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Italia Oggi Rassegna Stampa
21.01.2017 Germania: nessuna censura al Partito neo-nazista
Cronaca di Roberto Giardina

Testata: Italia Oggi
Data: 21 gennaio 2017
Pagina: 14
Autore: Roberto Giardina
Titolo: «Nazisti, certo. Ma quattro gatti»

Riprendiamo da ITALIA OGGI, del 21/01/2017, a pag.14, con il titolo "Nazisti, certo. Ma quattro gatti" l'analisi di Roberto Giardina sulla sentenza che in Germania ha dichiarato legale il partito neo nazista.

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Roberto Giardina    Björn Höcke

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Frauke Petry, AfD

Giustamente Giardina definisce 'ambigua' la decisione del tribunale, anche perchè se è vero che sono quattro gatti è altrettanto vero che possono crescere. A parte il fatto che essere arrivato a quasi il 5% , anche con l'1% il partito neo nazi non pare essere formato da 'quattro gatti'.
Approfondita l'analisi del partito Alternative fûr Deutschland, che i nostri media in genere trascurano. Al suo interno c'è una corrente neo nazi significativa, non basta criticarla, come ha fatto la segretaria del partito Frauke Petry, la loro espulsione è l'unico gesto che può ridare credibilità all' AfD.

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Il partito neo-nazi

Per l´ennesima volta, la Corte Costituzionale non ha vietato l´NPD, il partito neonazista. Con una motivazione ambigua: perché è troppo piccolo, e non è un pericolo per la democrazia. Il che è senza dubbio esatto. Nel 1969, giunse a un soffio dall´entrare al Bundestag, fermandosi appena al di sotto del cinque per cento (il 4,9), il minimo necessario. Paradossalmente, favorì con il suo relativo successo alla vittoria di Willy Brandt, portando via voti alla destra. Per la prima volta dalla Repubblica di Weimar, la Germania ebbe un Cancelliere socialdemocratico. Oggi, l´NPD non supera l´uno per cento. I giudici costituzionali hanno preferito con la loro sentenza non trasformare i seguaci del partito in perseguitati e in “martiri” della democrazia, ma l´ideologia nazista non andrebbe valutata in base al loro numero e pericolosità. Sono pochi perché lo spazio a destra è stato di volta in volta occupato da altri movimenti, oggi dall´AfD, l´Alternative für Deutschland, che si batte contro l´Europa, l´euro, e i profughi che invadono la patria tedesca. Hanno registrato diversi successi nelle ultime elezioni regionali, enel Baden-Würrtemberg l´anno scorso ha addirittura scavalcato i socialdemocratici, il 15,1 contro il 12,6. Dove giungerà il prossimo 24 settembre alle elezioni nazionali? Secondo gli ultimi sondaggi, potrebbero ottenere il 13 per cento, diventare il terzo partito dopo CDU/CSU e SPD, superando la Linke e i “verdi”, prendendo più del doppio dei liberali dell´FDP. Non dovrei fare previsioni, e rischiare le figuracce dei miei colleghi esperti degli Stati Uniti, sorpresi dalla vittoria di Trump, però sono quasi sicuro che alla fine l´AfD prenderà meno voti del temuto, forse appena più del cinque per cento, il che sarebbe sempre un fatto storico. Da sempre i movimenti populisti, di destra e di sinistra, forti a livello locale, si ridimensionano nel voto nazionale. I loro leaders stanno compiendo gravi errori, litigano tra loro, e si lasciano prendere dall´euforia. Il portavoce, l´ex professore di ginnasio Björn Höcke, 45 anni ad aprile, nei giorni scorsi a Dresda, ha affermato che il monumento all´olocausto nel cuore di Berlino, è un Denkmal der Schande, un monumento della vergogna. Un chiaro tentativo di attirare i voti dei nostalgici. Höcke rischia una denuncia, naturalmente sostiene “all´italiana” di essere stato frainteso. E lo difende Alexander Gauland, ideologo del partito. Frau Petry, la capa del movimento, prende le distanze: Höcke è un peso per l´AfD. Il gioco è vecchio, si afferma qualcosa e poi si smentisce, tanto l´effetto è stato raggiunto. Se la Petry volesse dissociarsi, dovrebbe espellere Höcke, o costringerlo alle dimissioni. L´espressione usata è volutamente ambigua, può significare che è stato vergognoso erigere il monumento, o che esso ricorda una vergogna nazionale. Ma il tono e i gesti alla Hitler di Höcke non lasciano dubbi su cosa volesse intendere. Il nuovo parlamento rischia di essere presieduto nella seduta inaugurale il prossimo autunno proprio da Gauland, come parlamentare più anziano, con i suoi 76 anni (li compie in febbraio). Gli altri partiti sono alla ricerca di candidati più anziani per “evitare la vergogna”. Il noto giornalista ebreo Michael Friedman è intervenuto: l´AfD non è un Npd light, e chi voterà per il nuovo partito si renderà complice del nazista Höcke. Friedman, che conosco, è serio e niente affatto un estremista. Anni fa venne denunciato per aver offerto cocaina a delle giovani escort in un albergo di Berlino. Un fatto privato, che la sua compagna perdonò. Per difenderlo, qualche amico volle sostenere che era stato denunciato per antisemitismo. Lui rifiutò il loro aiuto, si dichiarò colpevole, pagò la multa di 30mila marchi. L´antisemitismo è una cosa seria, disse, e il caso Höcke è serio. E´giusto sdegnarsi, ma la tirata di Dresda rischia di far perdere voti. Finora, l´AfD aveva tentato di darsi un´immagine rassicurante: non siamo razzisti, non siamo nostalgici, ci preoccupiamo per i lavoratori che a causa dell´euro, riceveranno una pensione da fame. Infatti guadagnano terreno anche a sinistra. La tentazione di votare per protesta era ed è forte, ma ora in molti avranno vergogna di se stessi. Il che non vuol dire che in fondo al cuore non siano razzisti. In Germania dovrebbero essere tra il 20 e il 25 per cento, come in Francia, in Gran Bretagna, nel resto d´Europa. Höcke spera di stanarli, e di conquistarli. Probabilmente non ci riuscirà, ma non sempre i voti sono il termometro per il razzismo e l´antisemitismo latente, in Germania e altrove.

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