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La Stampa Rassegna Stampa
11.02.2017 Marine le Pen: grazie per averci detto il suo pensiero prima del voto
Cronaca di Leonardo Martinelli

Testata: La Stampa
Data: 11 febbraio 2017
Pagina: 12
Autore: Leonardo Martinelli
Titolo: «La leader del Front National agli ebrei francesi: no alla doppia nazionalità, dovete scegliere»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/02/2017, a pag.12, con il titolo " La leader del Front National agli ebrei francesi: no alla doppia nazionalità, dovete scegliere", la cronaca di Leonardo Martinelli.

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                                                              Marine Le Pen

In politica si giudicano i fatti, non le intenzioni. Nel caso di Marine Le Pen abbiamo oggi le parole- ovvero le intenzioni- cui seguiranno i fatti. Tanto basta per esprimere nei suoi confronti il giudizio più severo possibile, che annulla gli apprezzamenti sul suo impegno per la sicurezza dei francesi di fronte al terrorismo islamico. Visto quel che succede agli ebrei francesi, avrebbe dovuto affermare " cari connazionali ebrei, se sarò eletta mi occuperò della sicurezza di tutti, compresa la vostra. Spero di riuscirci, nel frattempo, se lo possedete, custodite caro il passaporto israeliano"
Ho detto tutto il contrario. Un solo grazie, per avercelo detto prima del voto.

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Leonardo Martinelli

«Sono contraria alla doppia nazionalità extra-europea». Marine Le Pen, candidata alle presidenziali francesi (e data in pole position al primo turno), l’ha detto chiaro e tondo giovedì sera sulla rete pubblica France 2. Per poi specificare che, se vincesse, la regola non si applicherà «alla Russia, parte dell’Europa delle nazioni», ma sì a Israele, «perché non è un Paese europeo: credo che anche lì non si considerino tali». Insomma, niente più franco-israeliani ma neanche franco-americani. La Le Pen, comunque, è andata oltre. Non vuole che « si ostentino segni di appartenenza religiosa negli spazi pubblici», come il velo islamico ma pure la kippah. Nonostante il riferimento iniziale fosse solo alla nazionalità e non esplicito nei confronti di Israele, ha scatenato vivaci polemiche: la Francia accoglie, dopo gli Stati Uniti, la più grande comunità ebraica al mondo, 475mila persone. Tanto più che la situazione è delicata: dal 2012, l’anno dell’assalto a una scuola ebraica di Tolosa, e sulla scia di un antisemitismo di ritorno, si è intensificata l’emigrazione degli ebrei francesi verso Israele, l’aliyah. L’anno scorso se ne sono andati via in 5mila. Le Pen ha precisato che, nel caso gli ebrei francesi scelgano la nazionalità israeliana, «la Francia può accoglierli sul suo territorio, anche per periodi lunghi». Non importa: ieri Ariel Kandel, dirigente di Qualita, federazione delle associazioni francofone in Israele, ha definito le sue parole «inaccettabili, una tappa ulteriore nel cammino percorso dalla Le Pen per distruggere l’identità degli ebrei di Francia, legata al giudaismo e alle relazioni con Israele». Il padre della Le Pen, il patriarca Jean-Marie, ha sempre insistito sull’antisemitismo e la negazione dell’Olocausto. Da quando ha preso le redini del Front National, la figlia ha capito che doveva rinunciare a quegli eccessi, se voleva «sdoganarsi» e ampliare i consensi. «I campi di concentramento dei nazisti – disse nel 2011 – furono il massimo delle barbarie». Ha poi stimolato la creazione di un’associazione a sostegno del Front National, l’Unione dei patrioti francesi ebrei, guidata da Michel Thooris, sindacalista della polizia, che ha di recente dichiarato: «Molti ebrei in Francia aspettano dalla Le Pen che li protegga contro l’islamismo radicale e il terrorismo». Louis Aliot, che aveva un nonno materno ebreo e che è il compagno della Le Pen e il vicepresidente del Front, tiene i contatti con alcuni rappresentanti della comunità in Francia (comunque minoritari, gli altri li rifiutano categoricamente, al pari delle autorità pubbliche in Israele). Nel 2012, al primo turno delle presidenziali, quando la leader dell’Fn strappò quasi il 20% dei voti, secondo i sondaggi fu il 13% degli ebrei francesi a votare per lei. Al tempo stesso resta nello zoccolo duro dei «frontisti» un antisemitismo più o meno latente : la scorsa domenica, a Lione, dove la donna ha pronunciato un discorso programmatico, un’associazione di studenti ebrei ha intervistato sull’argomento alcuni aderenti dell’Fn. E filmato le loro considerazioni raccapriccianti.

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