Riprendiamo dalla REPUBBLICA - ROMA di oggi, 23/01/2017, a pag. 10, con il titolo "Mille atleti di corsa per non dimenticare l'inferno della Shoah", la cronaca di Maurilio Rigo.
Una buona cronaca rovinata dalla definizione dell'attentato di Monaco 1972 come una semplice "sparatoria", anziché un attentato del terrorismo palestinese contro atleti israeliani.
Ecco il pezzo:
La partenza della corsa
OLTRE mille vincitori per la "Run for Mem". Sono stati tantissimi i podisti, ma anche i semplici cittadini, che hanno partecipato alla prima edizione della "Corsa per la Memoria verso il Futuro", organizzata, in occasione delle celebrazioni previste per il Giorno della Memoria, dall'Unione delle comunità ebraiche italiane sotto l'egida della Presidenza del Consiglio dei ministri e con il sostegno di Maratona di Roma e Maccabi Italia. Tutti hanno vinto, chi correndo i 10 km del percorso lungo, e chi a passo libero sul tracciato breve di 3,5 km, perché lo sport unisce ed è più forte di ogni discriminazione.
Entrambi i percorsi hanno attraversato i luoghi storici della memoria capitolina, dal Portico d'Ottavia a via Tasso, da via degli Zingari a San Bartolomeo, da via Urbana fino all'isola Tiberina, proponendo una sosta e una riflessione per mantenere vivo il ricordo della Shoah. «È una celebrazione con un ritmo e un tono totalmente diversi da quelli usuali. Un'iniziativa per affermare la vita, per affermare il fatto che anche nei campi di concentramento, anche durante la deportazione ci si aggrappava alla vita - ha spiegato il presidente dell'Ucei, Noemi Di Segni - Noi "corriamo" tutti i giorni, e dobbiamo ricordare che abbiamo attraversato un percorso storico e lo dobbiamo portare con noi verso il futuro. E al tempo stesso dobbiamo ricordare che quando si cade ci si alza e si ricomincia a correre".
Per le istituzioni ha corso, completando i 10 km, il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, vari gruppi podistici delle forze armate, giovani musulmani del Coreis, delle Acli, del World Jewish Congress. Al via anche due sportivi d'eccezione, Franca Fiacconi, vincitrice alla Maratona di New York nel 1998, testimonial dell'evento, e Shaul Ladany, professore universitario ed ex marciatore, doppiamente reduce dall'inferno: sopravvissuto bambino al campo di sterminio, e poi alla sparatoria ai Giochi olimpici di Monaco '72, quando insieme agli altri atleti israeliani si salvò dalle raffiche dei terroristi palestinesi.
Al traguardo, fissato a largo 16 ottobre 1943, Ladany è giunto un po' in ritardo perché, come ha fatto tante volte da atleta, ha completato il percorso a passo di marcia, ed è stato accolto da una vera ovazione. «Io rappresento la Shoah e l'essere sopravvissuto - ha detto Ladany - considerando che ci sono stati sui 6 milioni di morti e che i sopravvissuti ancora in vita sono rimasti in pochi. Io rappresento cosa è accaduto e questo può servire per ricordare alle persone cosa è successo. Questo può essere di insegnamento per le giovani generazioni affinché si possa evitare il ripetersi di eventi del genere nel futuro». La manifestazione è stata ideata con una finalità profonda, ovvero quella di celebrare la vita e la capacità che lo sport ha di andare oltre ogni distinzione di religione, di credo, di cultura e di genere per rivolgersi all'insieme della società".
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