Riprendiamo dalla REPUBBLICA - MILANO di oggi, 24/01/2017, a pag. 7, con il titolo "Imbrattata di nero la pietra d'inciampo: 'L'ultimo oltraggio a mio padre innocente' ", la cronaca di Zita Dazzi.
Zita Dazzi
La pietra d'inciampo vandalizzata a Milano
"ERO ancora così commossa per la Pietra messa in ricordo di mio padre, che quando sono scesa in strada, sabato mattina, e l'ho vista coperta di vernice nera, mi sono sentita male. Che oltraggio, che vergogna. Non abbiamo nemmeno una tomba per piangerlo, ci negano anche la possibilità di ricordare chi non si può più difendere". Ha le parole strozzate in gola Ornella Coen, figlia di Dante Coen, una delle vittime della Shoah, alla cui memoria giovedì scorso è stata dedicata una delle sei "Stolpersteine", sanpietrini ricoperti di una lamina d'ottone, con sopra scritto il nome di chi non tornò dai campi di sterminio. «Abito vicino a via Plinio 20, dove venne arrestato mio padre. Sono scesa con mia figlia Laura, abbiamo comprato l'acquaragia, ci siamo inginocchiate sull'asfalto e abbiamo sfregato fino a quando la pietra non è stata pulita. L'offesa è cancellata, ma rimane l'amarezza per l'umanità che ci circonda, dove serpeggiano ancora l'antisemitismo e il negazionismo».
L'atto vandalico è stato fatto nella notte fra giovedì e venerdì, poche ore dopo la posa delle prime sei Pietre, a cui ne seguiranno altre centinaia nei prossimi anni. La signora Ornella — che aveva un mese quando il padre venne arrestato e deportato per mai più fare ritorno — ha chiamato la vigilanza della comunità ebraica, che ha allertato la Digos. Non sembrano esserci testimoni, ma la polizia locale sta vagliandole immagini delle telecamere per identificare gli autori del vandalismo. Immediate le polemiche.
«Lo sfregio della Pietra d'inciampo dedicata a Dante Coen è un gesto inaccettabile. La memoria viene prima di tutto e Milano non si piegherà mai di fronte a chi vuole cancellare le nostre radici», ha commentato a caldo il sindaco Giuseppe Sala. «I fascisti non hanno neanche il coraggio della storia — ha commentato il deputato Pd Emanuele Fiano—. Imbrattano le Pietre d'inciampo pensando che magari non vengano ricordati i loro crimini, come la collaborazione con i nazisti nelle deportazioni. Sono certo che se un luogo del ricordo verrà imbrattato, noi lo ripuliremo subito». Di «gesto gravissimo, chiaro sintomo dei tempi pericolosi che stiamo attraversando», parla anche Roberto Cenati, presidente provinciale dell'Anpi Milano. La comunità ebraica, nel ribadire lo sdegno e la preoccupazione, promette: «Metteremo ancora più Pietre, perché la memoria va difesa e tenuta alta».
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