Riprendiamo da AVVENIRE di oggi, 15/12/2016, a pag. 8, con il titolo "Fattorini: 'Imam moderati, puntiamo al modello del Marocco' ", la cronaca di Luca Liverani.
Il re del Marocco,considerato discendente diretto di Maometto, gode di una posizione che lo rende particolarmente autorevole nel mondo islamico. Il governo è composto da una coalizione comprendente i Fratelli musulmani, il cui potere è però controbilanciato da quello del sovrano.
Carlo Panella ha scritto di questi equilibri, IC ha sempre ripreso le sue analisi: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=16&sez=120&id=63996
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=16&sez=120&id=63979
Ecco l'articolo:
Maometto VI, re del Marocco
Dall'«Onu delle religioni» di Assisi '86, al confronto teologico sulle radici comuni tese alla concordia tra cristianesimo e islam. Da qui si può e si deve lavorare alla formazione di imam moderati, perché nelle moschee italiane non arrivino predicatori di odio". Sono gli snodi del ragionamento di Emma Fattorini, la senatrice del Pd che ha promosso l'incontro dell'Assemblea parlamentare del Mediterraneo su «Dialogo interreligioso e importanza della formazione culturale e religiosa nella nuova conflittualità internazionale e nella lotta contro il radicalismo islamico», oggi a Palazzo Madama.
L'Islam viene piegato a ideologia terroristica: ha ancora senso il dialogo interreligioso? Sono convinta che, come recita l'ultimo libro del cardinale Tauran, «le religioni facciano parte della soluzione, non del problema». E questo incontro oltre a valorizzare ciò che unisce le religioni, servirà a capire come avviene la formazione dei giovani islamici, il radicamento nelle periferie e l'importanza degli Imam. Non credo si tratti di scontro di civiltà o guerra di religione: religioni e civiltà sono veicoli e pretesti di conflitti politici ed economici.
Il simbolo della Fratellanza musulmana: due scimitarre per imporre il Corano
Sicuramente la componente religiosa e culturale è fondamentale o Assisi 1986 è ancora attuale? Quella grande manifestazione, un miracolo ispirato da papa Wojtyla, era animata dal senso profondo di realizzare un incontro fra religioni diverse. Ispirazione che non a caso ha trovato ospitalità nei luoghi di Francesco il Santo, che prosegue oggi con il nuovo Papa. È stato il "primo miglio" compiuto dai capi delle religioni, una sorta di "Onu interreligioso" altamente simbolica. Oggi è cambiata la natura del messaggio veicolato attraverso le religioni e nei mutati equilibri mondiali si deve passare a un "secondo miglio": chiedere alle religioni uno sforzo più in profondità, oltre la dichiarazione di intenti.
Che cosa intende dire? È necessario che tutte le religioni individuino il dove, il come, il quando: spieghino che le religioni sono tutte tese alla concordia ed alla condivisione, sfidando chi sostiene il contrario. Ciascuna confessione si interroghi su dove nasce la dimensione di conflitto, odio, disconoscimento dell'altro. Per questo è fondamentale fare i conti con le proprie tradizioni, per un punto di arrivo teologicamente fondato e profondo.
Cosa significa in concreto? Dopo un percorso serio, rigoroso, spirituale diventa più difficile motivare come scelta religiosa il suicidio terrorista. Chi svolge l'attività di educatore deve a sua volta imparare a comunicare correttamente, deve imparare a formare.
Si riferisce al ruolo degli imam che predicano l'odio? Siamo molto interessati all'esperienza marocchina, un'azione formativa fondamentale attraverso le Scuole per Imam dell'area sub-sahariana. Parlo del ruolo degli imam moderati del Cairo e del Marocco nella formazione degli imam della sponda sud del Mediterraneo. Realtà che hanno già un solido rapporto con la Francia, e che noi vorremmo l'avessero anche con l'Italia. Vanno responsabilizzate le università, luogo privilegiato di trasmissione della cultura. L'Assemblea dei parlamentari mediterranei lo ha fatto a Palermo, per realizzare una piattaforma delle Università del Mediterraneo. Ricordo una proposta del governo Prodi per un Erasmus del Mediterraneo: investire sullo scambio di studenti, la conoscenza reciproca, la pace. E il Marocco ha da tempo eccellenti Università.
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