Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 03/03/2017, a pag. 36, con il titolo "Imam donne contro l'estremismo", il commento di Alberto Stabile.
Non è detto che le donne imam siano meglio degli uomini, che propugnano una visione radicale dell'islam, in cui religione e politica sono strettamente connesse. In Italia di questa visione è sostenitore l' Osservatore Romano (ne abbiamo scritto ieri su IC: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=29&sez=120&id=65533).
Ecco l'articolo:
Alberto Stabile
Il ministero per gli Affari Religiosi del Cairo ha per così dire “ordinato” 144 Imam donne che avranno il compito di guidare la preghiera e di esercitare la loro leadership spirituale presso un pubblico di fedeli esclusivamente femminile. Quella dell’Imam (letteralmente, in arabo, “colui che sta davanti”) è una figura centrale dell’Islam, indicando non soltanto il chierico, conoscitore di ogni verso del Corano e degli Adith (la tradizione orale fiorita sulla vita di Maometto), chiamato a verificare l’andamento canonico della preghiera del venerdì, ma anche, attraverso i suoi sermoni, il diffusore del credo e l’interprete dello stesso agli occhi dei fedeli.
Posizione solitamente riservata agli uomini. Ora, la decisione del ministero di aprire la carriera religiosa anche alle donne, purché laureate nella prestigiosa Università al Azhar, sembra un passo verso una maggiore integrazione. Ma non solo. La scelta di aprire i pulpiti delle moschee alle donne, seppure soltanto due volte a settimana, è figlia della strategia adottata dal presidente egiziano, al Sisi, di combattere l’estremismo ovunque si annidi, anche in quella parte delle moschee riservate al pubblico femminile. Il compito delle 144 Imam è infatti di favorire una lettura “moderata” dell’Islam evitando che le fedeli cadano nelle mani di predicatori “estremisti” legati alla Fratellanza Musulmana.
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