Riprendiamo dal MESSAGGERO di oggi, 30/01/2017, a pag. 12, la breve "Israele, arriva la sanatoria per le case negli insediamenti".
Attendiamo le reazioni - che certamente non si faranno attendere - perché Israele esercita il diritto di costruire abitazioni dove meglio crede. A tutti i Paesi del Mondo tranne allo Stato ebraico non è contestata la politica edilizia, un esempio del doppio standard di giudizio utilizzato contro Israele.
Ecco l'articolo:
Benjamin Netanyahu
La legge sulla «normalizzazione» delle case costruite negli avamposti e insediamenti su terra privata palestinese in Cisgiordania sarà presentata oggi in Parlamento. Lo annuncia il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, nel giorno in cui ribadisce che l'ambasciata Usa dovrebbe essere spostata a Gerusalemme. Questa mossa, retroattiva, intende sanare un numero compreso tra i 2500 e i 4000 alloggi e riguarderebbe, secondo Peace Now, anche circa 797 strutture in 55 avamposti. Difficile escludere, in caso di approvazione, che l'autorizzazione si estenda poi agli avamposti stessi, anche se nati in violazione della legge israeliana.
Del resto Netanyahu ha spiegato nella seduta di governo a Gerusalemme che la proposta di legge - quella odierna è la seconda e terza lettura dopo che del provvedimento si erano perse un po' le tracce - è destinata «a normalizzare una volta per tutte lo status degli insediamenti ebraici in Giudea e Samaria e prevenire i ricorrenti tentativi di danneggiarli». Un accenno diretto, questo, alle denunce con cui la comunità internazionale - compresi gli Usa della passata amministrazione di Barack Obama - aveva censurato l'iniziativa del governo subito dopo l'annuncio di Netanyahu nelle passate settimane, e dopo che Naftali Bennett, ministro dell'istruzione e leader nazionalista religioso vicino al movimento dei coloni, se ne era fatto paladino.
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