Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 27/12/2016, a pag.3, con il titolo " Così è cambiata l'Europa in un anno di boicottaggi a Israele", l'analisi di Mauro Zanon
Mauro Zanon
Le scritte "Juden Verboten", vietato l'ingresso agli ebrei, e "sales juifs e roms", sporchi ebrei e rom, accompagnate da stelle di David e svastiche. E' quanto ritrovato domenica dagli agenti di polizia della città di Montreuil, alle porte di Parigi, sul muro della scuola elementare Anne Frank verso le ore 16. "Abiette scritte antisemite e razziste sui muri della scuola Anne Frank di Montreuil. Questo atto non resterà impunito", ha reagito la ministra dell'Istruzione francese, Najat Vallaud-Belkacem. E' l'ennesimo episodio di antisemitismo avvenuto in Europa nel 2016, costellato da una recrudescenza di atti vandalici ai danni di persone, luoghi e simboli ebraici, e da un inquietante cambio di atteggiamento nei confronti di Israele, dal punto di visto del linguaggio e della cultura, nel mondo accademico-intellettuale come nel mondo politico-istituzionale. Circola in questi giorni un paper dell'European Council on Foreign Relations che risale alla fine di ottobre ma che teorizza, e consiglia, "la politica della differenziazione", cioè "una serie di misure prese dall'Ue e dai suoi membri per escludere entità legate agli insediamenti e attività da relazioni bilaterali con Israele". Un piccolo resoconto dei fatti di quest'anno, non esaustivo, descrive bene quel che è accaduto. E' stato l'anno della kippah da nascondere "per non provocare", a Marsiglia, in Francia, così come a Malmö, in Svezia, dove sui muri dei quartieri multiculturali si scrive "morte agli ebrei"; è stato l'anno in cui l'università di Southampton si è domandata se "Israele ha il diritto di esistere" e Jeremy Corbyn ha negato "problemi di antisemitismo" all'interno del Labour, pur difendendo l'antisemita ex sindaco di Londra Ken Livingstone; è stato l'anno del boicottaggio di Israele da parte dell'Ue, che ha imposto la marchiatura dei prodotti degli insediamenti israeliani, l'anno della campagna globale Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (Bds), che in Francia, nel comune di Bondy, Ivry-sur-Seine e Clermont-Ferrand, ha festeggiato il rifiuto, votato dalla giunta, dell'importazione di prodotti made in Israel; è stato l'anno in cui l'Unesco ha deciso che il Monte del Tempio e il Muro del Pianto non hanno nulla a che fare con l'ebraismo; è stato infine l'anno della risoluzione 2334 del Consiglio di sicurezza dell'Onu, che venerdì scorso ha condannato Israele per gli insediamenti in Cisgiordania. Una delle reazioni più severe è arrivata ieri dal ministro della Difesa di Israele, Avigdor Liberman, che l'ha definita "terribile e inutile", perché nuoce a "ogni possibilità di giungere al dialogo con l'altra parte". Il capo della Difesa israeliano, in seguito, ha utilizzato parole ancora più dure a proposito della Conferenza internazionale sulla pace in medio oriente prevista per il prossimo 15 gennaio a Parigi. "Il nuovo processo Dreyfus organizzato dalla Francia non sarà una conferenza di pace ma un tribunale contro Israele destinato a nuocere all'immagine d'Israele", ha attaccato Liberman. "E' sufficiente analizzare il bilancio del voto della Francia all'Onu sulle questioni israelo-palestinesi per capire quale direzione prenderà la conferenza", ha aggiunto. Il leader del partito Israel Bei-tenu, dopo aver manifestato la sua inquietudine per quella che ha definito come una "cospirazione" anti Israele e non una conferenza, ha ha fatto un appello per l'aliyah, il ritorno in Israele: "E' arrivato il momento di dire agli ebrei francesi: la Francia non è il vostro paese, né la vostra terra, è tempo di partire (...) Se volete restare ebrei e che i vostri bambini e nipoti restino ebrei, abbandonate la Francia e venite in Israele". Nel corso del 2015, secondo le cifre diramate dall'Agence Juive, organo incaricato di preparare le partenze verso Israele, quasi 8 mila ebrei francesi hanno preso un biglietto di sola andata verso Gerusalemme.
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