Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 19/02/2017, a pag.54, con nil titolo "Il medico eroe che salvò i suoi scolari" l'articolo di Tiziana Platzer.
Il monumento a Varsavia
Il film "Dottor Korczak" di Andrej Waida verrà proiettato oggi alle ore 16 nella sede dell'associazione Italia Israele di Torino, introdotto dalla storica della Shoah Elisabetta Massera. Chi desidera ricevere il DVD può ordinarlo aprendo lo spazio UDAI all'indirizzo e-mail di Torino, riceverà le istruzioni.
Come quasi tutte le possibili sfumature della vita, l’inizio è sempre dall’infanzia. Dunque si può pensare di migliorare il mondo soltanto partendo dall’educazione dei bambini, insegnando loro i valori di fratellanza, eguaglianza, solidarietà e libertà e tentare così di mettere al sicuro il futuro degli uomini. È quanto pensava Janusz Korczak, pedagogo ebreo polacco, nato nel 1878 a Varsavia, che nel 1901, mentre studiava medicina, decise di andare a Zurigo per conoscere l’opera del pedagogista e riformatore svizzero Johann Heinrich Pestalozzi, come lui orfano di padre e fondatore di scuole-convitto con un metodo educativo che cambierà l’insegnamento elementare in Europa. È la premessa al proseguimento della vita di Korczak, che nel settembre 1939, durante l’attacco e l’occupazione nazista della Polonia, dirige un orfanotrofio a Varsavia. Sulla sua figura il regista Andrej Wajda ha girato il film «Dottor Korczak» uscito nelle sale nel 1990 e che alle 16 l’Associazione Italia-Israele propone alla Fondazione Camis De Fonseca (via Pietro Micca 15; ingresso libero), con l’introduzione e il commento di Elisabetta Massera, studiosa della Shoah, e un dibattito successivo. «Noi cerchiamo di offrire al pubblico momenti di comprensione della storia - dice Angelo Pezzana, fondatore dell’Associazione - e questo film, non così conosciuto, è importante per il racconto di una figura eroica. Ed è anche un omaggio a Wajda, grande regista sempre coraggioso nelle sue scelte artistiche». La pellicola, in bianco e nero, rievoca gli orrori delle persecuzioni ebraiche in Polonia e testimonia il coraggio e la tenacia di personaggi come Korczak, che al momento dell’ingresso nel ghetto con i suoi duecento bambini, protesta con la Gestapo. Viene picchiato e arrestato perchè non indossa la fascia con la stella gialla e perchè vuole difendere dalla crudeltà l’infanzia. La visione documentaristica di Wajda si sofferma sulla violenza in ascesa dei nazisti, sulle malattie che si diffondono nel ghetto, i cadaveri abbandonati nelle strade e i patimenti della fame. Eppure l’educatore continua a insegnare, a tentare di mantenere viva la fiducia nei bambini. Che non vuole abbandonare, nonostante alcuni amici gli prospettino delle possibilità di fuga in Svizzera. Korczak salirà con i suoi ragazzi sul treno che li porterà alle camera a gas di Treblinka. E l’immagine finale del film lo mostra con al fianco l’educatrice Stefania Wilczurska e i giovani collaboratori Ester e Haniek, alla testa di un corteo di bambini ebrei orfani che il 5 agosto 1942 vanno incontro al treno della morte cantando e tenendosi per mano. Sul filo del confronto storico, l’Associazione il 23 febbraio alle 21, sempre nella sede della Fondazione Camis de Fonseca, organizza l’incontro con Marco Paganoni, docente di Storia d’Israele, dal titolo «La guerra delle parole. Israele e il Mondo Arabo».
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