Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 26/01/2017, a pag. 25, con il titolo "Così il 'Maestro' Lotoro ha composto la Memoria", la cronaca di Sabina Leonetti; dalla REPUBBLICA - TORINO, a pag. IX, con il titolo " 'Ricordi futuri 2.0', l'arte che racconta la tragedia della Shoah", la cronaca di Olga Gambari.
Ecco gli articoli:
AVVENIRE - Sabina Leonetti: "Così il 'Maestro' Lotoro ha composto la Memoria"
Francesco Lotoro
"Eseguire in teatro una musica salvata dall'oblio è come averla liberata finalmente dal campo di prigionia L'uomo può essere imprigionato, carcerato, perseguitato, torturato, deportato, trasferito, gasato. Ma non puoi togliere all'uomo la libertà di fare musica». Parole di Francesco Lotoro, pianista e compositore di Barletta, che da trent'anni porta avanti una missione: salvare, decifrare, trascrivere, archiviare, e far conoscere la musica nata nei campi di concentramento della Seconda guerra mondiale. Che oggi è anche un film documentario, Maestro di Alexandre Valenti, nelle sale italiane dal 23 con Luce Cinecittà in occasione del Giorno della Memoria, con un'uscita evento in oltre ottanta cinema, l'approdo in tv (su Rai 3, stasera alle 23.10 e domani alle 15.20), per poi essere domani in una serie di matinée speciali con incontri per le scuole.
Giovedi scorso si è svolta l'anteprima mondiale alla Multisala Paolillo, con il patrocinio del Comune di Barletta, alla presenza del maestro Francesco Lotoro. Una storia di uomini che scelsero la musica come atto di resistenza per opporsi all'annientamento e non lasciarsi abbattere da chi voleva la loro morte fisica e intellettuale. Un modo per sentirsi esseri umani e non solo pezzi di carne; da scuoiare, da squartare, da sezionare. Come avveniva nel laboratorio di patologia di Buchenwald, dove il musicista Josef Kropinsld con le sue composizioni, nate in condizioni disumane, ridava vita, linfa e ossigeno al carbonio mortale dei corpi in putrefazione che lo circondavano. Melodie, canzoni, sinfonie, concerti, creati da ebrei, zingari, prigionieri politici, soldati; musicisti che componevano mentre il mondo intorno a loro era una prigione e una fabbrica di morte, da cui la maggior parte non tornò viva.
È a Praga nel 1990, a soli 27 anni, che Francesco Lotoro per la prima volta s'imbatte casualmente in uno spartito composto in un lager. «Il suo corpo non è mai stato trovato - racconta con emozione-recuperare la sua musica, è per me l'unico modo per riportare in vita quell'uomo. Costi quel che costi, continuerò a cercare ovunque questi tesori della letteratura musicale, per dare voce a chi decise di comporre musica per rimanere un essere umano in un luogo in cui di umano non c'era più niente. Suonare questa musica, persa e dimenticata per 70 anni, è come far rivivere la Biblioteca di Alessandria. È la mia ragione di vita». II piccolo appartamento di Barletta è diventato infatti il più grande archivio di musica con-centrazionaria del mondo, che ha raccolto finora un repertorio di oltre 4mila spartiti, che il maestro Lotoro ha eseguito dal vivo con la sua Orchestra in teatri ecale concerti di tutto il mondo. Come in un road movie, e al pari di un moderno Sherlock Holmes, Lotoro ha attraversato l'Europa, l'America e l'Oriente, frugando negli archivi e nelle baracche dei campi, nel mercato delle pulci di Praga, intervistando i musicisti internati nei lager e chiunque possa avere avuto a che fare con i loro diari, o sia stato semplicemente testimone di eventi a loro riconducibili.
Documenti a volte straordinari, musica scritta su qualsiasi mezzo di fortuna: sacchi di iuta, carta igienica, ritagli di stoffa o magari impressa solo nella memoria dei sopravvissuti Maestro è una co-produzione Italia-Francia, prodotta dalle italiane Doclab e Intergea, e dalle francesi Intuition Films e Docs e Les Bons Clients, e si avvale dell'alto patrocinio dell'Unesco e la collaborazione dell'Ucei - Unione delle Comunità ebraiche italiane. Per sostenere la lotta di Lotoro, e della memoria contro l'oblio, è stata creata l'onlus Last Musik con l'obiettivo di permettere la nascita della prima grande enciclopedia di musica concentrazionaria (www.lastmusik.com).
LA REPUBBLICA - Olga Gambari: "'Ricordi futuri 2.0', l'arte che racconta la tragedia della Shoah"
IL FUTURO dovrebbe essere imprescindibile dal passato, un tempo circolare e lineare insieme, che procede con uno sguardo doppio, rivolto sia indietro sia davanti. Soprattutto alcuni fatti accaduti devono trasformarsi in memoria indelebile, maestra della vita che verrà. Perché follia, dolore e orrore acquistino un senso, se mai ciò sarà possibile, diventando un monito, un insegnamento per coloro che verranno. A Palazzo San Daniele nel Polo del '900 una mostra crea un percorso immersivo e multimediale tra testimonianze, documenti e arte contemporanea si intitola "Ricordi futuri 2.0", è promossa dal Museo Diffuso della Resistenza e a cura di Ermanno Tedeschi.
Il progetto si inaugura alle 18 e si ispira al libro "La memoria rende liberi" di Liliana Segre, deportata all'età di 13 anni, che ha iniziato a raccontare la sua storia solo quando è diventata nonna (la scrittrice sarà protagonista di un incontro il 13 febbraio alle 15 nell'Aula Magna della Cavallerizza invia Verdi 9). In mostra la testimonianza dei protagonisti diretti, attraverso interviste (come quella all'architetto Daniel Libeskind), documenti dell'epoca e oggetti originali, dialogherà con opere d'arte che rielaborano la Shoah. Si tratta di artisti italiani e internazionali di generazioni diverse, ebrei come Vardi Khana, Yuri Dojc, Tobia Ravà, Sher Avner e Sharon Rashbam Prop, e no come Bruna Biamino, Valerio Berruti, Francesca Duscià, Francesca Leone, Paolo Amico, Riccardo Cordero, Moshe Gordon, Brigita Huemer Limentani, Menashe Kadishman, Eugene Lemay, Antonio Meneghetti, Barbara Nejrotti, Benjamin Renoir, Max Tommasinelli e Greta Schodl.
Arte ma anche musica, attraverso il lavoro di Francesco Lotoro, autore dell'Enciclopedia geografica KZ Musik, in cui ha raccolto la produzione musicale di musicisti di ogni estrazione e provenienza nei campi di concentramento tra 1933 e il 1945 (il 2 marzo alle 18 si terrà una sua conferenza-concerto ). Nessuno dimenticherà.
Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare:
Avvenire 02/6780510
La Repubblica 06/49821
Oppure cliccare sulle e-mail sottostanti