Riprendiamo dall' OSSERVATORE ROMANO di oggi, 31/12/2016, a pag.3, con il titolo "Sostegno alla risoluzione dei due stati " una breve d'agenzia.
La scelta del quotidiano ufficiale della S.S. (Santa Sede) è caduta su una agenzia particolarmente benigna sulla risoluzione Onu contro Israele. Il tono, le dichiarazioni, dicono al lettore che tragicamente si fosse affidato soltanto al quotidiano della S.S. che tutto si è svolo nel modo migliore possibile. Persino Abu Mazen viene presentato come pronto a riprendere i colloqui di pace, sempre alle sue condizioni, ovviamente, Israele deve solo ubbidire. Per finire con l'episodio della donna araba che aggredisce con un coltello un soldato israeliano durante un controllo. Non essendosi fermata all'alt - lo scrive pure il quotidiano della S.S.- è stata neutralizzata e catturata. Controllo più che mai doveroso, visto che la signora brandiva un coltello, il cui uso è facile immaginare. La difesa legittima del soldato passa però in secondo piano, prima viene la donna, 'neutralizzata e catturata'. Forse, ma non è chiaro, le hanno anche sparato. Insomma, una vittima.
Ecco il pezzo:
L'Unione europea è al fianco degli Stati Uniti nel sostenere la proposta dei due stati per due popoli quale «unica via» per la soluzione del conflitto israelopalestinese. A ribadirlo è stato ieri l'alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, Federica Mogherini, la quale ha detto di condividere in pieno le parole espresse dal segretario di stato americano, John Kerry, che in un discorso pochi giorni fa aveva duramente attaccato gli insediamenti ebraici in Cisgiordania e le scelte del governo israeliano. Le parole di Kerry «mandano un unico messaggio chiave: la comunità internazionale non rinuncia alla pace in Medio oriente», per questo «tutti i nostri sforzi devono essere concentrati sul mantenimento del consenso internazionale di base sul principio dei due stati per la soluzione del conflitto» ha dichiarato la portavoce di Mogherini, Maja Kociancic, sottolineando che «la comunità internazionale deve restare unita per preservare la fattibilità della soluzione dei due stati e per promuovere un accordo di pace onnicomprensivo che vada incontro alle aspirazioni e alle necessità sia degli israeliani che dei palestinesi». L'Unione europea è quindi «pienamente impegnata a lavorare a questo fine in cooperazione con i partner internazionali e regionali». E sulle parole di Kerry è intervenuto ieri anche il presidente palestinese Mahmoud Abbas, limitandosi a ribadire di essere pronto ad avviare colloqui diretti con Israele ma solo alla condizione del blocco completo degli insediamenti. «Quando Israele fermerà gli insediamenti e deciderà di porre in atto gli accordi firmati sulla base della reciprocità — si legge in un comunicato diffuso dall'ufficio di Abbas — allora saremo pronti a riprendere i negoziati come previsto dalle risoluzioni e dal diritto internazionale». Intanto, sul terreno le violenze non conoscono tregua. Questa mattina una donna palestinese ha tentato di accoltellare alcuni soldati israeliani al checkpoint di Qalandiya, in Cisgiordania. Lo ha comunicato il portavoce della polizia israeliana, Luba Samri, secondo cui, subito dopo l'aggressione, la donna «è stata neutralizzata e catturata». In base alla ricostruzione fornita dalle autorità israeliane, la donna si è avvicinata al checkpoint brandendo un coltello e non ha rispettato l'alt delle forze di sicurezza, che a quel punto le hanno sparato.
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