Riprendiamo da LIBERO di oggi, 05/02/2017, a pag.11, con il titolo "Nella Francia socialista, il muezzin sostituisce le campane ", il commento di Mauro Zanon
Caricatura di Benoit Hamon Mauro Zanon
I servizi segreti francesi l'hanno soprannominata "Trappistan". E basterebbe questo a immaginare quale possa essere la situazione drammatica vissuta da chi, a Trappes, comune situato a 30 chilometri da Parigi, non rispetta le leggi di Allah. Esercizi halal ovunque, associazioni salafite che indottrinano i giovani, scuole coraniche clandestine, canti del muezzin che risuonano nelle strade, donne velate e uomini in qamis dominano il paesaggio di questa città che un tempo era bastione della France rouge dei comunisti, e oggi è diventata la "Molenbeek francese". È un rapporto confidenziale depositato a Place Vendôme, sede del ministero della Giustizia, quello di cui ieri il Figaro ha parlato in esclusiva nella sua edizione online. Un rapporto che evidenzia come Trappes, situata nel dipartimento delle Yvelines, sia diventata una fucina di islamisti, «un polo di attrazione per le persone che non abitano in città e sono alla ricerca di pratiche religiose rigorose», si legge. Trappes, dove nel 2013 scoppiò una rivolta violentissima dopo che a una donna velata fu chiesto un documento di identità, non è solo il comune dove il «comunitarismo islamico rampante» appare inarrestabile, dove 60/80 abitanti della città, negli ultimi anni, sono andati a fare il jihad in Siria, dove 80 famiglie preferiscono dare corsi di sharia ai propri figli a domicilio invece di mandarli nelle scuole della République. Trappes è anche e soprattutto il feudo elettorale di Benoît Hamon, il candidato del Partito socialista alle presidenziali di aprile, la cui vittoria alle primarie contro l'ex premier Manuel Valls ha fatto esultare gli islamisti sui social network al grido di «Allah Akbar» e «Hamon Inchallah». La città delle Yvelines è la sua vetrina politica dal 2014, da quando si è fatto eleggere consigliere comunale nella lista Ps, accompagnato dal suo braccio destro e capo di gabinetto, Ali Rabeh. In realtà, Hamon si reca a Trappes soltanto per stringere mani e flirtare per ragioni elettorali con associazione islamiche dalla reputazione a dir poco sulfurea. Per vivere, «il candidato dei Fratelli musulmani», come lo ha bollato un suo collega del Ps, Malek Boutih, ha scelto Issy-les-Moulineaux, placida periferia borghese situata negli Hauts-des-Seine, ben lontano dalla cancrena islamista che sta devastando il suo bastione elettorale. Hamon preferisce lanciare gesti di affetto ai suoi amici islamisti seduto comodo sui divani dei salotti televisivi, o davanti a qualche microfono radiofonico. «Sono fiero che mi abbiano soprannominato Bilal Hamon, è il nome del primo muezzin di Maometto», ha dichiarato la scora settimana il candidato socialista, rispondendo alle accuse della destra neogollista e del Fn di favorire l'islamizzazione della Francia. «I salafiti hanno preso il potere a Trappes. Pronto a rinunciare a tutto, il comune Ps ha comprato la pace civile», si è lamentato Alain Marsaud, deputato dei Républicains, nonché capo del servizio centrale dell'antiterrorismo presso la procura di Parigi negli anni '80. Per Benoît Hamon la comunità musulmana è soltanto un'altra «clientela elettorale».
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/ 999666, oppure cliccare sulla e-mail sottostante