Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 10/09/2017, a pag. 1, l'editoriale "Camion fa strage"; "Andrea's Version", di Andrea Marcenaro.
Ecco gli articoli:
"Camion fa strage"
Doppio standard di giudizio
Roma. “Camion fa strage di soldatesse”, titolava ieri il Corriere della Sera in prima pagina. “Tir contro soldati”, rispondeva da par suo Repubblica con algida sintesi, arrivando persino a dire con Renzo Guolo che la responsabilità della strage di Gerusalemme è frutto della politica scelta da Israele sulle colonie. A leggerla così, pare che un mezzo pesante, forse per la carreggiata ghiacciata – ci hanno raccontato per tre giorni che a gennaio, pensa un po’, fa freddo e nevica tanto – sia innavertitamente piombato su delle soldatesse intente a fare chissà che in mezzo alla strada. E non, come invece è stato, un attentato in salsa berlinese o nizzarda, con un terrorista che nel pieno delle sue facoltà mentali requisisce un Tir, vi sale a bordo, lo mette in moto e lo indirizza dove sa che può ammazzare più persone possibili: uomini, donne, vecchi e bambini. Intenti a visitare un mercatino natalizio o a festeggiare il 14 luglio davanti al mare. Obiettivo unico: la strage contro gli infedeli.
Ma quando di mezzo c’è Israele, quando i morti sono israeliani eliminati a casa loro, lo strazio raccontato per intere paginate non trova spazio. Niente storie strappalacrime, giovani vite spezzate, i peluche a bordo della strada, con dotte analisi sul terrore che può colpire ovunque creando angoscia e interviste a intellettuali che ci spiegano come le città non siano più sicure. Il problema, ancora una volta, è la negazione della realtà, e cioè che il terrorismo uccide non per questioni legate alla povertà sociale (si leggano i discorsi papali) o alla solitudine o a qualche non meglio precisato problema psicologico. La ragione è sempre la stessa: si ammazza per odio ideologico, perché il nemico è l’infedele, e l’infedele va abbattuto. Eliminato. Una consequenzialità banale nella sua drammaticità. Lo ha fatto ieri al Qaida, lo fa oggi il jihadista del Califfato, lo farà domani qualcun altro. Continuare a far finta di nulla dopo aver pianto le solite quattro lacrime e aver osservato qualche sobrio minuto di silenzio significa aprire la strada alla sottomissione (e non serve tirar fuori Houellebecq), senza neppure accorgersene.
Andrea Marcenaro: "Andrea's Version"
Andrea Marcenaro
Il momento della strage
Emblematico del sentimento primo e principale della maggior parte dell’informazione, il titolo del Corriere. it non appena avvenuta la strage di Gerusalemme: “Tir sui soldati”. Evidentemente autoguidato. Niente palestinesi, niente terrorismo palestinese, niente islamismo palestinese in primo piano. Culo ha voluto, tra l’altro, che al Corriere non siano andati a investigare sul motore del camion. Avrebbero probabilmente titolato: “Duecento cavalli solitari fanno strage”. Ciò che, intendiamoci bene, non legittima alcuna lagna: al momento, almeno nella vecchia Europa antifascista, ancora non si ha notizia di spille con la scritta: “Je suis un Tir”.
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