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Avvenire Rassegna Stampa
03.01.2017 Muore Hilarion Cappucci, l'arcivescovo che portava armi ai terroristi palestinesi
Commento di Gianni Cardinale

Testata: Avvenire
Data: 03 gennaio 2017
Pagina: 17
Autore: Gianni Cardinale
Titolo: «Si è spento l'arcivescovo melchita Hilarion Cappucci»

Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 03/01/2017, a pag. 17, con il titolo "Si è spento l'arcivescovo melchita Hilarion Cappucci", il commento di Gianni Cardinale.

Mentre la notizia viene ripresa soltano da alcuni quotidiani in poche righe, sono due i giornali a darla con risalto, il MANIFESTO e AVVENIRE. Quest'ultimo ricostruisce la vicenda di Hilarion Cappucci e dei suoi legami stretti con il terrorismo palestinese in maniera corretta, lo diciamo con piacere, essendo il quotidiano dei vescovi italiani quasi sempre oggetto di critiche da parte nostra. Il Manifesto, invece, preferisce fare un'esaltazione del "monsignor combattente", dimostrandosi ancora una volta il più grande sostenitore del terrorismo palestinese in Italia. Michele Giorgio mette perfino in dubbio il ritrovamento di armi destinate ai terroristi nell'auto di Cappucci nel 1974 ("i soldati israeliani sostennero di aver trovato armi... Cappucci si proclamò innocente").
Capucci venne liberato dal carcere su richiesta del Vaticano. Israele accettò a patto che venisse destinato a una sede lontana il più possibile dall'Europa, con il divieto di fare attività politica. Ma il Vaticano non mantenne la parola, lo ospitò a Roma con ogni riguardo, consentendogli di partecipare a tutte le manifestazioni contro Israele.

Ecco l'articolo da Avvenire:

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Hilarion Cappucci con Yasser Arafat

A due mesi dal compimento di 95 anni è morto ieri a Roma l'arcivescovo melchita Hilarion Capucci. Grande sostenitore della causa palestinese, il presule era considerato un eroe nel mondo arabo, mentre veniva guardato con sospetto da chi lo accusava di contiguità anche con le fasce più estremiste della resistenza anti-israeliana.

Il suo nome assurse all'onore delle cronache in particolare nel 1974 quando fu arrestato dalle forze di sicurezza israeliane con l'accusa di contrabbando di armi dal confine libanese. Ritenuto colpevole di servirsi del suo status di diplomatico per rifornire di pistole, esplosivi e munizioni l'Esercito di liberazione palestinese, la sua pena fu di dodici anni di reclusione.

Liberato nel 1978, fino agli ultimi anni Capucci ha continuato a far parlare di sé. Nel febbraio 2009 e, ancora, nel maggio 2010, quando ha infatti partecipato a due spedizioni a bordo di flotte finalizzate a forzare il blocco navale imposto da Israele su Gaza. Inoltre dal 2011, all'inizio del conflitto in Siria, ha più volte denunciato quella che ha definito «una cospirazione» di Paesi stranieri contro il Paese e contro Assad. Cordoglio per la morte è stato manifestato dal presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen e dai radicali di Hamas. Il patriarca greco-melchita cattolico di Antiochia, Gregorio III Laham, lo ha definito «un eroe della causa palestinese, per la quale ha lottato tutta la vita».

Immagine correlata
Hilarion Cappucci

Sobrio il necrologio pubblicato sull'Osservatore Romano. In esso viene ricordato che l'arcivescovo Capucci «apparteneva all'ordine basiliano aleppino dei melchiti»; che «nato ad Aleppo, in Siria, il 2 marzo 1922, era stato ordinato sacerdote il 20 luglio 1947»; che «quindi il 30 luglio 1965 era stato eletto arcivescovo titolare di Cesarea di Palestina dei greco-melchiti e nominato vicario del patriarca di Antiochia dei melldti per Gerusalemme», e che «il successivo 5 settembre aveva ricevuto l'ordinazione episcopale».

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lettere@avvenire.it

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