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Informazione Corretta Rassegna Stampa
24.01.2017 Il patriottismo degli arabi israeliani
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 24 gennaio 2017
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Il patriottismo degli arabi israeliani»

Il patriottismo degli arabi israeliani
Commento di Michelle Mazel

http://www.jpost.com/Edition-Francaise/Moyen-Orient/Ce-que-pense-la-majorit%C3%A9-silencieuse-479242

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Un arabo israeliano sostiene il proprio Paese, Israele
Non succede altrettanto fra i deputati arabi alla Knesset

Gli arabi israeliani sono molto più patriottici di quanto si pensi. Qalansuwa è una città araba nei pressi di Netanya. Per la cronaca, nel 1948 c’erano meno di 2000 abitanti, oggi ne conta dieci volte tanti. La carenza di alloggi aveva causato una diffusione di costruzioni abusive che, dopo una serie di sentenze del tribunale, sono state distrutte. La loro distruzione aveva scatenato violente proteste segnate da discorsi di fuoco, applauditi da una folla dove molti sventolavano bandiere della Palestina. Purtroppo, questo non è un unico episodio. Queste bandiere si trovano nella maggior parte delle dimostrazioni della popolazione araba di Israele - che è un quinto della popolazione. Gli arabi sono cittadini israeliani a pieno titolo.

Nelle ultime elezioni, la Lista Araba Unita ha vinto tredici seggi diventando così il terzo partito della Knesset. Ma lungi dal dedicarsi alle necessità dei loro elettori, alcuni deputati si fanno portavoce dell’Autorità Nazionale Palestinese, condannando regolarmente Israele ed esprimendo le loro condoglianze alle famiglie dei terroristi palestinesi uccisi dopo un attacco. Uno di loro ha recentemente fatto notizia: avvalendosi dell’immunità parlamentare, è entrato senza perquisizione in un carcere di massima sicurezza e ha consegnato in barba alla legge, decine di telefoni cellulari e messaggi in codice a detenuti incarcerati per atti di terrorismo. In seguito è stato processato ed è stato privato della sua immunità parlamentare.

Un altro deputato, accusato di aver deliberatamente passato informazioni a Hezbollah, è fuggito, e ora vive in un paese arabo. Ricordiamo, inoltre, che il capofila della Lista Araba Unita si è rifiutato di partecipare al funerale di Shimon Peres, leader venerato in tutto il mondo e Premio Nobel per la Pace. E poi c’è Hanin Zoabi, altro membro della Lista: lei non esita a qualificare i soldati israeliani come degli assassini, e a sostenere che l’IDF è più pericoloso del nucleare iraniano. Come si può vedere, lungi dal cercare di placare le tensioni tra le comunità, questi rappresentanti eletti non fanno che fomentarle. Eppure ... un recente sondaggio condotto dal molto serio Israel Democracy Institute fornisce un quadro assai diverso della realtà.

Nonostante le bandiere palestinesi sventolate in ogni occasione, le gesticolazioni di alcuni dei loro rappresentanti, e malgrado i problemi che possono avere nella vita di tutti i giorni, la grande, la stragrande maggioranza dei cittadini arabi non si è definita come palestinese. Il 29% degli arabi israeliani si definisce prima di tutto come musulmana, e solo il 12% come palestinese. Ma c’è un dato ancora più sorprendente: l’identità araba si colloca al terzo posto con il 24%, mentre si scopre che al secondo posto con il 25% , ci sono i cittadini arabi del Paese che si definiscono israeliani. Per il Professor Amnon Rubinstein, queste cifre riflettono la profonda influenza dei valori liberali, se non occidentali, a cui sono esposti gli arabi che vivono in Israele. Naturalmente, un sondaggio è solo un’istantanea della realtà in un momento specifico. Ma questa realtà oggi è foriera di speranza.

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Michelle Mazel 


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