Riprendiamo dal MESSAGGERO - ROMA di oggi, 21/03/2017, a pag. 35, con il titolo "il Ghetto diventa 'zona rossa', arriva il rabbino capo d'Israele", la cronaca di Alessia Marani.
Banco di prova per l'imponente security messa in campo da Questura e prefettura per i sessant'anni dei Trattati di Roma che si celebreranno sabato sarà la visita del rabbino capo d'Israele Yitzhak Yosef oggi in Sinagoga, a cui prenderanno parte i rabbini d'Italia. Il ghetto è super-blindato. Polizia, carabinieri e guardia di finanza presidiano l'area raddoppiando le normali misure di sicurezza rafforzando le operazioni di "access control" al Tempio Maggiore dal lungotevere fino al dedalo di vie e vicoli che si snodano fino a largo di Torre Argentina e al Teatro Marcello. Bonifiche in atto nella zona. Gli agenti chiederanno di mostrare i documenti di residenza o di dimostrare di lavorare nell'area per potere entrare. Misure di sicurezza speciali in occasione della tre giorni di incontri a porte chiuse, tra circa duecento rabbini convocati dalia European Jewish Association e dal Rabbinical Centre of Europe, che si concluderà domani pomerigglo in una location alle porte della Capitale. Occasione che ha richiamato anche Yitzhak Yosef.
Il Ghetto e il Tempio maggiore a Roma
IL PROGRAMMA Oggi, dunque, l'evento clou in Sinagoga, finora i duecento "maestri" invece si erano incontrati per discutere di «crescita dei nazionalismi e della minaccia del terrorismo islamico», due facce della stessa medaglia che minano la stabilità europea. Tra le 15 e le 19 il rabbino capo sefardita d'Israele si intratterrà in colloqui privati, tra gli altri, con I'omologo della comunità romana Riccardo Di Segni e il presidente Ruth Dureghello. Nel suo discorso al Tempio Maggiore, dopo la preghiera delle 18, sottolineerà i punti più significativi delle sfide da affrontare, come individui e come comunità. Si tratta della prima volta nella Capitale per Yitzhak Yosef.
I CONTROLLI Già all'indomani degli attentati jihadisti a Parigi del gennaio 2015 i controlli attorno alla Sinagoga erano stati rafforzati. la prefettura stabili d'imperio la chiusura al traffico di via del Tempio e di via Catalana, strade comunali. Duemila, Invece, le donne e gli uomini delle forze dell'ordine che saranno sguinzagliati in città, sabato, quando quaranta leader mondiali e quattro cortei (oltre a un sit-in) sfileranno per il centro. Ma la macchina della sicurezza scalderà i motori fin da giovedì. Cento nuove telecamere saranno posizionate nelle due zone di massima sicurezza e lungo i percorsi dei cortei in aggiunta agli occhi elettronici della videosorveglianza cittadina: serviranno per aiutare i poliziotti a identificare gli eventuali responsabili di scontri e disordini ma, soprattutto, saranno utilizzate come strumento di prevenzione. In queste ore, infatti, la Digos sta valutando i profili di black bloc, antagonisti e frange violente enti-europeiste in collaborazione con le polizie europee e l'intelligence.
I TIMORI L'apprensione maggiore è che a Roma possano diventare nuovamente protagonisti i violenti che due settimane fa scatenarono la guerriglia contro le forze dell'ordine a Napoli durante il corteo anti-Salvini. Sono loro i super-sorvegliati di questi giorni insieme con No Tav ed elementi di galassie dell'ultradestra e dell'ultrasinistra in arrivo dal Nordest. Ad alcuni no-global tedeschi e greci, infine, sarebbe già stato intimato di non lasciare i propri Paesi. A ciò si aggiunge la minaccia terroristica internazionale per cui la guardia non è mai stata abbassata. La Sinagoga sarà blindata.
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