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Informazione Corretta Rassegna Stampa
11.02.2017 I tre veri problemi che Trump deve affrontare
Analisi di Manfred Gerstenfeld

Testata: Informazione Corretta
Data: 11 febbraio 2017
Pagina: 1
Autore: Manfred Gerstenfeld
Titolo: «I tre veri problemi che Trump deve affrontare»

I tre veri problemi che Trump deve affrontare
Analisi di Manfred Gerstenfeld

(Traduzione di Angelo Pezzana)

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 Nell’affrontare i pregiudizi dei media americani e l’ipocrisia europea, il presidente Trump attira l’attenzione su tre grandi questioni che dovrebbero essere affrontate.
Viene attaccato da molte direzioni, una arriva da coloro che non hanno ancora digerito il fatto che Barack Obama non è più il presidente degli Stati Uniti.
In ogni caso, in quanto eletto democraticamente, non dovrebbe comportarsi, nemmeno involontariamente, come se condividesse il detto di Mussolini “ tanti nemici, molto onore “ 
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Per quanto riguarda le testate più importanti, alcune manipolano pesantemente la verità. Per chi segue il sito Camera Watch sa bene come il New York Times sia regolarmente l’espresssione dei pregiudizi anti-Israele, sia nelle cronache che negli editoriali.
In una intervista, due esperti di Camera, Ricki Hollander e Gilead Ini accusano il quotidiano di fare un giornalismo pregiudizialmente schierato.
Scrivono: “ Sia gli editoriali che le cronache riflettono soltanto la posizione anti-israeliana… Il NYT avvelena la mente dei propri lettori contro Israele, descrivendo lo Stato ebraico quale responsabile dei molti mali, se non tutti, che avvengono in Medio Oriente. Lo si vede dal doppio standard nel riportare le notizie su Israele e i suoi nemici, raccontando soltanto la metà di quanto accade. Assolve il ruolo dei suoi avversari, incluse le organizzazioni terroriste, e indica in Israele il colpevole".

Se Trump accetta un suggerimento sulla strategia da adottare, non dovrebbe attaccare tutti i media nello stesso momento. Dovrebbe invece incaricare un esperto di media di monitorare i pregiudizi del New York Times e renderli noti con regolarità. Sarebbe più coinvincente di un attacco contro tutti i media. Le altre testate non dimostrerebbero solidarietà al NYT, perché difenderne i pregiudizi quando sono altri ad  attaccarlo ?
Molto più efficace puntare su un solo media. Non invitare più il NYT alle conferenze stampa della Casa Bianca sarebbe un punizione giustificata da molti.

 Il secondo problema che Trump ha sollevato è il manifestarsi del pesante terrorismo nelle società musulmane. Anche qui, di nuovo, il suo approccio è stato maldestro. Non era professionale, non avere permesso l’ingresso di persone da alcuni paesi, avrebbe dovuto escludere chi aveva la carta verde, chi aveva la doppia nazionalità, coloro che avevano collaborato con le forze armate e altre categorie simili.
Ciò che si doveva fare non era solo bloccare potenziali terroristi stranieri, ma anche chi propaga odio, con il risultato di ottenere un minor numero proteste. I giudici hanno dichiarato quelle misure anti-costituzionali, la soluzione era un miglior controllo individuale.
Sarebbe veramente desiderabile in futuro un controllo più accurato degli immigranti, includendo la voce antisemitismo.

Trump l’aveva suggerito durante la campagna elettorale quando aveva accennato alla possibilità di ricevere un sostegno dalle organizzazioni ebraiche su questo tema.
Si sbagliava quando aveva dichiarato “ il nostro paese ha bisogno di confini sicuri e controlli approfonditi, oggi”? Si sarebbe evitato l’11 settembre.
Concluse affermando giustamente che in Europa c’è una grande confusione.

Veniamo al terzo problema che ha qualche attinenza con gli ebrei. Trump sa bene che l’Unione Europea da molti anni  segue sui temi più rilevanti una politica opposta alla sua. C’è qualcosa di più lontano dalla politica di Trump delle porte aperte della Germania ai rifugiati iniziata nel settembre 2015? Solo una parte sono stati registrati dalle autorità tedesche, centinaia di migliaia sono entrati senza controlli.
Trump vuole una America forte, non indebolita dall’opposizione dei masochisti europei. Le critiche europee al divieto d’ingresso in Usa, giustificato solo in parte, è l’ennesima prova che non ci si può fidare di una Europa troppo indifferente nella guerra al terrorismo. Vale egualmente per l’espulsione di chi diffonde odio. Le politiche non selettive degli immigrati nell’Europa occidentale hanno portato all’arrivo di un numero enorme di antisemiti, la maggior parte dai paesi arabi.

Una voce dissenziente dalla brigate dei critici europei era difficile da trovare. I
l ministro degli esteri italiano Angelino Alfano ha dichiarato al Corriere della Sera che ciò che Trump aveva fatto non era in linea con la posizione italiana, ma che “ Trump nella sua campagna elettorale ha fatto alcune affermazioni e su queste ha vinto le elezioni. Ora mette in pratica quanto ha detto, non sta facendo nulla di diverso da quanto aveva promesso”. Alfano ha poi aggiunto: “ L’Europa non dovrebbe pensare che si può essere incompetenti per quanto riguarda l’immigrazione e, al tempo stesso, essere rispettati. Non è nella posizione di esprimere opinioni sulle scelte altrui. Oppure vogliamo dimenticare che anche in Europa si sono eretti dei muri”.

Gli israeliani capiscono molto bene la verità di quanto detto da Alfano. La UE pretende di sapere che cosa Israele dovrebbe fare nei confronti dei palestnesi, spesso applicando un doppio standard che è al centro dell’antisemitismo. Nello stesso tempo, la UE attraversa una crisi profonda. Per parafrasare un ragionamento dei pseudo-progressisti su Israele: insistendo sul fatto che gli europei aumentano gli investimenti nel campo militare – piuttosto che essere parassiti degli Usa- Trump può salvare l’Europa da se stessa.
Nel confronto dei pregiudizi dei media, del terrorismo islamico e dell’ipocrisia europea in tutti i campi, Trump può portare un grande contributo al sostegno dei valori occidentali se non eccede in una eccessiva retorica, altrimenti le sue buone intenzioni andranno perse. Gli ebrei e Israele trarranno vantaggio se avrà successo. Dobbiamo solo augurarci che Trump diventi più professionale nel trattare i temi fortemente problematici e non sprechi troppo se stesso impegnandosi a combattere su troppi temi.

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Manfred Gerstenfeld è stato presidente per 12 anni del Consiglio di Amministrazione del Jerusalem Center for Public Affairs. Collabora con Informazione Corretta. E' appena uscito il suo nuovo libro "The war of a million cuts" (in inglese). E' una analisi di come ebrei e Israele sono delegittimati e come farvi fronte, recensita alla pagina http://jcpa.org/book/the-war-of-a-million-cuts-the-struggle-against-the-delegitimization-of-israel-and-the-jews-and-the-growth-of-new-anti-semitism/


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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