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Il Foglio Rassegna Stampa
20.03.2017 Donald Trump e il modello Reagan
Il delicato rapporto Usa-Russia: perché per Putin Trump è peggio di Obama

Testata: Il Foglio
Data: 20 marzo 2017
Pagina: 2
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «E se Trump si rivelasse un Reagan?»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/03/2017, a pag. II, con il titolo "E se Trump si rivelasse un Reagan?", l'analisi tratta dall' American Interest.

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Donald Trump, Ronald Reagan

Con il suo ultimo intervento sull’importanza di ampliare l’arsenale nucleare degli Stati Uniti, il presidente Trump ha mandato la stampa nel panico, ancora una volta. Ma mentre l’America liberal può aver dimenticato la storia recente, la Russia certamente non lo ha fatto: provocare una corsa agli armamenti nucleari con una Unione sovietica economicamente surclassata è stata la strategia vincente di Ronald Reagan nel 1980”. Così Walter Russell Mead cerca di spiegare la politica di Trump verso la Russia. “Trump è, in altre parole, un incubo per Putin molto, molto più grande del presidente Obama. Se Trump fosse il candidato della Manciuria che la gente continua a voler credere che egli sia, qui sono alcune delle cose che avrebbe fatto: blocco di oleodotti e gasdotti, trattative di apertura per la riduzione degli armamenti nucleari, taglio delle spese militari degli Stati Uniti, distensione con l’Iran.

Che Trump stia progettando di fare esattamente il contrario di queste cose può non essere una buona politica per gli Stati Uniti, ma chi pensa che questa sia una politica di appeasement verso la Russia ha bevuto un po’ troppo. Obama ha fatto tutte queste cose, e nessuno dei media liberal adesso in guerra con Trump ha mai chiamato Obama un ‘fantoccio russo’; invece, hanno preferito vedere in lui un uomo di stato coraggioso, lungimirante e coraggioso. Questa follia si comprende meglio come un attacco di panico irragionevole. I media liberal odiano Trump più di quanto abbiano odiato qualsiasi politico americano da generazioni e non capiscono i suoi sostenitori o le fonti del suo appello. Fra sei mesi o un anno, passeranno da Trump traditore antiamericano e filorusso a chiamarlo pericoloso fascista ultranazionalista. Già si montano entrambi gli attacchi allo stesso tempo: il traditore falco in stile nazista da ‘America First’ e quello che lecca gli stivali a Putin. I media vogliono proporre Trump sia come Neville Chamberlain sia come Adolf Hitler.

Le teste parlanti e i migliori esperti non possono ammetterlo come i nostra media siano estremamente bravi a nascondere i fatti che li fanno sentire a disagio. I media liberal, nella disperata speranza di assestare alcuni colpi a Trump, stanno contribuendo a creare un clima nazionale di allarme e di patriottismo difensivo che porta esattamente al tipo di opinione pubblica che è una manna per i repubblicani e un veleno per i Democratici. E’ possibile che tutte le voci in merito a Trump e Putin siano vere, che Putin abbia materiale per ricattare Trump, o in alternativa che condividano un sogno antidemocratico che cercheranno di imporre al mondo. Ma la politica estera attuale di Trump suggerisce difficilmente un presidente in balia del Cremlino. L’America ha bisogno di una stampa emotivamente stabile per sottoporre il presidente al controllo e allo scrutinio di cui ha bisogno”.

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lettere@ilfoglio.it

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