Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 02/02/2017, a pag. 11, con il titolo "Usa contro Teheran per il test missilistico: 'Ora siete avvisati' ", la cronaca di Paolo Mastrolilli.
Paolo Mastrolilli
Trump durante la campagna elettorale ha lanciato lo slogan "Fine al trattato con l'Iran"
Un’altra crisi internazionale per l’amministrazione Trump. Ieri la Casa Bianca ha «messo in guardia» Teheran per il test missilistico condotto nel fine settimana, dopo che il presidente Rohani aveva definito il leader di Washington «un principiante della politica». Gli Usa ora devono decidere come reagire, sul piano diplomatico e militare.
Domenica le forze armate della Repubblica islamica hanno lanciato un missile di medio raggio, esploso in volo dopo aver percorso 1010 chilometri. Martedì gli americani hanno chiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, per accusare l’Iran di aver violato la risoluzione 2231, che regola l’accordo nucleare raggiunto con l’amministrazione Obama. Secondo questo testo, Teheran non può fare test missilistici con la potenzialità di essere usati per trasportare testate nucleari. La Repubblica islamica sostiene di non avere questo genere di armi, e quindi di non aver violato la risoluzione. «Trump - ha detto Rohani - è un principiante della politica. La ragione della sua rabbia sta nel fatto che l’accordo riconosce il nostro diritto di arricchire l’uranio».
Ieri pomeriggio il consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Flynn, ha risposto con una dichiarazione molto dura: «Le recenti azioni iraniane, incluso il provocatorio lancio di un missile balistico, e l’attacco contro una nave saudita da parte dei militanti houthi sostenuti da Teheran, sottolineano il comportamento destabilizzante della Repubblica islamica in Medio Oriente. Il lancio del missile è anche in violazione della risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu». Flynn poi ha accusato Teheran di aver addestrato le milizie degli houthi yemeniti, che hanno attaccato navi saudite e degli Emirati, e minacciano quelle americane e degli alleati che navigavano nel Mar Rosso. Quindi ha criticato Obama per non aver risposto in maniera adeguata, ma ha avvertito che con Trump le cose cambieranno: «Da oggi stiamo ufficialmente mettendo in guardia l’Iran». Due sono le novità che spiccano: l’accusa di aver violato la risoluzione Onu sull’accordo nucleare, e il riferimento agli houthi. Questo sembra un messaggio rivolto in particolare all’Arabia, il cui territorio è stato penetrato dai miliziani yemeniti sostenuti da Teheran. La Casa Bianca in sostanza sembra dire a Riad che è pronta a scaricare la Repubblica islamica, ristabilendo l’alleanza con i sunniti, a patto di eliminare insieme i terroristi come l’Isis.
Gli Usa potrebbero usare il test missilistico per accusare l’Iran di aver violato l’accordo nucleare, e quindi farne il pretesto per cancellarlo. Così però rischiano di fare gli interessi dei gruppi iraniani più conservatori, sospettati di aver ordinato il lancio proprio per provocare Trump e far saltare l’intesa negoziata da Rohani con Obama. L’alternativa è imporre sanzioni, o promuovere una nuova risoluzione per vietare qualunque test missilistico. Sullo sfondo ci sono sempre le opzioni militari, che Washington non ha mai tolto dal tavolo, ma alcuni consiglieri della Casa Bianca pensano che sia possibile favorire un cambio di regime anche senza usare le armi. L’opposizione interna che nel 2009 aveva alimentato il «Green Movement» è ancora viva, e potrebbe tornare in piazza per sfidare gli ayatollah, se avesse la certezza che stavolta gli Usa l’appoggeranno.
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