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Guai ai vinti! (Traduzione dall'ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)
Ai tempi dell’Impero romano la regola del “Vae victis!” , “Guai ai vinti!”, consentiva al vincitore il diritto di decidere arbitrariamente i termini della resa e la sanzione da infliggere ai vinti, mentre questi ultimi restavano completamente alla sua mercè e non potevano aspettarsi alcuna clemenza. Un rapporto ha affermato che uomini di Hezbollah hanno ucciso a sangue freddo più di 200 donne e bambini trovati tra le rovine della loro città, un tempo così bella. E’del tutto possibile che questi rapporti siano stati redatti apposta dai ribelli o dai Paesi che li appoggiano, come l’Arabia Saudita, ma è anche possibile che siano corretti. Lo stesso mondo che rimase in silenzio di fronte alla distruzione degli ebrei d’Europa durante la Seconda Guerra Mondiale, sta facendo ora la stessa cosa di fronte alla più grande catastrofe umanitaria dopo la Shoah. Purtroppo, anche le organizzazioni del calibro dell’UNESCO ( l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ) che ha dichiarato Aleppo Patrimonio dell’Umanità, sono state assenti di fronte alla distruzione che è caduta sulla città e sul suo patrimonio millenario. Ogni israeliano, dal politico al cittadino comune, è attento a non dimenticare il terribile disastro di Aleppo. Perché è esattamente ciò che accadrà a noi in Israele, se mai perderemo la capacità di difenderci. Nessuno in tutto il vasto mondo verrà in nostro aiuto, così come nessuno in tutto il mondo ha inviato forze per fermare la macchina da guerra che riduce la città di Aleppo in polvere e macella la sua gente. E’ indispensabile che il cinismo dell’Occidente, la crudeltà della coalizione filo-Assad e il silenzio assordante del mondo, restino incisi nella memoria di tutta l’umanità, ma soprattutto in quella d’Israele, perché non c’è la minima possibilità che il mondo agirebbe diversamente se, Dio non voglia, fossimo noi di fronte ad una macchina da guerra simile.
Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi. |
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