Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 24/02/2017, a pag.20, con il ,titolo " Rimossi dal governo 200 imam " la cronaca di Federica Zoja
Il re del Marocco
La notizia ci pare di notevole interesse, eppure Avvenire è l'unico quotidiano a riportarla. Di mezzo c'è l'islam, da sempre presentata come "religione di pace ", ma almeno il grido "Allah Uakbar" dei terroristi quando mettono in atto i loro crimini veniva riportato, anche se in genere accompagnato a una deresponsabilizzazione della fede islamica. Ma qui ci sono di mezzo 200 imam, mica dei 'lupi solitari'! Eppure niente, manco una riga ! Soltanto Avvenire. Sarà una svista, visto che il giornale dei vescovi è sempre in prima fila nella difesa di islam=religione di pace.
Federica Zoja
Dopo aver condotto indagini «confidenziali», il ministero marocchino degli Affari islamici ha disposto la sospensione di oltre 200 imam per «vicinanza o appartenenza» a gruppi islamisti, tra cui anche il partito per la Giustizia e lo sviluppo (Pjd), vincitore alle elezioni politiche del 7 ottobre 2016. Nel riferire la decisione ministeriale, il quotidiano al-Sabah ha spiegato che i religiosi sono membri o simpatizzanti di quel movimento politico e di altri gruppi isla-misti e che «utilizzano le moschee per servire gli interessi elettorali o dei partiti politici». Una strumentalizzazione vietata dalla legge, in virtù di un decreto reale del 2014 che impedisce ai funzionari religiosi musulmani di condurre attività politiche nel Paese, così come di «assumere una posizione politica o sindacale». Nel Regno del Marocco sono attive 55mila moschee, in cui esercitano 150mila religiosi: tutti sono funzionari pubblici, dipendenti del ministero degli Affari islamici. Questo genere di misure sanzionatone nei confronti di imam "scorretti" non rappresenterebbe una novità in Marocco, se non fosse che essa giunge in un contesto sociale arroventato: lo Stato centrale, fra mille polemiche, è accusato di aver lanciato un'azione mirata contro l'islam politico nelle amministrazioni pubbliche. Gli imam sospesi non fanno parte solo del Pjd, ma anche del movimento "Monoteismo e riforma", che dedica tutte le proprie energie economiche alla predicazione islamica conservatrice. Solo una settimana fa, peraltro, il gruppo islamista Giustizia e carità, illegale eppure tollerato in Marocco, ha denunciato che 105 dei suoi membri dipendenti di organismi statali sono stati sospesi o licenziati nell'ambito di una rappresaglia anti-islamista. Allo stesso modo, nel mese di gennaio, le autorità marocchine hanno lanciato una battaglia contro il velo integrale islamico, vietandone la produzione e la vendita. Ma è sul fronte dottrinario che l'islam istituzionale marocchino ha sferrato l'attacco più significativo contro il salafismo: grazie al recente pronunciamento del Consiglio superiore degli ulema marocchini in materia di apostasia e pena di morte, che ha introdotto la distinzione fra piano religioso e politico, i legislatori marocchini potranno modificare il diritto vigente e abolire la pena capitale per i musulmani che si convertono.
Per inviare a Avvenire la propria opinione, telefonare: 02/6780510, oppure cliccare sulla e-mail sottostante