Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 10/02/2017, a pag. 3, la breve "Raid israeliani sulla Striscia di Gaza".
Un classico della disinformazione contro Israele consiste nell'inversione di cause ed effetti, ed è esemplificato bene dall'incipit del pezzo di OR: "Due palestinesi sono stati uccisi e altri cinque feriti in alcuni raid aerei condotti nella notte dall'esercito israeliano a sud della striscia di Gaza, al confine con l'Egitto. I bombardamenti sono stati una risposta al lancio di razzi avvenuto ieri sera dalla vicina penisola del Sinai". Prima OR cita la risposta israeliana, accentuandola, e solo in seguito riferisce dei razzi lanciati contro Israele, che nella realtà hanno preceduto i "raid israeliani". "Raid" che, in realtà, non hanno provocato vittime grazie ai sistemi di israeliani di difesa (Iron Dome), ma nel titolo fanno sempre impressione. OR ancora una volta segue il manuale della disinformazione contro Israele, sempre presente sulla stampa cattolica.
Ecco la breve:
Causa ed effetto rovesciati sulle pagine di OR
Due palestinesi sono stati uccisi e altri cinque feriti in alcuni raid aerei condotti nella notte dall'esercito israeliano a sud della striscia di Gaza, al confine con l'Egitto. I bombardamenti sono stati una risposta al lancio di razzi avvenuto ieri sera dalla vicina penisola del Sinai. Gli ordigni hanno colpito la città di Eilat. Almeno tre sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome. Questa mattina è arrivata anche la rivendicazione dei razzi da parte di una branca egiziana del cosiddetto stato islamico (Is). Sull'attendibilità della rivendicazione, tuttavia, non c'è consenso tra gli analisti.
Intanto, non si ferma la polemica sul provvedimento israeliano, approvato dalla Knesset, che ha introdotto una sanatoria per circa 4000 case in diversi insediamenti ebraici in Cisgiordania. Varie organizzazioni non governative hanno fatto ricorso ieri alla Corte suprema israeliana chiedendo la bocciatura del provvedimento perché contrario al diritto internazionale. Una mossa seguita dall'intervento del presidente palestinese, Mahmoud Abbas, che da Parigi ha minacciato di sospendere la cooperazione sulla sicurezza con Israele se questi continuerà ad andare avanti nella costruzione degli insediamenti.
«Siamo impegnati sulla strada della pace e della sicurezza — ha detto Abbas parlando nel senato francese — ma c'è un limite» e se Israele va avanti con gli insediamenti «abbiamo già delle decisioni per sospendere la cooperazione sulla sicurezza, ma ne ho bloccato l'applicazione finora». Nel ricorso alla corte le ong affermano che la legge non solo contrasta con il diritto internazionale e umanitario, ma è anche incompatibile con lo stesso sistema legale israeliano. Quella legge — sostengono — viola gravemente il diritto di proprietà dei palestinesi residenti in Cisgiordania. «Questi — si legge nel testo del ricorso — si trovano alla mercé altrui, privi di difese legali ed esposti al rischio di essere privati delle loro proprietà. Lo scopo dichiarato ed evidente della legge è la volontà di preferire gli interessi di un gruppo», ovvero il movimento dei coloni. Sulla sanatoria c'è stato un lungo e complesso dibattito politico, anche all interno del governo israeliano. Non sono stati pochi i commentatori a sottolineare che il provvedimento, per la prima volta nella storia, applica la legge civile israeliana all'interno dei Territori palestinesi.
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