Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/03/2017, due servizi su Germania e Francia. Terrorismo sventato a Essen nel primo, la recensione al nuovo libro di Renaud Camus nel secondo.
Daniel Mosseri: " Sventata un'altra strage islamica "
Daniel Mosseri
L'allerta in una città, gli arresti in un'altra. Due giorni dopo la violenza alla stazione centrale di Düsseldorf - dove un malato di mente giovedì sera ha brandito un'ascia contro altri viaggiatori ferendone nove (quattro dei quali in maniera grave) - la Germania continua a essere scossa dall'allarme attentati. Sabato mattina la polizia ha evacuato e blindato il più grande centro commerciale di Essen, nel Nord Reno-Westfalia, dopo aver avuto notizia di una minaccia «concreta e imminente». Come poi riferito dai media regionali, già venerdì pomeriggio alle forze dell'ordine era arrivata la «soffiata» di una serie di probabili attentati suicidi di matrice islamica. Poiché il controllo del centro commerciale venerdì sera era andato a vuoto, sabato le forze dell'ordine hanno deciso per la sua chiusura preventiva: troppi i negozi (200) e i visitatori attesi (60mila) in uno dei mall più grandi della Germania. Con trasparenza la polizia ha informato i cittadini che il centro commerciale di Limbecker Platz, nel cuore di Essen, «resterà chiuso sabato per timori legati alla sicurezza: abbiamo informazioni concrete riguardo a un possibile attacco». I 70 mila metri quadri di servizi e negozi sono poi stati passati al setaccio con l'aiuto dei cani poliziotto. A informare la polizia, spiegherà in giornata un portavoce, «sono state fonti dei servizi di sicurezza». Le stesse che con tutta probabilità hanno guidato nelle stesse ore i poliziotti fino a Oberhausen, una cinquantina di chilometri a nord est di Essen. Stesso Land e stesso distretto: quel bacino della Ruhr noto in Europa come il cuore pulsante dell'industria pesante tedesca e oggi una delle regioni metropolitane più vaste d'Europa. A Oberhausen la polizia ha tratto in arresto due uomini, le cui generalità non sono state diffuse: uno di loro è stato fermato nel suo appartamento attorno alle 13.30; l'altro, poco più tardi, in un intemet café. Di II a poco nuove misure di sicurezza sono state disposte per «Centro», uno degli shopping centre di Oberhausen. «Al momento non ci sono indicazioni di un possibile attentato» contro questo obiettivo, ha chiarito la polizia. Tuttavia nei giorni subito successivi alla strage jihadista dello scorso 19 dicembre, quando un tir lanciato in corsa piombò su un mercatino di Natale nel cuore di Berlino provocando 12 morti, due uomini di origine kosovara erano stati fermati, e poi rilasciati, con l'accusa di pianificare un attentato proprio contro il «Centro». Il fermo dei due era avvenuto a Duisburg, 500 mila abitanti, a meno di 30 chilometri e est di Essen. Dopo gli attacchi la scorsa estate in Baviera, gli allarmi-bomba in Sassonia e la strage natalizia a Berlino, il terrore sembra adesso concentrarsi contro l'NRW, la Renania Nord Westfalia, il primo Land tedesco per numero di abitanti, quello con la più alta percentuale di immigrati e quello più integrato come rete di trasporti con i confinanti Belgio e Olanda e con la Francia. II prossimo 14 maggio i 13,2 milioni di elettori dell'NRW sono chiamati a rinnovare il Parlamento regionale di Düsseldorf.
Mauro Zanon: "L'ultima chiamata per salvare la Francia "
Philippe Karsenty Mauro Zanon
La copertina del libro di Renaud Camus
E l'ultima chance, l'ultima possibilità. L'ultima chiamata per fermare quel fenomeno di sostituzione demografica ed etno-culturale che sta trasformando la Francia in una terra di individui sradicati e sta mettendo in discussione i valori cardine che l'hanno forgiata nei secoli. E la présidentielle 2017 questa ultima ancora di salvezza offerta dalla storia, secondo l'intellettuale Renaud Camus, le elezioni presidenziali francesi, che si terranno il 23 aprile e il 7 maggio, e che potrebbero vedere la vittoria della patriota Marine Le Pen, leader del Front national, o del candidato di En Marche!, Emmanuel Macron, cantore della «globalizzazione felice», della società aperta e multiculturale. A quattro anni dal lancio del suo appello per il «NO al cambiamento di popolazione e di civiltà», l'intellettuale più infrequentabile di Parigi accanto a Richard Millet e Guillaume Faye pubblica "2017, dernière chance avant le Grand Remplacement "(La Maison d'Edition), un appello ai suoi concittadini, ma anche gli altri popoli europei, volto a stimolare un sussulto per contrastare l'immigrazione di massa favorita dalle élite devote alla mondializzazione e per riappropriarsi di intere zone che oggi sono diventate esteticamente e culturalmente irriconoscibili. Il libro, che raccoglie i colloqui tra Camus e Philippe Karsenty, è anche un manifesto della sua terza candidatura alle presidenziali, dopo i suoi tentativi del 2007 e del 2012, sempre con il Parti de l'Innocence, fondato nel 2002. Poco importa, a Camus, che la sua candidatura riesca a ottenere le 500 firme di patrocinio richieste dalle regole francesi. Quello che conta è il messaggio lanciato, che ricorda molto da vicino l'ultimo Dominique Venner, il «samurai d'Occidente» che prima di darsi la morte in maniera altamente simbolica sull'altare della cattedrale Notre-Dame, aveva inasprito le sue critiche verso l'Europa che stava smarrendo definitivamente la sua coscienza di «culla della civiltà». Per lo scrittore francese, amico storico di Louis Aragon, che oggi vive a Plieux in un castello acquistato nel 1992, soltanto Marine Le Pen potrebbe salvare la Francia dal candidato remplaciste Macron, le cui dichiarazioni sull'immigrazione quale «opportunità per la Francia», oltre agli elogi della politica dell'accoglienza della Merkel, fanno temere il peggio. «C'è un'idea centrale nel mio programma, il 2017 è la nostra ultima possibilità di porre la questione dell'immigrazione di massa, perché dopo sarà troppo tardi», sostiene Camus. Mentre i benpensanti che affollano i salotti televisivi e le pagine dei quotidiani progressisti continuano a sforzarsi di chiudere gli occhi dinanzi alla realtà, Camus, sulla scia della demografa Michèle Tribalat e del suo libro Les yeux grand fermes, non fa finta di non vedere che l'estetica della provincia francese è mutata radicalmente, che numerose banlieue non sono più ritmate dal calendario repubblicano ma da quello islamico, e che interi quartieri delle grandi metropoli sono privi di autoctoni. «Per rimediare alla Grande Sostituzione, è necessario il blocco totale dell'immigrazione ma anche instaurare la "remigrazione"», ossia, «rimandare una parte della popolazione nel suo Paese d'origine». L'Europa, secondo Camus, va rifondata e non abbandonata, perché c'è bisogno di tutti i popoli europei per contrastare la «pericolosa realtà» dell'immigrazione di massa extra-europea.
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/ 999666, oppure cliccare sulla e-mail sottostante