Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 15/12/2016, a pag. 9, con il titolo "Aggressione nella metro di Berlino, e la Germania si scopre xenofoba", la cronaca di Alessandro Alviani.
L'aggressione accaduta in Germania potrebbe sembrare un episodio di delinquenza comune. E' in realtà emblematico della sottovalutazione del pericolo islamista, quella stessa sottovalutazione che dà il via libera a razzismo e xenofobia.
Ecco l'articolo:
Alessandro Alviani
Una manifestazione islamista in Germania
L’autore di una vile aggressione bollato su Internet come un «criminale straniero» prima ancora che si scoprissero le sue origini, ignoti che invitano neanche tanto velatamente a liquidarlo e un privato che, con un gesto più unico che raro per il Paese, mette una «taglia» sulla sua testa. A un anno dalla politica delle «porte aperte» e dall’ondata di solidarietà che aveva accompagnato l’arrivo di quasi un milione di rifugiati, la Germania si trova a fare i conti con un video che ha provocato forte indignazione ed è sfociato sui social network in commenti razzisti e toni da linciaggio. La scena è stata registrata da una telecamera di sicurezza intorno alle 00:20 del 27 ottobre nella stazione della metro di Hermannstraße a Berlino: un ragazzo colpisce alle spalle con un calcio una ragazza che sta scendendo le scale. La giovane di 26 anni cade rovinosamente in avanti, si rompe un braccio e viene soccorsa da alcuni viaggiatori, mentre l’aggressore e altre tre persone che lo accompagnano si allontanano come se niente fosse.
Le immagini del brutale gesto sono state diffuse dalla polizia nei giorni scorsi su ordine della procura. La pubblicazione del filmato, accompagnata dalle critiche sul ritardo con cui le forze dell’ordine lo hanno reso noto, ha suscitato un’ondata di sdegno in tutta la Germania. E ha spinto imprenditori, politici, cantanti o semplici cittadini a promettere una ricompensa a chi fosse stato in grado di fornire informazioni utili ad acciuffare il colpevole. Michael Kuhr, un ex kickboxer che ha lavorato come guardia del corpo per star del calibro di Lady Gaga e Leonardo DiCaprio, ha annunciato ad esempio su Facebook «una taglia di 2000 euro per il nome e l’indirizzo di questo bastardo». Promesse di ricompense sono arrivate anche dal cantante tedesco Gunter Gabriel, che ha messo sul piatto 5000 euro, dal deputato berlinese della AfD Andreas Wild (1,000 euro) e da un imprenditore privato anonimo (5.000 euro).
Azioni che hanno acceso ancora di più i riflettori sul caso, fino alla svolta di ieri: la polizia e la procura sono riuscite a identificare l’aggressore, che non è stato però ancora arrestato. Gli agenti non l’hanno trovato a casa nel momento in cui si sono presentati all’indirizzo presso il quale è registrato a Berlino. L’uomo sarebbe fuggito all’estero, probabilmente nel suo Paese di origine, la Bulgaria, scrivono i quotidiani «Bild» e «Bz». Una possibile reazione all’arresto, lunedì, di uno dei quattro componenti del gruppo ripreso nel video. I quattro sarebbero tutti imparentati tra loro.
Prima che emergessero dettagli sulle origini bulgare dell’aggressore, il clima da caccia all’uomo era degenerato su Facebook, Twitter e YouTube in commenti xenofobi e islamofobi basati tutti sull’aspetto esteriore dell’aggressore. «Via gli stranieri», aveva scritto qualcuno già domenica sulla pagina Facebook dell’ex bodyguard Kuhr. «La soluzione più economica è fucilare tutto il gruppo», aveva aggiunto poche ore dopo un altro utente. «Al giorno d’oggi una sana giustizia fai da te non è eventualmente poi così sbagliata...», aveva commentato un terzo. La precisazione dello stesso Kuhr, che ha chiarito di non aver mai parlato di farsi giustizia da sé, non ha fermato il dibattito. «Bisognerebbe espellerli subito dalla Germania», ha notato un lettore sulla pagina Facebook della «Berliner Morgenpost». E un altro aveva aggiunto: «Spero ora che i nostri musulmani mostrino finalmente coraggio, dimostrino grazie a questo crimine che sono migliori della loro fama e partecipino alla ricerca».
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