloso per Israele è già proibito l'ingresso nel Paese». Inoltre, «chi vuole boicottare Israele continuerà a farlo all'estero».
IL PARERE di Efraim Inbar, Direttore del Begin-Sadat Center for Strategic Studies alla Bar-Ilan University:
Efraim Inbar
È giusto che Israele possa decidere chi debba entrare nel proprio territorio. Noi israeliani non vogliamo che abbia accesso alla nostra terra chi ci odia e ci fa guerra. Nella propria casa ognuno decide chi può entrare e chi deve rimanere fuori: anche noi vogliamo praticare questo principio. Chi aderisce al boicottaggio ha posizioni esagerate nei nostri confronti e pratica una forma di antisemitismo. Questa legge è stata voluta principalmente dai partiti di destra. Certo, la sinistra ha posizioni più liberal. Al momento non ci sono sondaggi che indichino l'indice di gradimento di questa misura nel Paese.
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