Riprendiamo da NAZIONE/CARLINO/GIORNO di oggi, 15/03/2017, a pag. 13, con il titolo "Il prof di Le Pen è antipopulista: 'Marine non esca dall'euro' ", l'intervista di Giovanni Serafini a Renaud Camus .
Renaud Camus
Da sinistra: François Fillon, Emmanuel Macron, Marine Le Pen
«L'EUROPA deve aprire gli occhi e rendersi conto che l'invasione islamica è già in atto. Se non vuole che la sua civiltà venga distrutta, deve mobilitarsi e resistere contro la colonizzazione. Io non dico che dobbiamo uscire dall'Europa, dico che semmai è l'Islam che deve uscire dall'Europa». Come Houellebecq, Finkielkraut, Onfray e altri scrittori e filosofi francesi, Renaud Camus appartiene alla cerchia degli intellettuali detestati dalla gauche. Il pericolo, sostiene, è I'accentuarsi dei flussi migratori: se l'Europa non metterà un argine verrà sommersa. Personaggio atipico, adorato da Marine Le Pen con la quale tuttavia non è in totale sintonia, Renaud Camus vive lontano dai centri del potere, in un castellotto dei Pirenei nel villaggio di Plieux, 168 abitanti. Citiamo fra i suoi saggi Le communisme du XXIe siècle, La grande déculturation, Abécédaire de l'Innocence.
Terrorismo, radicalizzazione islamica, assedio dei migranti: l'Europa sta coagulando tutte le paure del mondo? «La minaccia esiste, è visibile e crea la paura. Ma io non penso che I'Europa debba aver paura: deve semplicemente opporsi all'invasione. Alcuni Paesi — dall'Ungheria alla Polonia, dalle Repubblica Ceca alla Slovacchia — hanno iniziato a farlo. Lancio un appello agli altri, alla Germania, all'Italia, alla Francia, affinché si diano una mossa».
La 'resistenza' cui allude deve essere ideologica o fisica? «Prima di tutto ideologica e politica. Se non basterà, dovrà strutturarsi in modo concreto. La storia insegna che il tentativo di occupare e colonizzare un Paese fallisce solo quando gli abitanti si ribellano e lottano contro i colonizzatori. Si possono usare in primo luogo mezzi pacifici alla Gandhi, ma in seguito anche le armi per non essere sopraffatti».
Alcuni leader dell'eurodestra, come Marine Le Pen, propongono di uscire dall'Europa per evitare il virus. «Ah no, io sono un ardente europeista. Non bisogna dividersi, al contrario l'Europa deve restare unita per essere più forte. Dobbiamo puntellarci sulla nostra civiltà: i Paesi che pensano di poter fare da soli non resisteranno».
Che cosa propone in pratica? «Lasciare Bruxelles e spostare la capitale a Vienna, capitale di im grande impero cui manca appunto un impero. Vienna è ai confini della latinità e allo stesso tempo del mondo germanico e anglosassone. Ed è in posizione centrale rispetto al nord e al sud, all'est e all'ovest. In alternativa proporrei Roma, che è già la capitale di un grande Stato, se non addirittura due. Sono anche favorevole alla resurrezione del latino, che secondo me dovrebbe essere una delle lingue ufficiali della nuova Europa».
Lei pensa ad un'Europa esclusivamente cattolica e cristiana? «Cattolica e cristiana, ma anche ebraica, ortodossa o protestante. Non musulmana, comunque».
In cosa consiste la minaccia dell'Islam? «Vuole cambiare la nostra cultura, come hanno fatto tutti i colonizzatori del mondo, vedi la Francia in Algeria e la Gran Bretagna in India».
Crede nella vittoria di Marine Le Pen? «Più che possibile. Macron rappresenta il passato, Fillon è la brutta copia di Sarkozy e la sinistra è morta».
In caso di vittoria il 7 maggio che cosa direbbe alla Le Pen? «Di non abbandonare né l'Europa né l'euro. E di iniziare la battaglia per la difesa della nostra civiltà dai pericoli che la minacciano».
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