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Il Foglio-IlSole24Ore Rassegna Stampa
27.12.2016 Bibi Onu: Sofri e Tramballi sparano contro Israele
Ecco come pregiudizio e odio trasudano

Testata:Il Foglio-IlSole24Ore
Autore: Adriano Sofri-Ugo Tramballi
Titolo: «Il voto sulle colonie all'Onu e la Bibbia sventolata dall'ambasciatore d'Israele-L'ira di Netanyahu solo contro tutti»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi,27/12/2016, a pag.2, il pezzo di Adriano Sofri. Dal SOLE24ORE il commeno di Ugo Tramballi. Entrambi preceduti da un nostro commento.

IC non riprende mai gli articoli di Adriano Sofri, primo perchè non tocca mai argomenti che ci interessano, poi anche per antica antipatia verso i riciclati rivoluzionari del '68. Sofri si credeva, e si atteggiava copiandone il berretto, a Lenin, sentendosi entrato nel personaggio destinato a un grande futuro. Finì tragicamente, come chiunque abbia buona memoria di quegli anni non può dimenticare.
Questa volta però non possiamo ignorare quanto scrive, che rivela da un lato la sua ignoranza della storia ebraica, dall'altro la faziosità nei confronti di Israele, pesante retaggio dei suo passato lottacontinuista, duro a morire. Sofri, che da lettore di quotidiani non ignora la politica dell'Unesco mirata a delegittimare Israele del suo passato per distruggerne il presente, scambia l'esibizione della Bibbia da parte dell'ambasciatore d'Israele per un atto "raccapricciante", invece di leggerlo per quello che è, un richiamo alla storia ebraica di Giudea e Samaria con Gerusalemme- per una platea vogliosa di cancellarla- per un gesto che rivela fanatismo religioso. Non ci stupisce che Sofri veda in altri quel fanatismo che,evidentemente, continua ad alimentare quell'ideologia terzomondista che non l'ha mai abbandonato.

Il Foglio-Adriano Sofri: " Il voto sulle colonie all'Onu e la Bibbia sventolata dall'ambasciatore d'Israele"

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In alto: Adriano Sofri - Sotto: l'ambasciatore Danon con in mano la Bibbia

C'è molta attenzione attorno a David Friedman, nuovo ambasciatore americano in Israele, nominato da Trump, a cominciare dalla questione dello spostamento dell'ambasciata a Gerusalemme, "capitale eterna", finora mai attuato. ll signor Friedman condivide le posizioni dell'estrema destra israeliana; secondo lui, l'ebraismo americano favorevole alla prospettiva dei due Stati, israeliano e palestinese, sono come i kapò dei campi di sterminio, anzi peggiori, perché non hanno nemmeno l'attenuante delle violenze che incombevano sui kapò. Alla vigilia dell'insediamento di Trump e dei suoi nominati, il Consiglio di Sicurezza del-l'Onu ha votato per la prima volta senza il veto degli Usa, la cui ambasciatrice uscente si è astenuta, una mozione contro le colonie israeliane. Dall'ottobre 2015 Israele 6 rappresentato all'Onu dall'ambasciatore Danny Da-non, il quale sostiene che Israele dovrebbe annettere la Cisgiordania e cacciare i palestinesi in Giordania. Danon rafforza le sue posizioni oltranziste col richiamo inesorabile alla volontà di Dio, il Dio che diede per sempre la terra di Canaan ad Abramo e la rinominò Israele. In nome di Dio Danon rende gli Stati Uniti colpevoli di inerzia o di complicità nelle sventure del popolo ebraico, a cominciare dalla Shoah, e di Israele, in particolare per avergli impedito di portare a fondo l'esito della vittoria del 1967 - di cui fra poco ricorrerà il più impegnativo anniversario - di prevenire l'attacco del 1973, al costo di migliaia di vittime israeliane, e di prevenire oggi la minaccia nazista dell'Iran. Curiosamente Danon sottolinea come a capo dell'Iran stia un'autorità "messianica". L'altro giorno guardavo la riunione del Consiglio di Sicurezza e ho visto l'ambasciatore Danon concludere il suo intervento sollevando la Bibbia e ammonendo che quel libro prova la proprietà millenaria di Israele sulla terra assegnatagli da Dio. I gran signori greci non riuscirono ad averne ragione, non ci riusciranno oggi i signori delle Nazioni Unite. Quel gesto, quel libro sollevato a garantire il diritto divino di Israele alla terra e alle colonie, mi è sembrato raccapricciante.

