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Informazione Corretta Rassegna Stampa
16.01.2017 IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 15 al 21 gennaio 2017

Testata: Informazione Corretta
Data: 16 gennaio 2017
Pagina: 1
Autore: Claudia De Benedetti
Titolo: «IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti»

IC7 - Il commento di Claudia De Benedetti
Dal 15 al 21 gennaio 2017


La Porta di Brandeburgo illuminata con la bandiera israeliana

In una settimana in cui, con crescente senso di liberazione, abbiamo fatto il conto alla rovescia degli ultimi giorni che ci separano dalla fine del nefasto mandato del presidente USA Barack Obama, apro dolorosamente il mio commento con il ricordo dell’attentato terroristico di Gerusalemme avvenuto domenica, giorno del digiuno ebraico del 10 di Tevet. Dopo Nizza, dopo Berlino, Gerusalemme, stessa matrice: Israele ancora una volta Israele ha pagato un prezzo inaccettabile di vite umane con l’assassinio di Yael, Shir, Erez e Shira, quattro giovanissimi allievi ufficiali di Tzahal poco più che ventenni in gita turistica. Increduli pochi minuti dopo abbiamo assistito a squallide, vergognose e inqualificabili scene tripudio dei palestinesi.

Ci ha commosso vedere la bandiera d’Israele illuminare la Porta di Brandeburgo, una tenue speranza in attesa della Conferenza sulla Pace in Medio Oriente che inizierà domenica a Parigi e per cui Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha rivolto nelle scorse ore un significativo e accorato appello al Ministro degli Esteri del nostro paese Angelino Alfano.


Domenica 22 gennaio si svolgerà a Roma Run for Mem, corsa attraverso i luoghi della memoria per ricordare nel futuro. E’ la prima edizione di un’iniziativa organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sotto l’egida della Presidenza del Consiglio dei Ministri e in collaborazione con l’Associazione Maccabi Italia e la Maratona di Roma. Sono previsti due differenti percorsi di dieci chilometri per gli atleti e di tre chilometri per tutta la cittadinanza. La finalità è di celebrare la vita e la capacità dello sport di superare le distinzioni di religione, di credo e cultura, per parlare alla società e trasmettere valori universali e positivi. Le adesioni sono molte e blasonate, testimonial d’eccezione è il professor Shaul Ladany, ex marciatore professionista, sopravvissuto al campo di sterminio nazista di Bergen-Belsen. Era uno dei membri della squadra israeliana che partecipò all’Olimpiade di Monaco del 1972, rimase miracolosamente in vita mentre undici atleti suoi compagni furono uccisi dai terroristi. Ladany oggi è un ottantenne reduce da due inferni d’immane orrore, continua instancabile a camminare con determinazione per dimostrare con lo sport il suo coraggio di vivere. La corsa farà tappa nei più importanti luoghi della Memoria romana per riaffermarne il significato: dal Portico d’Ottavia a via Tasso, da Via degli zingari a San Bartolomeo all’Isola.


"L'ora del tempo sognato"

All’alba del 16 ottobre 1943, i nazisti rastrellarono gli ebrei del quartiere circostante Portico d’Ottavia, 1023 persone furono catturate e mandate ad Auschwitz-Birkenau, solo sedici fecero ritorno e tra esse un’unica donna: Settimia Spizzichino. In via Tasso ha sede il Museo della Liberazione, l’edificio durante l’occupazione nazista fu luogo di reclusione per oltre duemila antifascisti, parte di loro fu fucilata alle Fosse Ardeatine e al forte Bavetta. I concorrenti faranno una sosta in Via Urbana davanti al luogo in cui operò il Viceparroco della Basilica di San Giovanni in Laterano don Pietro Pappagallo. Il sacerdote cercò di salvare ebrei, partigiani, alleati e ogni essere umano in pericolo, fu arrestato in seguito a delazione, condannato e giustiziato il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine.

Un passaggio importante del percorso è l’Isola Tiberina per il significato che la Basilica di San Bartolomeo ha avuto per oltre un centinaio di ebrei romani perseguitati e aiutati dal medico Giovanni Borromeo che, coraggiosamente e incurante del pericolo, permise la loro salvezza; ottenne dallo Stato d’Israele il riconoscimento di Giusto tra le Nazioni.


I bambini dell'orfanotrofio Enrichetta Sacerdote

Al Polo del ‘900 di Torino giovedì è stato proiettato il documentario “L’ora del tempo sognato” di Max Biglia. Il film racconta le vicende dei bambini dell’Orfanotrofio Israelitico “Enrichetta Sacerdote” di Torino tra il 1938 e il 1943 quando furono nascosti e salvati a Casale Monferrato dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti grazie alla saggezza della direttrice dell’istituto Gioconda Carmi e all’aiuto di una signora casalese: Giuseppina Gusmano. E’ un piccolo episodio del periodo in cui pochissimi barlumi di umanità e amore riuscirono a vincere l’odio, merita di essere raccontata, non dimenticata, ascoltando le parole pronunciate proprio da quei piccoli fanciulli, da Gioconda e Giuseppina. Emanuele, Nina, Sergio e Pasqua non finirono nelle camere a gas grazie anche a un chiaro e ineguagliabile concetto: “pensate se fossero figli vostri!”: in queste parole, in questo semplice immedesimarsi c’è limpido il senso di quella Medaglia dei Giusti, conferita a Giuseppina Gusmano che è stata per quei bambini una famiglia, una mamma, la salvezza, così come lo fu Gioconda.

Attraverso un semplice o forse inconsapevole gesto, hanno così potuto riscattare la loro libertà e, con l’arma più potente al mondo, la memoria, hanno sopraffatto e sconfitto chi li voleva annientati, cancellati come mai esistiti . Biglia parla di una storia di passione, amore e responsabilità in cui si è trovato di fronte a due donne che in silenzio hanno donano un insegnamento racchiuso nella frase finale della pellicola: “cosa avete fatto in tutto questo tempo?” Non vi abbiamo dimenticato”.

Enzio Volli z.l., papà di Ugo e Paolo, è morto sabato scorso. Oltre a rinnovare la sentita e affettuosa partecipazione mia e degli amici di Informazione Corretta al profondo dolore di Ugo desidero ricordare la vivacissima intelligenza e gli arguti insegnamenti dell’Avvocato Volli. I triestini hanno perso un uomo dalla grande levatura morale, insigne docente e studioso di diritto della navigazione, una persona che hanno stimato e rispettato per il suo strenuo impegno civile fin dai tempi del ritorno dalla Svizzera all’indomani della Shoah. La comunità ebraica ha perso un vero ebreo italiano che ha saputo trasmettere l’importanza di un’identità intima, generosa, solida, radicata, vissuta con orgoglio, lontano dai riflettori, il suo ricordo sia di benedizione.


Claudia De Benedetti Presidente Agenzia Ebraica – Sochnut Italia


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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