Israele garanzia della pace, a Parigi l'Italia sia d'esempio
Il messaggio della Presidente UCEI Noemi Di Segni al Ministro degli Esteri Angelino Alfano
A destra: Israele circondata da nemici
Noemi Di Segni - Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
La Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha inteso ricapitolare, con un messaggio rivolto al Governo italiano alla vigilia della Conferenza di Parigi sulla pace in Medio oriente, alcuni dei temi affrontati nelle scorse ore nel corso di un cordiale e approfondito incontro svoltosi alla Farnesina con il ministro degli Esteri Angelino Alfano. “L’Italia – si legge nel documento - tramite il suo ministro degli Esteri Angelino Alfano, si appresta a partecipare alla Conferenza di Parigi dedicata al conflitto in Medio Oriente. Al nostro governo rivolgiamo un appello che nasce dal cuore e dalla constatazione di quello che è il presente vissuto e il futuro che ci attende. Un appello che nasce sulle due rive che si affacciano sul Mediterraneo – quella europea e quella mediorientale – quella italiana e quella israeliana. Si tratta di un'iniziativa che si annuncia assai partecipata, con il coinvolgimento di delegazioni e rappresentanti di oltre settanta governi. In un contesto tanto affollato, mancheranno però i due principali protagonisti: Israele e i palestinesi. Un’assenza su cui è necessario riflettere.
Angelino Alfano
Gli Stati nazionali e le Organizzazioni internazionali non potranno sostituirsi alle parti in causa nel definire il percorso che porterà alla necessaria convivenza, all’anelata pace, alla costruzione di uno spazio mediorientale di crescita e di sviluppo. Possono, tuttavia, assolvere un compito ineludibile: statuire i principi sulla base dei quali le parti debbano dialogare. L'auspicio è che l'Italia, forte della sua sincera amicizia con Israele, forte del legame indissolubile saldamente incardinato nelle relazioni tra i due paesi su un piano storico, culturale e politico, possa chiaramente esprimere una posizione di sostegno al dialogo che non prescinda, ma al contrario sia fondato, sul diritto inequivocabile all’esistenza in pace e sicurezza dello Stato di Israele. E’ necessario trovare il coraggio di dire che la vita viene prima di tutto. Sancire la categorica condanna del terrorismo, della cultura dell’odio sotto ogni forma. Trovare il coraggio di dire che Israele oggi esiste. Israele ha il diritto di continuare ad esistere in sicurezza. E’ un’affermazione basilare e doverosa proprio in un contesto così ampio, cosi condizionato.
L’Europa e l’Italia devono prendere atto che Israele è la sola realtà che con la sua democrazia, con il suo amore per la vita, la scienza e la cultura rappresenta il futuro di ciascuno di noi che vive oggi in Europa. E’ lo specchio che corrisponde alla nostra esistenza e ai nostri ideali di pace e di progresso. Favorire un negoziato diretto, tra le due parti, senza che la comunità internazionale, e le logiche (illogiche) della strumentalizzazione prevalgano e generino distorsioni alle quali abbiamo disperatamente assistito. Favorire i “sì” e la volontà di impegnarsi, senza precondizioni, e poi passare nelle successive fasi alla trattazione dei singoli dossier, singoli aspetti e temi. Difficili per quanto possano essere – dalle questioni idriche, alle questioni territoriali, alla questione Gerusalemme, capitale eterna di Israele – sono questioni successive.
E’ necessario raggiungere una soluzione che riconosca due Stati – lo Stato di Israele per il popolo ebraico, lo Stato palestinese per il popolo palestinese. Perché vogliamo vivere, vogliamo convivere, vogliamo condividere. L’Italia con le sue radici religiose, i valori e la cultura mediterranea, con la sua vocazione, cura e impegno di garante della pace in diverse regioni, può veicolare questa sfida. Può assumere un ruolo di guida e di riferimento anche per le altre nazioni, e porsi quale interlocutore per la regione mediorientale oggi lacerata e logorata dalla guerra e dal conflitto permanente. Attendiamo allora il domani e il dopodomani. Attendiamo fiduciosi che l’Italia, raccogliendo questo appello, sia protagonista della pace e della giustizia fra i popoli, che sappia diffonderlo e condividerlo con le numerose delegazioni presenti, che sappia affermarlo al di là di ogni esitazione”.