Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/12/2016, a pag.3, l'editoriale dal titolo "I giuristi del boicottaggio d'Israele"
Un ex magistrato italiano non poteva mancare tra i sostenitori del BDS. Su Livio Pepino, aggiungiamo la sua appartenenza al movimento NO TAV, che da anni cerca di impedire la realizzazione dell'alta velocità tra Torino e Lione. Una posizione ultra passastista, che un tempo sarebbe appartenuta ai reazionari anti modernisti. Naturale, quindi, che stia dalla parte del BDS.
Livio Pepino
Noti giuristi provenienti da quindici paesi europei hanno firmato un importante appello per difendere l'attività del movimento per il "boicottaggio, disinvestimento e sanzioni di Israele", definito "un legittimo esercizio della libertà di espressione". Tra i firmatari ci sono giuristi di fama mondiale del calibro del sudafricano John Dugard, già giudice della Corte internazionale di giustizia; Sir Geoffrey Bindman, membro onorario del Consiglio della regina nel Regno Unito; José Antonio Martín Pallfn, giudice della Corte suprema in Spagna; Guy Goodwin-Gill, consigliere giuridico per l'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati; Eric David, consulente legale del Consiglio d'Europa e del governo belga; Lauri Hannikainen, membro della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza; Géraud de la Pradelle, che ha condotto l'inchiesta civile sul coinvolgimento della Francia nel genocidio in Ruanda del 2004, e dall'Italia Livio Pepino, ex magistrato, già consigliere della Corte di cassazione, fondatore di Magistratura Democratica e membro del Consiglio superiore della magistratura. Sono nomi importanti, che indicano la capacità del boicottaggio di Israele di penetrare, oltre che nella società civile, anche nei ranghi della magistratura e del diritto. L'occasione per questo appello è una benemerita norma del governo inglese di Theresa May che intende restringere il diritto nel Regno Unito di boicottare Israele. Qui non è in gioco la libertà di espressione di nessuno, la critica di Israele è salva. Diversa è la campagna per colpire il nome e gli interessi di Israele. Quella è non soltanto iniqua, ma anche razzista.
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