Su Ugo Tramballi poco da aggiungere a quanto i nostri lettori già conoscono, la sola parola Israele deve mandarlo fuori dai gangheri, d'altra parte in linea con un quotidiano economico che ha registrato quest'anno un bilancio in rosso per 50 milioni di euro. Ecco, la credibilità di Tramballi fa il paio con quella del giornale su cui scrive. Come chi vuol capire quale uso deve fare dei propri soldi deve guardrasi dal seguire i consigli del Sole, così chi vuole informarsi sul Medio Oriente e su Israele in particolare, eviti gli articoli del nostro, che trasudano grossolane manipolazioni.

IlSole24Ore-Ugo Tramballi:" L'ira di Netanyahu solo contro tutti" 

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Ugo Tramballi                                    L'Onu preferito: quello contro israele

In pochi giorni Bibi Netanyahu ha accusato di tradimento e complotto il presidente degli Stati Uniti in carica; ha chiesto aiuto a quello eletto, violando brutalmente la regola d'oro secondo la quale negli Stati Uniti governa un solo presidente alla volta; ha convocato, rimproverandoli, gli ambasciatori di tutte le potenze mondiali; ha minacciato di rappresaglie l'Onu e l'umanità intera Tutto questo per cosa? Per la risoluzione numero 2334 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, approvata tre giorni fa con l'astensione degli Stati Uniti: tradizionalmente gli Usa pongono il veto a qualsiasi risoluzione che riguardi Israele, impedendone l'applicazione. In questo caso, come nella gran parte dei precedenti, è difficile definire il significato di "applicazione" della 2334.11 documento è una semplice condanna che non impone alcun atto concreto a chi l'ha votata e che in nessun modo ridarà vita a un processo di pace più morto che congelato fra israeliani e palestinesi. Nel testo viene sottolineato che le colonie ebraiche nei territori palestinesi occupati sono una «flagrante violazione della legge internazionale». Ma non è una novità diplomatica: è l'ennesima enunciazione lapalissiana della Quarta convenzione di Ginevra, laquale dadecenni stabilisce che una potenza occupante non può colonizzare i territori conquistati militarmente ad altri. E tutto un già visto, a partire dalla risoluzione 242 del 1967 e 338 del '73. Come tradizione,Israele ha deciso di respingere anche questa ultima risoluzione e a causa di questo lo Stato ebraico non subirà sanzioni né verrà isolato dalla comunità internazionale. Piuttosto è Bibi Netanyahu, nei suoi comportamenti minacciosi e arroganti, che rischia come non mai di isolare Israele dal mondo. Perché dunque tutto questo? Solo negli Stati Uniti l'Aipac, la lobby che cura gli interessi di Israele in Campidoglio, e i repubblicani, hanno messo in piedi un'offensiva retorica piena di bugie. Una specie di reazione alla lesa maestà Tutti gli altri, anche i Paesi che hanno votato sì alla risoluzione, non intendono fare altro se con condannare una volta di più l'evidenza dell'illegalità delle colonie ebraiche nei territori palestinesi. L'esagerato attivismo di Netanyahu- che pensa di poter boicottare americani, russi, cinesi, europei e asiatici - ha poco a che vedere con l'inesistente processo dipaceconi palestinesi,emol-to invece con il quadro politico interno israeliano. Maestro della retorica, il premier israeliano ha cercato di presentarsi sulla scena diplomatica come il sostenitore della formula dei due Stati (l'israeliano e il palestinese), uno accanto all'altro in pace e mutua sicurezza Ma sulla scena domestica il suo governo di destra-centro nel quale dominano i falchi del Likud, il suo partito, e i nazional-religiosi di Naftali Bennett, esiste fino a che non si parla della formula dei due Stati. Bennett e molti altri nell'esecutivo sono dichiaratamente contrari all'idea di uno Stato palestinese, quanto Hamas lo è a quella di Israele. In questo esecutivo come nei precedenti, tutti conmaggioranze sul filo di un pugno di voti, per conservare il potere Netanyahu ha cercato di realizzare un impossibile gioco di prestigio: far sparire i palestinesi dalla Palestina Cioè non parlare della loro esistenza se non per condannarne le azioni, fmgendo di ignorare le cause di quelle azioni spesso violente. Ai pochi sulla scena internazionale che in questi ultimi anni ricordavano quanto il conflitto israelo-palestinese non fosse risolto ma solo congelato dai conflitti più sanguinosi nella regione, Netanyahu ha sempre risposto con la stessa durezza: minaccioso come se venisse ogni volta messa in discussione l'esistenza di Israele.

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