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Informazione Corretta Rassegna Stampa
19.12.2016 IC7- il commento di Davide Romano: Noi, spettatori passivi di fronte ad Aleppo
Dall'11 al 17 dicembre 2016

Testata: Informazione Corretta
Data: 19 dicembre 2016
Pagina: 1
Autore: Davide Romano
Titolo: «IC7- il commento di Davide Romano: Noi, spettatori passivi di fronte ad Aleppo»

IC7 - Il commento di Davide Romano
Dall'11 al 17 dicembre 2016

Noi, spettatori passivi di fronte ad Aleppo

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Aleppo

La distruzione sistematica di Aleppo e della sua popolazione sono l'emblema dell'impotenza del mondo di fronte ai massacri. Eppure sappiamo bene chi sono i responsabili: esercito siriano, russi e iraniani (intendiamoci: non è che le altre fazioni in campo siano dei santi. Ma il bombardamento sistematico dei civili e perfino degli ospedali per l'infanzia va oltre qualunque limite). Eppure le istituzioni internazionali non battono ciglio di fronte ai leader russi e iraniani, anzi. Tendono a scongelare i rapporti economici con loro, levare embarghi, fare business. Non importa a quale prezzo, tanto a pagare sono gli indifesi.

Nessuno che si domandi se sia lecito moralmente stringere la mano a chi stermina popolazioni intere, oltre che opprimere il proprio stesso popolo. Tutti furbi. Ma anche lasciando perdere gli ideali legati ai diritti umani, restiamo sul concreto: non è difficile capire che sono soprattutto Mosca e Teheran a causare i milioni di profughi che stanno destabilizzando l'Europa intera. Una volta ci si nascondeva dietro a più o meno credibili "non sapevamo", "non abbiamo visto". Oggi invece vediamo e sempre di più sappiamo tutto. Il problema è che a fronte di media ormai potentissimi, gli Stati e l'opinione pubblica non hanno sviluppato strumenti e sensibilità altrettanto forti. Insomma: abbiamo moltiplicato gli occhi, ma le braccia (le possibilità di intervento) sono rimaste le stesse. Il problema resta uno e solo uno: manca la prevenzione dei conflitti.

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Noi vediamo le fotografie di un conflitto già in atto, ma ancora non siamo capaci di vedere in diretta l'escalation che porta al conflitto per fermarlo prima che esploda. Continuiamo a non battere ciglio di fronte alla compressione della libertà di stampa, di religione o di voto. Prendiamo l'ultimo caso più eclatante, la Turchia: invece di punire Erdogan perché sta distruggendo la democrazia, l'UE gli passa 6 miliardi di euro per bloccare i profughi. Non una sanzione per il fatto che sta instaurando una dittatura, e nemmeno per avere usato i profughi come arma di ricatto.

La verità è che stiamo diventando tutti spettatori passivi. Per certi versi simili a quegli studenti che assistono ai pestaggi tra compagni e, invece di intervenire, li registrano con il telefonino. Tutti a guardare, nessuno che si muova per fare qualcosa. Se va bene, gli occhi servono solo per commuoversi e piangere di fronte a tanto dolore. Ma capire i perché della guerra e come fermarla, a quello non ci arriviamo. Non andiamo oltre l'emozione. Ed è proprio qui, nel passaggio tra l'emozione e la ragione (è quest'ultima che dovrebbe portarci ad agire) che mostriamo il nostro vuoto. Se vediamo un anziano cadere per terra, l'empatia ci porta a muoverci e aiutarlo. Se invece un'intera popolazione viene sterminata, restiamo impotenti a guardare. Con la differenza che questa volta vediamo tutto, e la nostra coscienza non ha scuse e muore con loro.


Davide Romano
Assessore alla cultura della Comunità ebraica di Milano, conduttore televisivo, scrittore, collabora con La Repubblica - Milano


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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